Banco Popolare-Bpm: resta solo un nodo da sciogliere. Fusione scontata per gli analisti

Antonio Atte

20/09/2016

20/09/2016 - 10:51

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Fusione Banco Popolare-Bpm: ecco l’ultimo nodo da sciogliere per l’istituto milanese prima dell’assemblea del 15 ottobre. Per gli analisti l’aggregazione è scontata.

Banco Popolare-Bpm: resta solo un nodo da sciogliere. Fusione scontata per gli analisti

Fusione Banco Popolare-Bpm - La data cerchiata di rosso sul calendario è quella di sabato 15 ottobre, giorno in cui si riunirà l’assemblea straordinaria della Popolare di Milano per decidere sulla fusione col Banco Popolare.

Prima però, in vista del voto, Bpm vuole cementificare l’intesa interna siglando con i sindacati un patto sul welfare aziendale.

La soluzione - alla quale l’istituto guidato da Giuseppe Castagna e i sindacati interni lavorano da tempo - riguarda la distribuzione annuale del 5% dell’utile lordo, prevista dall’articolo 60 dello statuto della Bpm.

Dopo la fusione col Banco Popolare questa consuetudine sarà destinata a decadere. La proposta alternativa - destinata a valere solo per i dipendenti assunti prima dell’aggregazione con l’istituto veronese - dovrebbe prevedere anche una conferma della cassa sanitaria.

Fusione Banco Popolare-Bpm: i preparativi per l’assemblea di ottobre

Intanto i sindacati Fabi, Uilca, Fisac-Cgil e First-Cisl si preparano a mobilitare i propri iscritti per l’appuntamento di ottobre tramite diverse assemblee in giro per l’Italia.

I vertici della Popolare milanese, invece, il 4 ottobre cominceranno a spiegare a investitori e soci i dettagli del progetto di fusione col Banco Popolare.

Castagna, l’ad di Bpm, ha infatti affermato che:

“È importante che tutti capiscano la valenza dell’operazione ed è responsabilità nostra e mia di comunicare bene il fatto che è una notizia positiva per il sistema bancario, il Paese, gli imprenditori e il mercato”.

Fusione Banco Popolare-Bpm: la fazione dei pensionati è contraria

Mentre l’ok del Banco Popolare alla fusione appare praticamente scontato, l’esito del voto che sarà espresso dall’assemblea di Piazza Meda potrebbe riservare delle sorprese.

La “frangia” dei pensionati, rappresentati dal Patto per la Bpm e l’Associazione Lisippo hanno manifestato la propria contrarietà all’ipotesi delle nozze con l’istituto veronese.

I pensionati partono da 700 adesioni e possono raccogliere fino a 10 deleghe per il voto in assemblea. In caso di bassa affluenza potrebbero dire la loro, anche se gli analisti non sembrano tenere in considerazione questa possibilità.

Fusione Banco Popolare-Bpm: per gli analisti è scontata

Per Equita Sim

“anche ipotizzando uno scenario di questo tipo, non consideriamo l’operazione a rischio perché i soci dipendenti favorevoli al deal possono contare su circa 4-5mila voti”.

Sempre secondo la banca d’investimento

“una scelta contraria alla fusione potrebbe avere ricadute occupazionali più pesanti di quelle previste dal piano Banco-Bpm in quanto Bpm diventerebbe un takeover target una volta diventata spa e in quel caso l’acquirente imporrebbe tagli del personale più elevati”.

Agli analisti di Equita fa eco Intermonte, che stima in 2-3mila adesioni il bottino finale raccolto dal fronte del no e ripone la propria fiducia nell’incontro del 22 settembre tra l’amministratore delegato Castagna e la fazione contraria alla fusione.

Al momento a Piazza Affari sia il titolo Bpm sia le azioni del Banco Popolare registrano una forte flessione, nell’ordine rispettivamente del 3,28% e del 2,48%.

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