Bitcoin e riunione Fed: verso quota $700 con rialzo tassi. Ecco perché

Matteo Bienna

20 Settembre 2016 - 12:54

I bitcoin potrebbero essere favoriti da un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed: capiamo come e perché la riunione di domani potrebbe avvantaggiare la moneta virtuale.

Bitcoin e riunione Fed: verso quota $700 con rialzo tassi. Ecco perché

Il prezzo dei bitcoin, ovvero il cambio BTC/USD, sale durante il weekend e si mantiene al di sopra di quota $600, dopo un’estate nella quale ha toccato minimi sotto i $480.

Chiunque segua i mercati finanziari punta ormai gli occhi alla riunione Fed di domani e alla possibiltà che venga annunciato un rialzo dei tassi di interesse, al di sopra dell’attuale +0,50%.

Barclays e BNP puntano proprio ad un rialzo dei tassi mentre in molti rimangono ancora convinti che i dati positivi sull’inflazione della scorsa settimana non possano bastare a determinare una scelta così audace.

In tutto questo i bitcoin potrebbero essere coinvolti, alla pari di qualsiasi altro strumento di investimento.

Il rapporto che lega i tassi Fed alla Cina, attualmente immersa in una bolla immobiliare, è alla base della possibile e probabile reazione dei bitcoin alla decisione di domani.

Vediamo come.

Bitcoin favorevoli ad un rialzo dei tassi Fed: attesa per domani

I bitcoin potrebbero sembrare una variabile anomala dei mercati finanziari, vivendo nel loro mondo di valute virtuali ed essendo privi di particolari legami con altri strumenti o indici.

Un evento tanto atteso quanto importante come la riunione Fed riesce tuttavia a coinvolgere anche la criptovaluta, attenta in particolare alla decisione riguardante il possibile rialzo dei tassi di interesse USA.

Un rialzo dei tassi è generalmente una brutta notizia per tutte le società che non appartengono al settore finanziario. Un aumento nel costo dei prestiti, infatti, ci mette davvero poco a rendere complessa la gestione di bilanci che già vivevano periodi difficili.

Nel settore finanziario, però, ci potrebbe essere una grande eccezione: la PBOC, la People’s Bank of China. L’ammontare di credito accumulato negli ultimi otto anni dalla banca centrale cinese supera e di molto quello americano che ha preceduto la crisi dei mutui subprime, portando l’istituto orientale ad essere, secondo molti, sull’orlo di un collasso.

Finché la Fed tiene i tassi di interesse stabili la PBOC è in grado di alleggerire un po’ alla volta il proprio bilancio, operazione che sarebbe del tutto compromessa da una soluzione opposta.

Non è un caso che quando si diffondono voci su un possibile rialzo dei tassi USA, infatti, la PBOC proceda quasi automaticamente ad un’operazione di svalutazione arbitraria dello yuan, così da bilanciare l’effetto e tenere costanti le voci a bilancio.

Ed è qui che subentra il legame con i bitcoin.

Una delle principali reazioni delle quali è stata tenuta traccia durante i periodi di svalutazione dello yuan è proprio un apprezzamento dei bitcoin, che trovano nella valuta cinese una delle poche correlazioni, se non l’unica, all’interno dei mercati finanziari.

Un rialzo dei tassi da parte della Fed rischierebbe quindi di affossare lo yuan, al fine di evitare un collasso della PBOC, evento che non è davvero nell’interesse di nessuno. Questo a sua volta causerebbe un rialzo nel prezzo dei bitcoin, a quel punto diretti verso quota $700:

La quotazione della criptovaluta vive di ampi ed improvvisi movimenti, in corrispondenza di eventi direttamente legati al suo mondo.

Il crollo avuto nel mese di agosto, ad esempio, è stato causato da un attacco hacker a Bitfinex, un broker di Hong-Kong, che è poi riuscito a ripagare i clienti che avevano registrato una perdita di denaro dai propri account.

Il lieve trend rialzista nel quale i bitcoin viaggiano da almeno un trimestre potrebbe quindi mostrare un nuovo scossone con la giornata di domani e un possibile rialzo dei tassi Fed li vedrebbe lanciati verso un ritorno a quota $700.

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