Bando europeo per agenzie stampa: intervista a Lazzaro Pappagallo di Stampa Romana

Ranjitha Mancini

4 Aprile 2017 - 11:11

Agenzie di stampa italiane tra polemiche e scioperi dopo la proposta del Governo di una gara europea per l’assegnazione dei contratti di servizio: Lazzaro Pappagallo di Associazione Stampa Romana spiega cosa sta succedendo in un’intervista per Forexinfo.it.

Bando europeo per agenzie stampa: intervista a Lazzaro Pappagallo di Stampa Romana

In questi giorni è forte la polemica sul bando di gara europeo per l’assegnazione dei contratti di servizio con le agenzie di stampa. Quali sono i rischi per le agenzie stampa italiane e per l’informazione primaria nell’eventualità di un bando di gara europeo per l’assegnazione dei contratti di servizio?

Ne ha parlato con Forexinfo.it il giornalista RAI Lazzaro Pappagallo, che dal 2015 è anche segretario del sindacato unitario dei giornalisti del Lazio "Associazione Stampa Romana".

La recente decisione del Governo di rivedere il sistema delle convenzioni con le agenzie di stampa ha suscitato una forte preoccupazione nel settore dell’informazione: con l’istituzione di un bando europeo verrebbero meno le attuali convenzioni alle agenzie stampa, che ammontano a circa 30 milioni di euro.

In questo modo, la Presidenza del Consiglio smetterebbe dopo decenni di svolgere il ruolo politico di garante della qualità e soprattutto del pluralismo dell’informazione. Eppure anche in ambiente politico non mancano gli oppositori alla proposta di una gara europea per l’acquisto dei servizi informativi dalle agenzie di stampa, in quanto questa metterebbe seriamente a rischio il settore dell’informazione primaria, con possibili ripercussioni anche sul piano occupazionale.

Lazzaro Pappagallo, che ha gentilmente concesso questa intervista a Forexinfo.it e che ringraziamo per la disponibilità, ci aiuterà a comprendere meglio il tema e i motivi dell’apprensione che agita le agenzie di stampa italiane.

1. Negli ultimi mesi ha destato molta preoccupazione nell’ambiente dell’editoria la decisione del Governo di rivedere il sistema delle convenzioni con le agenzie di stampa attraverso un bando di gara europeo per l’assegnazione dei contratti di servizio. Qual è la motivazione ufficiale fornita dal Dipartimento Editoria per un tale cambiamento?

La motivazione ufficiale arriva da un parere dell’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Per la Presidenza del Consiglio l’ANAC in questo parere imporrebbe di adottare la gara europea come metodo per l’assegnazione del servizio di informazione primario. In realtà il parere ANAC lascia aperte anche altre strade, non dice che la scelta gara debba essere necessariamente percorsa.

2. Se il progetto di un bando europeo per i contratti di servizio andasse in porto, saremmo il primo Paese a mettere l’informazione primaria nelle mani di altri Paesi. Cosa accadrebbe alle redazioni d’Italia?

Potrebbe accadere che agenzie come la France Press, lautamente finanziate dal proprio Stato, partecipino alla gara qui da noi e vincano. E non è detto, sempre in linea teorica, che rioccupino chi perderebbe il posto di lavoro nelle agenzie italiane esistenti.

3. L’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea garantisce la libertà di opinione e di informazione, senza ingerenze da parte delle autorità pubbliche e nel rispetto del pluralismo dei media. In che misura il pluralismo dell’informazione è minacciato dalla proposta di un bando europeo?

Il pluralismo informativo è offerto essenzialmente dalla pluralità di aziende e quindi di voci che possono informare i cittadini. La riduzione di queste voci a una o due aziende contrasterebbe con il principio affermato nella Carta.

4. Sabato 25 marzo i colleghi delle agenzie di stampa hanno portato avanti il primo sciopero nella storia dell’editoria italiana dell’intero settore dell’informazione primaria con il supporto della FNSI. Quali sono i rischi concreti per l’occupazione dell’intero settore?

Il bando in linea teorica è strumento di concorrenza. Vince chi offre di più oppure vince chi fa di più con costi minori. Una linea del genere sembra incompatibile con numeri importanti di occupazione. I giornalisti dipendenti dalle agenzie di stampa sono 830. A questi dobbiamo aggiungere centinaia di collaboratori giornalisti. E a questa platea, di un migliaio abbondante di unità, si devono aggiungere i professionisti di altri settori, dai poligrafici agli amministrativi alla parte commerciale, il cui posto di lavoro non sarebbe più garantito.

5. Riguardo la recente vicenda di Sky Italia e della sua intenzione di spostare un’intera redazione da Roma a Milano, persino Papa Francesco si è pronunciato affermando che "Chi per motivi economici toglie il lavoro ad un uomo fa un peccato gravissimo". Qual è la posizione di Stampa Romana in tal proposito?

Stampa Romana ha sempre sottolineato l’insensatezza di questa operazione. Un’azienda che produce utili e che fa investimenti per 30 milioni, 7 a Roma per ristrutturare la nuova redazione al Capranichetta a due passi da Montecitorio, non può licenziare 14 giornalisti e 200 tecnici. Gli esuberi devono sparire, non sono giustificati dall’andamento economico di Sky. E qualche dubbio resta anche sulle ragioni dello spostamento da Roma a Milano. Vero che l’azienda ha investito a Milano su un nuovo sistema operativo. Resta però ancora non spiegato perché una all news, una televisione di territorio, possa coprire meglio il nostro Paese da Milano e non da Roma. Sia sulla trasformazione tecnologica sia sul piano editoriale l’azienda resta tuttora reticente. E per convincere la politica della necessità e della inevitabilità di questa operazione, nonostante le parole di Papa Francesco, hanno fatto incontrare a Palazzo Chigi i vertici europei del gruppo con il premier Gentiloni.

6. Il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, è convinto della praticabilità di altri percorsi per l’assegnazione dei servizi, così come il presidente del Gruppo Misto, Pino Pisicchio, che ha presentato alla Camera una mozione a difesa del pluralismo dell’informazione e del ruolo fondamentale delle agenzie di stampa, con il sostegno di membri di altri 11 gruppi, tra cui Renato Brunetta di FI e Maurizio Lupi di AP. Pensa che siano possibili dei risultati o siamo giunti a un punto di non ritorno per l’editoria italiana?

Penso che certamente siano possibili risultati e che si possa tornare indietro o trovare strade che non facciano applicare tout court al settore delle agenzie primarie il codice degli appalti. Lo sciopero di sabato scorso è stato un successo indiscutibile per compattezza e adesioni. Il Governo non può non tener conto di quanto accaduto. Ma è anche una questione di prospettiva. Per il Governo questo settore deve essere considerato strategico e di rilevante interesse pubblico alla pari di sanità o trasporti. L’informazione di un Paese è bene strategico e indisponibile.

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