Aviolancio di satelliti: Aeronautica Militare avvia la collaborazione con industria, Università e centri di ricerca

Redazione Motori

13 Dicembre 2018 - 12:48

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Aeronautica Militare, Università di Roma La Sapienza, Cira, Cnr e Sitael hanno firmato a Roma una lettera d’intenti per lo studio e lo sviluppo di tecnologie di aviolancio per piccoli satelliti.

Si allargano i confini del cielo: l’Aeronautica Militare ha siglato una lettera d’intenti con l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, il CIRA - Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, il CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche e Sitael Spa per una collaborazione sulla possibilità di mettere in orbita piccoli satelliti da aerei in volo.

L’obiettivo è lo sviluppo di nuove tecnologie per effettuare dei lanci nell’aerospazio, ovvero quella porzione di cielo compresa tra i 15 e i 100 km di quota, finalizzati al posizionamento di piccoli satelliti in orbita. In pratica l’Aeronautica porta avanti le attività del suo motto “Una forza armata utile per il Paese” non solo con i trasporti di emergenza e il soccorso aereo in calamità e altri eventi, ma mettendo a disposizione le sue capacità di studiare, pianificare e svolgere missioni di volo di altissimo profilo.

Mercoledì 12 dicembre, presso il Palazzo dell’Aeronautica a Roma, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica generale Alberto Rosso, il Dott. Giambattista Brignone, Direttore Generale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Prorettore alla Ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico della Sapienza, Prof. Teodoro Valente, il Prof. Paolo Annunziato, Presidente del CIRA, e il Prof. Nicola Zaccheo, CEO di SITAEL SpA, hanno firmato la lettera d’intenti a cui seguirà un avviso pubblico per manifestazione di interesse per l’attività.

Come sottolineato dal generale Rosso:

Con l’avvio di questa collaborazione sotto la regia della Presidenza del Consiglio, vogliamo concentrare l’attenzione e le nostre professionalità su come arrivare allo spazio e sulle capacità distintive dell’Aeronautica Militare che ne abiliteranno l’accesso, consentendo alla Difesa ed all’Italia di estendere la competenza aerospaziale dai 20 km sino alla soglia dello spazio convenzionalmente posta a circa 100 km.

Questa nuova frontiera del volo militare amplia considerevolmente le opportunità dal punto di vista delle missioni e quindi anche sotto l’aspetto economico, tagliando i costi richiesti dai lanci di satelliti standard e svincolando l’Italia dalle basi internazionali predisposte al lancio. Come ricordato dal Prof. Annunziata, inizia ora la quarta fase dello Spazio, quella della Space Economy.

Aviolancio, opportunità per il Paese

L’accordo rientra nel programma della Difesa per una maggiore collaborazione tra forze armate, mondo accademico, ricerca ed industria. Come ha sottolineato il Colonnello Violetti, l’accordo quadro che seguirà alla manifestazione d’interesse comprenderà varie realtà dell’industria italiana e sancirà ufficialmente l’avvio delle attività per uno studio di fattibilità.

Si punta all’inclusività della rete di eccellenze nell’ambito aeronautico, spaziale e tecnologico, con l’obiettivo di coinvolgere non solo le grandi, ma soprattutto le medie e le piccole imprese di cui è ricco il Paese.

Il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale Settimo Caputo ha ricordato che lo studio ha l’obiettivo di gestire le risorse dei voli suborbitali parallelamente alla riduzione delle dimensioni dei satelliti, un passo che proietta nel futuro lo sviluppo di tecnologie utili sia in campo civile che militare.

Questa collaborazione tra Forze Armate, mondo accademico e industriale si inserisce tra le molteplici attività che l’Aeronautica Militare svolge dagli anni Cinquanta con il Prof. Broglio alla partecipazione in voli orbitali di vari astronauti italiani, e attualmente per l’accesso e lo sfruttamento della fascia aerospaziale, di importanza strategica e dall’elevato interesse per la comunità scientifica internazionale.

Infatti la possibilità di lanciare in orbita satelliti di circa 50 kg dagli Eurofighter consentirà di tagliare i costi e i tempi per ogni missione, grazie alla velocità e alla brevità con cui si può attivare questo tipo di satelliti.

Un vantaggio per l’Italia - sottolinea il Colonnello Violetti - che potrà essere service provider vendendo i lanci per altri Paesi”.

Satelliti in orbita con gli Eurofighter

Per lo scopo si era inizialmente pensato all’utilizzo degli aerei C-130, sostituiti poi dagli Eurofighter a disposizione dell’Aeronautica Militare.

Il Colonnello Violetti ha inoltre aggiunto che lo studio di fattibilità in relazione alla variazione di costo per kg di portata avverrà con build up approach per confrontare il business plan associato alla capacità di carico concreta dei vettori nazionali, con la nuova tecnologia al fine di evitare lo spreco di risorse:

La scelta dell’Eurofighter non è casuale: per l’aviolancio occorreranno poche modifiche e quindi costi ridotti. Per questo si è partiti da uno studio sulla capacità di lancio degli Eurofighter, per adattare i lanci alle caratteristiche dei mezzi, ottimizzando gli investimenti.

L’aviolancio potrebbe rappresentare un fattore abilitante per lo sviluppo di ulteriori tecnologie dual use, come quelle connesse al settore del volo super/ipersonico, in particolare per lo sviluppo di nuovi sistemi di propulsione come i motori pre-raffreddati (air breathing).

I satelliti, come anticipato dal Prof. Zaccheo, CEO di SITAEL, leader nella produzione di satelliti di piccole dimensioni, avranno un peso ridotto a 50 kg, come quelli già testati nel volo effettuato con SpaceX di Elon Musk, e garantiranno un impiego pari ai satelliti tradizionali.

Lanciati in orbita direttamente dagli aerei in volo, si prestano per numerose applicazioni, dall’osservazione terrestre - utile al monitoraggio geopolitico e geografico - alle telecomunicazioni. Questi innovativi strumenti garantiscono tempi inferiori dal lancio all’operatività - si parla di 24 ore - oltre a costi più bassi.

Si aprono quindi interessanti scenari a livello scientifico, economico ed industriale, con la possibilità per l’Italia di lanciare in orbita payload senza appoggiarsi alle basi internazionali, sfruttando i nano-satelliti per ogni settore di impiego, dalle comunicazioni al monitoraggio ambientale e a quello per usi civili e militari.

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