Mentre arriva una sanzione di €12 mln per investimenti in derivati, Unicredit cerca una ripresa sul mercato con nomi nuovi, compreso l’ad, e le azioni riprendono quota verso i €3.
Le azioni Unicredit aprono l’ultima giornata della settimana con un deciso rialzo (+4,00%), risalendo sopra quota €2,9 dopo il minimo a €2,76 toccato due giorni fa.
Federico Ghizzoni, attuale ad di Unicredit, è tra i nomi che potrebbero cambiare ai vertici della società, intenzionata a rilanciarsi sul mercato con un aggiornamento del proprio board, mantenendo però saldo il piano industriale previsto da qui al 2018.
Intanto dal tribunale di Bari arriva una condanna a pagare €12 milioni per aver danneggiato l’azienda locale Divania tramite operazioni in derivati reputate inappropriate.
Vediamo ora l’evolversi delle ultime vicende riguardanti Unicredit e lo scenario in vista per il titolo, dopo il periodo buio vissuto in seguito ai risultati della trimestrale.
Unicredit: cambio ai vertici, piano industriale e sanzione su derivati
Le performance che Unicredit sta tenendo sul mercato hanno visto un dimezzamento del valore delle sue azioni in sei mesi, portando i vertici della banca a pensare ad un modo di uscire da questa situazione.
Come spesso accade la soluzione migliore è quella di proporre un cambiamento, generalmente ben visto dagli operatori, coinvolgendo alcuni dei membri del cda, comepreso l’ad Federico Ghizzoni.
Per quanto il suo contributo sia apprezzato dal board, la necessità di cambiare le carte in tavola potrebbe portare un nome nuovo al suo posto. Tra questi sono in fase di valutazione Jean-Pier Moustier, già capo del Cib di Unicredit, e Marco Morelli, vice presidente per l’area Emea di BofA-Merrill Lynch, per una soluzione non ancora ben orientata tra Italia ed estero.
Il piano industriale della società, tuttavia, è destinato a rimanere e a non subire ripercussioni dalle vicende legate al rinnovo del cda.
Il piano prevede la chiusura entro il 2016 di 265 filiali sul territorio italiano con l’obiettivo di raggiungere il target di costi, operazione delicata che Unicredit si propone di svolgere al meglio, pensando alle filiali automatiche più che a quelle presidiate.
In ogni caso, come afferma Paolo Fiorentino, vicedirettore generale:
“Le battaglie fuori dai mondi operativi non ci devono interessare e distrarre.”
Per quanto la sua stessa posizione è tra quelle oggetto di analisi nell’ottica di un rinnovo.
Tra le distrazioni per Unicredit c’è sicuramente la recente condanna del tribunale di Bari per €12 milioni per aver danneggiato l’azienda Divania.
La società del barese è stata dichiarata fallita nel 2011 e l’accusa nei confronti di Unicredit riguarda le ingenti perdite che la stessa avrebbe maturato a causa di investimenti in derivati del tutto inappropriati.
L’istituto di credito avrebbe proposto alla società strumenti dal profilo di rischio assolutamente incoerente, avendo fini più speculativi che di copertura, al contrario di ciò che credevano in Divania.
Unicredit, dalla sua, si è riservata di proporre appello, in disaccordo con gli esiti del processo e convinta che il fallimento dell’azienda barese abbia cause diverse e slegate dalla sottoscrizione dei contratti incriminati.
Vediamo ora l’andamento e le prospettive delle azioni Unicredit in questo periodo concitato.
Azioni Unicredit si rialzano dai minimi: target €3
Le azioni Unicredit hanno segnato in settimana un nuovo minimo a €2,76, dal quale sembrano essersi risollevate.
Negli ultimi mesi il loro andamento ha seguito degli ampi swing al rialzo e al ribasso, caratterizzati da minimi decrescenti, come osservabile nel seguente grafico giornaliero:
La tendenza chiaramente ribassista del titolo si è per la terza volta fermata in prossimità del supporto intorno a €2,8, il cui test ciclico ha finora resistito, portando ad un rimbalzo del prezzo.
Il ritracciamento del precedente downtrend era arrivato fino al 61.8 di Fibonacci. Se l’attuale ripresa dovesse seguire un andamento proporzionale, l’obiettivo di prezzo per le azioni Unicredit si attesterebbe a €3,3.
In ogni caso il primo target rimane il ritracciamento a 23.6 e il conseguente test dei €3, fondamentale nell’ottica di una prosecuzione al rialzo.
Gli oscillatori segnalano una ripresa del titolo, con l’RSI in ripresa e il MACD prossimo al ritorno nel range dei numeri positivi.
Le nuove prospettive che la società sta cercando di proporre al mercato e la ripresa di quest’ultima seduta di settimana sembrano rilanciare il titolo Unicredit verso un ritorno a €3, ma è bene rimanere in attesa del risultato di un suo eventuale test.
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