Nonostante le misure restrittive in Cina, il tasso di hash (hash rate) della rete Bitcoin ha recentemente messo a segno un nuovo massimo storico.
Dopo il top toccato in quota 69 mila dollari lo scorso 10 novembre, il prezzo del Bitcoin ha iniziato una discesa che ha spinto i prezzi in direzione della media mobile a 200 giorni sotto quota 50 mila dollari.
Nei giorni seguenti al Natale i corsi sono tornati a salire ma una successiva correzione ha riportato le quotazioni al di sotto della MM200 in quota 46.400 dollari.
Secondo Nayib Bukele, Presidente di El Salvador, il BTC raggiungerà 100.000 dollari di valore nel corso dell’anno ed altri due Paesi potrebbero seguire l’esempio di El Salvador nell’adottare il Bitcoin come moneta a corso legale (da settembre 2021, il BTC rappresenta una valuta a corso legale in El Salvador).
Bukele, come rilevato da Simon Peters, Market Analyst di eToro, ha preannunciato una «grande sorpresa» alla Bitcoin Conference che si svolgerà tra il 6 e il 9 aprile.
Bitcoin: tasso di hash ai massimi storici
Sabato 1° gennaio, poco prima del 13° compleanno, il tasso di hash di Bitcoin ha fatto segnare un nuovo massimo storico di 207,53 exahash al secondo.
Il tasso di hash di BTC indica la quantità di operazioni computazionali che un miner o la rete di miner sono in grado di eseguire complessivamente. L’hash rate ci indica in sostanza quanto è potente la rete del Bitcoin.
*L’81% dei conti degli investitori retail perde denaro negoziando CFD con questo fornitore. È necessario valutare se si può sostenere il rischio elevato di perdere il capitale investito.“Il tasso record di hash è un segnale positivo per il suo sviluppo dopo che i numeri erano crollati a seguito del divieto generale introdotto in Cina. Tuttavia, grazie ai molti miners che si spostano in territori più liberi e alle nuove operazioni, l’hash rate sembra essere fortemente rimbalzato dalla fine di giugno dello scorso anno”, ha rilevato Peters.
Blocco internet in Kazakhstan fa scendere l’hash rate
Dopo il recente record, l’hash rate negli ultimi giorni ha registrato una forte contrazione a causa del blocco della rete internet da parte del governo kazako.
Secondo i dati elaborati dalla società di mining Btc.com, la potenza di calcolo dei computer dei minatori e dei gestori della rete di bitcoin negli ultimi giorni ha segnato un -14% a causa dello stop alla rete deciso dalle autorità dopo i recenti disordini.
A causa delle restrizioni introdotte dal governo cinese, il Financial Times stima che 88 mila macchine basate nel Regno di Mezzo abbiano lasciato il Paese, il Kazakhstan è diventato il secondo Paese al mondo per l’estrazione e la transizione di Bitcoin dopo gli Stati Uniti.
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