Bloomberg fa invadere Kiev. Per mezz’ora. E parte il sabotaggio ai truckers canadesi

Mauro Bottarelli

6 Febbraio 2022 - 20:10

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Pubblicata «per errore» la notizia - già pronta - dell’attacco russo: stress test? Intanto, GoFundMe dirotta le donazioni per il Freedom Convoy verso AntiFa e Black Lives Matter. Il sistema è nervoso

Bloomberg fa invadere Kiev. Per mezz’ora. E parte il sabotaggio ai truckers canadesi

Gli scricchiolii si fanno sempre più sinistri. E più forti. Tanto da necessitare un poderoso aumento della musica di sottofondo. Nonostante sforzi diplomatici in atto e rassicurazioni, l’America è certa che la Russia stia per invadere l’Ucraina.

Il New York Times oggi pubblicava un rapporto riservato dal quale si evince come i vertici dell’amministrazione statunitense abbiano già messo in guardia dal pesante bilancio di vittime conseguente a un’azione militare di Mosca. Stando al report, gli alti funzionari Usa hanno parlato di 50.000 vittime civili e da 1 a 5 milioni di rifugiati in Europa, molti dei quali si riverserebbero in Polonia. Hanno anche spiegato, però, come non sia ancora chiaro se Vladimir Putin abbia intenzione di invadere, poiché l’esercito di Mosca attualmente avrebbe ammassato il 70% delle forze necessarie per un’invasione completa dell’Ucraina. In ogni caso, il memo degli alti funzionari Usa ritiene improbabile che la Russia si muova prima della seconda metà di febbraio.

Dieci giorni fa, l’intelligence dava per certa una campagna militare entro San Valentino. Senza scordare le precedenti scadenze: fine anno, metà gennaio e fine mese. Praticamente, tutti potremmo lavorare come analisti della Casa Bianca. Basta sparare date a caso. Ma da ridere c’è poco. Perché prima che il New York Times offrisse l’ennesima lezione di giornalismo embedded, ci aveva pensato Bloomberg a lanciare i dadi del dubbio sul tavolo del warfare. Queste immagini

La homepage Usa di Bloomberg del 5 febbraio 2022 La homepage Usa di Bloomberg del 5 febbraio 2022 Fonte: Bloomberg
Il comunicato di scuse di Bloomberg per la notizia sull'invasione dell'Ucraina Il comunicato di scuse di Bloomberg per la notizia sull’invasione dell’Ucraina Fonte: Bloomberg

parlano da sole: sabato pomeriggio, all’incirca per mezz’ora, sul sito dell’agenzia statunitense è comparsa a notizia dell’invasione russa. Seguita poi dalla comunicazione di scuse ai lettori, totalmente incentrata sulla tesi dell’errore da chiarire ma ovviamente del tutto casuale.

Magari, un fat finger, come accade per certi flash crash borsistici. Ma la stessa agenzia ammette di avere la titolazione pronta da tempo, così da non prendere buchi dalla concorrenza, quando il Cremlino deciderà che è giunta l’ora x. Perché a Washington tutti hanno la certezza che lo farà. E se il tweet del Ron Paul Institute sembra scegliere l’ironia per commentare l’accaduto - When neocons have too much caffeine and energy drinks... -, ecco che questo grafico

Correlazione fra prezzo del petrolio e del carburante alla pompa negli Usa Correlazione fra prezzo del petrolio e del carburante alla pompa negli Usa Fonte: Bloomberg/Zerohedge

mostra invece come la macchina finanziaria che sottende gli interessi economico-bellico-industriali del neo-interventismo Usa sia già pienamente in funzione. E attraverso il suo proxy più diretto, il prezzo del petrolio. Il quale, se le correlazione hanno un senso, a breve spedirà ulteriormente su livello record il prezzo della benzina alla pompa negli Usa, forzando la mano alla Fed. L’incidente controllato è sempre più in agguato.

Perché il tempo stringe. La narrativa perde di colore e di smalto. E l’intera trema che finora ha garantito al casinò del Qe di dipingere una realtà parallela assomiglia sempre più a certi finali di film degli anni Settanta: titoli di coda, colore che vira sul seppia, dissolvenza e bobina che sibila fuori dal proiettore. A dimostrarlo, parallelamente alla mezz’ora di stress test bellico erroneamente messo in atto da Bloomberg, ci ha pensato GoFundMe, la piattaforma di crowdfunding che da sempre aiuta le cause più disparate in tutto il mondo a raccogliere donazioni e finanziamenti.

Questa immagine dice tutto:

Il comunicato di GoFundMe in risposta alle proteste sui fondi per Freedom Convoy Il comunicato di GoFundMe in risposta alle proteste sui fondi per Freedom Convoy Fonte: GoFundMe

sommersa dalle proteste a dalle minacce di cause legali e class actions, l’azienda ha dovuto ammettere di aver redistribuito verso altre cause i fondi diretti al Freedom Convoy, la protesta dei camionisti canadesi contro l’obbligo vaccinale che, lungi dal perdere vigore, sta invece aumentando in consensi e attestati di solidarietà fra la gente comune. La quale, infatti, carta di credito alla mano, ha deciso di donare per supportare chi protesta e le loro famiglie, dovendo affrontare un periodo di forzata inattività. E in una sola notte, prima del silente boicottaggio, la campagna GiveSendGo aveva raccolto qualcosa come 1,1 milioni di dollari.

La ragione dell’accaduto? Ufficialmente, il fatto che la protesta abbia assunto connotati violenti che cozzano contro il mandato statutario di Go FundMe. Ufficiosamente, la richiesta in tal senso avanzata dalle autorità canadesi su diretta richiesta del premier, Justin Trudeau. Ma a rendere ancora più assurdo e chiarificatore il grado dell’incipiente terrore mainstream che comincia a serpeggiare, ci hanno pensato due frangenti particolari. Primo, GoFundMe non ha comunicato preventivamente la scelta ai donatori, bensì smistato autonomamente altrove i loro soldi. Secondo, i destinatori di questo ricollocamento vantano, fra gli altri, gruppi della galassia AntiFa e Black Lives Matter, notoriamente associazioni che fanno di pacifismo e non violenza la loro bandiera, come dimostrano le manifestazioni della scorsa estate fra Minneapolis, Seattle e Portland.

Ma la protesta della gente è stata di una tale virulenza da costringere GoFundMe a promettere il rimborso automatico per chiunque abbia donato specificando nella causale di finalità il Freedom Convoy. Insomma, lo status quo comincia ad avere paura. E il silenzio intollerabile della stampa su quanto sta accadendo in Canada lo dimostra plasticamente. Ma proprio per questo, come l’animale ferito, rischia di diventare più pericoloso. Soprattutto, dopo che la piattaforma cripto Tallycoin ha offerto assistenza ai truffati da GoFundMe, ottenendo un duplice risultato. Primo, oltre 700.000 dollari raccolti in poche ore dopo l’esplosione dello scandalo.

Secondo, mostrare alla gente un clamoroso use-case quotidiano e sociale delle criptovalute, un vero e proprio mezzo alternativo per sconfiggere i boicottaggi posti in essere dal sistema finanziario classico, sia esso basato sulle politiche delle Banche centrali che sulle normali transazioni via SWIFT. Paradossalmente, una minaccia ancor più grande e seria dei camionisti canadesi. Sicuramente, alla fine perderà. Ma Davide, in questo fine settimana, ha piazzato un paio di sassate in faccia a Golia che difficilmente dimenticherà.

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