Azioni cinesi: guerra e Covid fanno soffrire la Borsa

Roberto Donzelli

19 Marzo 2022 - 18:00

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Le azioni cinesi sono state sicuramente tra le più movimentate dell’ultimo periodo. Quali sono le prospettive?

Azioni cinesi: guerra e Covid fanno soffrire la Borsa

Il 2022 non è stato, fino a ora, un anno particolarmente facile per le azioni. Seppur con andamenti e intensità diverse, tanto gli Usa, quanto l’Europa e i mercati emergenti, sono tutti in rosso da inizio anno.

Non c’è dubbio, comunque, che nell’ultimo periodo, fatta eccezione per la Borsa russa, sono state le azioni cinese quelle più deboli e, in generale, più movimentate. Il tutto si è peraltro innescato nell’ambito di un movimento che era già discendente da qualche mese.

Analizziamo meglio la situazione

L’andamento delle azioni cinesi

La Borsa cinese, misurata dall’indice CSI300 (in euro), ha toccato il suo ultimo massimo nei primi giorni del dicembre 2021.

Da allora a oggi, la discesa è stata del 14%, ma aveva toccato anche il -18% nei giorni scorsi. Già di per sé un calo piuttosto sostenuto.

La discesa era accelerata poi nelle ultime sedute. Solo nelle prime due settimane di marzo, il calo era stato del 13%. Solo negli ultimi giorni c’è stato un forte rimbalzo, non certo in grado di recuperare le discese precedenti.

Insomma, chi pensava che la Cina non fosse coinvolta nel conflitto Russia-Ucraina si sbagliava di grosso. Ma quali sono state le ragioni di questa discesa?

Cina, guerra, globalizzazione

Il principale motivo del ribasso di marzo è l’ambigua posizione di Pechino sul conflitto ucraino che lascia temere possibili rotture con l’Occidente.

Per il momento la Cina non si è schierata apertamente con la Russia di Putin, ma non ha nemmeno condannato l’iniziativa come ha fatto l’Occidente. Men che meno Pechino ha partecipato alle sanzioni internazionali. Anzi, diversi analisti intravedono la possibilità che la Cina possa approfittare dell’isolamento russo per intraprendere una partnership e acquisire a buon prezzo le immense risorse energetiche e naturali russe di cui l’economia cinese è affamata.

Questo rappresenta senza dubbio un’opportunità per Pechino. Per contro, però, nuove sanzioni dall’Occidente sarebbero potenzialmente molto più pericolose, dato che quest’ultimo rappresenta sempre un insostituibile mercato di sbocco per i prodotti cinesi.

Non c’è dubbio che la Cina sia una delle vincitrici del processo di globalizzazione. Un processo inverso, che limiti l’apertura dei mercati e riporti in essere dal punto di vista economico una politica di blocchi e sfere di influenza, avrebbe non poche ripercussioni per l’economia cinese.

Azioni cinesi, prospettive per gli investitori

Con il ribasso di questi ultimi quattro mesi, le azioni cinesi sono ora ancora più economiche. Lo erano già prima rispetto a quelle americane, perché la Cina, così come gli emergenti in genere, viene da un decennio di sottoperformance.

Tuttavia, a fronte di maggiori potenzialità di guadagno potete facilmente vedere come i rischi siano maggiori.

In un periodo turbolento come questo, le azioni che hanno perso meno sono state, guarda caso, proprio quelle americane. Come dire, avere il mercato finanziario più grande del mondo, probabilmente con la legislazione più avanzata, con le maggiori tutele per gli investitori e, in generale, fare capo a un Paese inattaccabile e poco ricattabile, fa molta differenza in questi frangenti.

La Cina e i mercati emergenti possono comunque trovare spazio in un portafoglio diversificato, a patto di non eccedere con l’esposizione ed essere consapevoli dei rischi.

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