Banca Carige: giorni cruciali per il salvataggio

Francesca Caiazzo

7 Gennaio 2019 - 11:05

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I commissari hanno una serie di incontri questa settimana per tentare di risollevare le sorti dell’istituto ligure.

Banca Carige: giorni cruciali per il salvataggio

Sono giorni delicati per il futuro di Banca Carige. L’istituto ligure, dopo il commissariamento, è in cerca di una strada che porti verso il salvataggio e che eviti il baratro.

Tra oggi e domani, sono in programma incontri piuttosto importanti che vedranno impegnati i tre commissari straordinari, Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener.

Oggi, l’interlocuzione con il Fondo interbancario; domani il tavolo con i sindacati.

L’obiettivo è risollevare le sorti della banca ligure attraverso un nuovo piano industriale che prevede la ricapitalizzazione, la fusione con un altro operatore bancario e la negoziazione del prestito con il Fondo interbancario.

Oggi incontro con Fondo interbancario

Il primo giorno dopo le festività natalizie inizia all’insegna degli impegni istituzionali per la triade commissariale di Banca Carige. Innocenzi, Modiano e Lener avranno un incontro con il Fondo interbancario per ridiscutere le condizioni del prestito subordinato da 320 milioni che era stato sottoscritto a fine novembre dello scorso anno.

L’intenzione dei commissari sarebbe quella di rivedere soprattutto la questione del tasso di interesse e farlo scendere sotto il 16% precedentemente applicato in seguito al mancato avvio dell’aumento di capitale da 400 milioni.

L’operazione era sfumata in seguito alla posizione contraria di Vittorio Malacalza, azionista di maggioranza, che oggi però sembra aprire all’ipotesi di ricapitalizzazione.

Domani tocca ai sindacati

Non meno delicata è la situazione sul fronte del personale: che ne sarà dei lavoratori di Banca Carige? Se lo chiedono in particolare i sindacati che domani attendono di incontrare i tre commissari con la speranza di ottenere rassicurazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali.

I dipendenti dell’istituto ligure sono a rischio sia nel caso in cui la banca non riuscisse nell’operazione di salvataggio, sia nell’eventualità che subentri un altro gruppo bancario.

Nei giorni scorsi si era fatta largo l’ipotesi di un eventuale intervento di Mps: la sola idea, per ora annoverata tra le indiscrezioni di stampa, aveva già messo in allarme la Commissione Europea.

C’è da dire, inoltre, che il lavoro di Ubs, advisor incaricato di trovare potenziali partner, al momento non ha dato alcun risultato.

Questione sofferenze

Il ruolo del governo nella gestione della crisi di Banca Carige appare rilevante. Soprattutto sul fronte della gestione degli Npl dell’istituto.

A tal proposito sarebbero già stati avviate interlocuzioni tra i commissari e i vertici di Sga per concordare la cessione di un pacchetto di circa 2,8 miliardi di euro di sofferenze. La società controllata dal Mef si è già attivata in tal senso in passato quando ha rilevato gli Npl delle banche venete.

In due anni, Carige è riuscita a ridurre fortemente i crediti problematici, che a inizio febbraio 2017 ammontavano a circa 7,3 miliardi di euro.

Incognita Malacalza

Come detto, le perplessità dell’azionista di maggioranza della banca, Malacalza, hanno fatto sfumare l’aumento di capitale da 400 milioni di euro.

Un’operazione che se portata a termine avrebbe portato il Fondo interbancario a ridurre al 13% il tasso di interesse applicato al bond emesso a fine novembre.

Il rafforzamento patrimoniale resta comunque una delle priorità di Carige, un compito che dovranno dimostrare di portare a termine i tre commissari.

Sulla posizione di Malacalza restano comunque forti dubbi: nonostante si sia ammorbidita dopo il commissariamento, molti esperti dubitano che l’azionista sia disposto a immettere nuova liquidità, dopo le ingenti risorse già spese per la banca.

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