Azioni Unicredit, altra giornata negativa a Piazza Affari. Sul titolo della banca pesa il giudizio negativo degli analisti e i timori legati all’aumento di capitale.
Azioni Unicredit, nuovo tonfo: quale futuro per l’istituto? - Si fa presto a dire “promossa”. Unicredit ha superato con riserva gli stress test della BCE e nella classifica delle 10 peggiori banche d’Europa (elaborata in basa all’analisi dei dati EBA) figura al quarto posto.
La reazione del mercato al responso dell’autorità bancaria è stata impietosa: dopo il -9,4% riportato al termine della seduta di ieri, oggi le azioni Unicredit cedono oltre i cinque punti percentuali e mezzo.
Azioni Unicredit: pesa il giudizio degli analisti dopo stress test
Sull’andamento negativo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier pesa il giudizio degli analisti e i timori legati all’aumento di capitale.
Alla stroncatura di Kepler Cheuvreux si è aggiunto il freddo commento di Citigroup, secondo la quale “gli stress test dell’Eba non hanno segnato un punto di svolta nella crisi, ma indicano solo un primo, timido progresso nella giusta direzione”.
Eloquente anche il parere di Equita, che giudica negativamente la performance di Unicredit agli ultimi stress test, sottolineando come i risultati di quest’anno (-384 punti base di CET1 ratio) si siano rivelati peggiori di quelli conseguiti in occasione delle prova precedente (-280 punti base di CET1 ratio).
Unicredit: aumento di capitale tra i 6 e gli 8,5 miliardi
Venendo al capitolo aumento, un’eventuale ricapitalizzazione di Unicredit era stata inizialmente stimata in 5 miliardi di euro. Cifra che è stata rivista al rialzo dagli analisti, i quali ora ipotizzano un aumento di capitale compreso fra i 6 e i 7 miliardi.
Ma c’è anche chi paventa importi di maggiore entità. Secondo gli esperti di Banca Imi, infatti, per totalizzare un CET1 ratio in linea con la media europea del 9,2% in caso di scenario avverso, l’istituto necessiterebbe di 8,5 miliardi di capitale aggiuntivo.
Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, il Ceo Mustier avrebbe già avviato i colloqui con alcune banche: si parla di Jp Morgan e Morgan Stanley, ma anche Bofa Merrill Lynch, Citi, Credit Suisse e Goldman Sachs. Ad ogni modo, l’eventuale piano per un aumento dovrebbe essere presentato il prossimo inverno (probabilmente a novembre), per poi essere varato a gennaio-febbraio 2017.
Unicredit e il capitolo cessioni
Resta da sciogliere il nodo cessioni, tramite le quali Unicredit potrebbe mitigare il fabbisogno di capitale evidenziato dalla BCE.
Subito dopo il suo insediamento, Mustier ha disposto la cessione del 10% di due controllate del gruppo, FinecoBank e la polacca Pekao, raccogliendo più di un miliardo di euro e migliorando il Common Equity Tier 1 di 20 punti base. Ma le operazioni potrebbero non fermarsi qui.
Allo studio di Piazza Aulenti c’è infatti la vendita dei due asset (a cui potrebbe aggiungersi la turca Yapi Kredi), oltre alla quotazione in Borsa di Pioneer, dopo il fallimento della trattativa con il Banco Santander per l’aggregazione.
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