Silvio Berlusconi è stato protagonista ieri di una lunga intervista condotta da Nicola Porro e Luca Telese sul programma “In Onda” di La7.
I temi toccati sono stati i più disparati e nel complesso Berlusconi ha affrontato tutti i punti caldi della sua campagna elettorale.
Il Cavaliere ha commentato il paragone fatto da Monti: è indecente paragonarmi con Lauro, ha affermato.
Tra le altre cose il Cavaliere apre alle coppie di fatto, anche se in maniera piuttosto cauta.
Quello fatto da Monti è un paragone indecente
Durante l’intervista viene mostrato al Cavaliere un video di Monti che, commentando l’annuncio di Berlusconi di voler restituire l’IMU, lo paragonava a Lauro:
“Si dice che Lauro prima delle elezioni promettesse un chilo di pasta o regalasse una scarpa, promettendo di dare anche l’altra dopo che fosse stato eletto.”
Il senso della frase era chiaro, ma il Professore ha più volte provveduto a ribadirlo in maniera esplicita in altre sedi:
“Il mio predecessore continua a fare promesse cercando di comprare i voti degli italiani con i soldi degli italiani e questo può portare popolarità, ma sarebbe una prova di un Paese sostanzialmente privo di memoria. E io non voglio pensare che gli italiani lo siano”
Berlusconi, visibilmente contrariato da tali affermazioni, ha commentato amaramente la vicenda:
“Devo dire che, tra l’altro, questo paragone con Lauro è veramente indecente e non sta veramente in piedi. Noi, restituendo quanto pagato dagli italiani, crediamo di compiere un gesto di riavvicinamento tra gli italiani e lo Stato, uno Stato che ha imposto su ciò che noi riteniamo sacro, cioè la casa, che è il pilastro su cui tutte le famiglie devono avere il diritto di costruire la sicurezza del loro futuro, una tassa davvero dissennata.”
Berlusconi apre alle coppie di fatto
Telese punzecchia il Cavaliere affermando che, malgrado la distanza ideologica che li separa, avrebbero qualcosa in comune: entrambi infatti sarebbero due “coppie di fatto”, e approfitta per chiedere a Berlusconi la sua posizione sull’argomento.
Il Cavaliere non si scompone e accenna una, seppur tiepida, apertura in merito, riconoscendo il rilievo assunto dalla faccenda nell’attuale contesto socioculturale italiano e annunciando il riconoscimento di nuovi diritti per le coppie di fatto, ma nessuna equiparazione a quelle tradizionali né ipotesi di matrimoni di questo tipo.
Subito l’ex premier precisa di non riferirsi necessariamente a coppie legate da un vincolo amoroso ma anche semplicemente da una comunanza che renda necessario il riconoscimento di un diritto:
“Io sono assolutamente convinto che si debba intervenire, con un voto del Parlamento, per dare garanzia e riconoscere i diritti individuali delle persone che partecipano alle coppie di fatto. Quindi, no a matrimoni, che devono essere e restare solo tra uomo e donna, ma sì ai patti e alle regolamentazioni che regolano le coppie di fatto, che possono essere non solo uomo-uomo o donna-donna ma, anche, ad esempio, tra due sorelle o tra un parroco e la sua perpetua, queste cose possono, e devono essere assolutamente regolarizzate.”
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