Bolle speculative: dove investire in attesa dello scoppio

Flavia Provenzani

21 Ottobre 2016 - 18:29

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Viviamo in un mondo pieno di bolle speculative: cosa può fare l’investitore in questo contesto?

Bolle speculative: dove investire in attesa dello scoppio

Viviamo in un mondo pieno di bolle speculative. Sui mercati azionari, quello immobiliare e sul mercato delle obbligazioni sono stati raggiunti massimi innaturali grazie allo stimolo monetario e ai tassi di interesse ai minimi record.
Nessuno può sapere come andrà a finire ma storia insegna e lancia l’allarme: alla fine, le bolle scoppiano - sempre. E più è grande la bolla speculativa, più l’esplosione è disastrosa.

Che cosa può fare l’investitore in questo contesto?

Mercati: le dinamiche nell’era delle bolle speculative

Ogni volta che una banca centrale taglia i tassi di interesse o annuncia una nuova stampa di moneta in massa, conosciuta anche come quantitative easing (QE), come risultato i prezzi degli asset aumentano.
Viviamo in un mondo alla rovescia dove le notizie negative sull’economia vengono accolte con dei rialzi dai mercati, perché significa che le banche centrali dovranno aumentare o proseguire ancora con lo stimolo monetario.

Questa dinamica ha comportato che nonostante - o grazie - la paura diffusa sulla crescita mondiale, lo S&P 500 e il Nasdaq sono saliti ai massimi di tutti i tempi nel mese di agosto.

Ancor più sorprendentemente, alla Borsa di Londra il FTSE 100 è salito oltre quota 7.000 punti vicino ai massimo storico grazie all’aumento dello stimolo della Bank of England a seguito dello shock del referendum Brexit.

Una notevole inversione rispetto all’inizio traumatico dell’anno, quando i mercati mondiali sono crollati sui timori di un tracollo cinese. Molti mercati sono in crescita di quasi il 30 per cento da quei minimi di inizio 2016.

Questo è il mercato rialzista di cui nessuno si fida e nessuno ama poiché le fondamenta sono assai fragili. Il mercato azionario è ben più alto rispetto ai livelli naturali legati allo stimolo di politica monetaria da alcuni anni, ma continua a salire - tendenza che sembra essere confermata anche per il 2017.

La Banca Centrale Europea, la Bank of England e la Bank of Japan stanno tutte perseguendo delle politiche di allentamento, implementando piani di quantitative easing e tagliano i tassi di interesse, addirittura in territorio negativo in Eurozona, Svizzera e Giappone.
Non vi è alcun segnale di aumento dei tassi in nessuna parte del mondo, a parte negli Stati Uniti.

La Federal Reserve avrebbe dovuto alzare i tassi almeno quattro volte quest’anno, ma finora non si è mossa neanche una volta. Anche se la Fed aumentasse i tassi di interesse dello 0,25 per cento a novembre o dicembre, rimarranno sorprendentemente bassi stando alle misurazioni storiche.
Ma le azioni non sono l’unica asset class ad essere stata spinta a nuovi massimi grazie allo stimolo monetario.

I mercati immobiliari mondiali continuano a salire, con i prezzi delle case in 150 città chiave in aumento al 5,5 per cento a giugno rispetto all’anno precedente, il tasso di crescita più veloce in oltre due anni, secondo i dati riportati dall’istituto di ricerca Knight Frank.
Più di 30 città hanno registrato una crescita a doppia cifra, tra cui Pechino, Shanghai, Budapest, Vancouver, Istanbul, Amsterdam, Auckland, Seattle, Londra e Ahmedabad.
A battere tutti i record è la Cina: il tasso annuo medio di crescita delle 10 con il mercato immobiliare più in rialzo è stato del 22 per cento a giugno, secondo il National Bureau of Statistics della Cina. Un anno prima la cifra era -1,1 per cento.

Il debito della Cina sta crescendo più velocemente della sua economia: la banca giapponese Nomura calcola un debito di 212.000 miliardi di yuan - il 309 per cento del PIL, in aumento dal 78 per cento registrato nel 2007.
A livello mondiale, il debito è a massimi record a 152 mila miliardi di dollari, appesantito dalla crescita economica lenta e dal rischio di stagnazione o addirittura di recessione, come riportato dal FMI.

E intanto il sistema bancario resta fragile, prima su tutte la Deutsche Bank, con i suoi $47 mila miliardi in derivati.

La Brexit, il suo crescente protezionismo commerciale, Vladimir Putin assai nervoso e la prospettiva della vittoria di Donald Trump alle presidenziali USA aggiungono un certo strato di incertezza anche a livello politico.

Tutte le bolle possono scoppiare, il problema è che nessuno sa quando.

Come investire in attesa dello scoppio delle bolle

Correre semplicemente ai ripari non è un’opzione, dato che nessuna sa quando scoppierà la bolla.

Nel dicembre 1996, ad esempio, Alan Greenspan, il presidente della Federal Reserve del tempo, ha tenuto il suo famoso «discorso sull’esuberanza irrazionale», avvertendo che i mercati azionari potessero essere sopravvalutati.
L’indice S&P 500 è sceso leggermento dopo quel discorso e poi è salito quasi quattro anni più tardi, dopo un aumento di oltre il 140 per cento. Cercare di prevedere i movimenti del mercato azionario nel breve termine è un gioco difficile.
Nonostante il recente aumento della volatilità, in particolare per i cambi e delle materie prime, gli investitori sono ancora felici di accettare questo rischio. Ma la volatilità sta per aumentare ancora con l’avvicinarsi delle elezioni negli Stati Uniti.

I tassi di interesse bassi per un tempo prolungato hanno creato bolle speculative soprattutto nei settori tecnologia, internet e biotecnologie.
È bene evitare gli investimenti che vanno di moda perché prima o poi certamente si traducono in maggiori perdite. Ne sono un esempio le azioni Twitter.

Un altro problema dello stimolo monetario è che fa sopravvivere molte aziende che in condizioni di credito normali sarebbero fallite o sarebbero state acquistate tanto tempo fa.

Investire nell’era delle bolle speculative è difficile, ma non vi alcun senso nel fuggire dai mercati finanziari. L’unica soluzione è quella di trovare un equilibrio tra crescita e sicurezza. Ci sarà una nuova crisi mondiale negli anni a venire, ma per ora la situazione è sotto controllo grazie all’impegno delle banche centrali, ormai figure chiave all’interno del mercato in Europa, Stati Uniti e Giappone.
Questo rende i mercati più “sicuri”, perché le banche centrali stanno comprando una quantità crescente di obbligazioni e azioni in tutto il mondo e potrebbero essere inclini a sostenere i mercati finanziari ben oltre il 2020.

Gli investitori a lungo termine devono intraprendere una scelta radicale: puntare sulla crescita. Questo significa sostanzialmente ridurre l’esposizione a obbligazioni con rendimenti bassi o negativi a favore di asset con forti prospettive di generare rendimenti reali positivi.
Questo potrebbe significare investire con un rischio più alto, nei settori con tassi di crescita più alti come le piccole imprese o le azioni ad alto rendimento.

Ma vi è anche una visione più ottimista, in cui si collocano chi si interroga sull’effettiva presenza stessa delle bolle speculative nel contesto attuale.
Secondo alcuni le quotazioni sui mercati degli Stati Uniti possono sembrare molto alte, ma non è un parametro diffuso. I mercati azionari giapponesi ed europei non sono poi così costosi ed esistono anche delle opportunità sui corporate bond di alta qualità, anche se i titoli di stato offrono rendimenti minimi.

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