Australia contro Google sulla raccolta dati personali

Marco Ciotola

23/04/2021

22/06/2021 - 15:07

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L’Australia contro Google e dalla parte degli utenti “fuorviati” dal colosso tech sul fronte raccolta dati personali. La vicenda

Australia contro Google sulla raccolta dati personali

L’Australia vince in tribunale contro Google sulla raccolta dati personali. La corte federale australiana ha infatti stabilito che il motore di ricerca ha indotto in errore gli utenti in merito alle politiche di raccolta dati personali.

Una vicenda che ha a che fare con le policy di raccolta tramite dispositivi mobili Android tra il 2017 e il 2018, e che ha spinto a intervenire l’Antitrust di Sidney.

È infatti l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ad aver riconosciuto gli illeciti di Google, affermando che la sentenza rappresenta una “vittoria importante per i consumatori” per quanto riguarda la protezione della privacy online

Australia contro Google sulla raccolta dati personali

Stando alle conclusioni tratte dalla sentenza della ACCC, Google ha indotto in errore gli utenti Android.

Li ha infatti portati a pensare che avrebbe raccolto dati personali solo se l’impostazione «cronologia delle posizioni» fosse stata attiva. Il tribunale australiano ha quindi evidenziato come Google tuttora raccolga, archivi e utilizzi dati sulla posizione anche se la cronologia delle posizioni è di fatto disattiva.

In una dichiarazione a commento della sentenza, il presidente dell’ACCC Rod Sims ha definito la vicenda giudiziaria e le sue attuali conclusioni come una “vittoria importante per i consumatori”:

“Questa è una vittoria importante per i consumatori, in particolare per tutti quelli giustamente preoccupati per la propria privacy online. La decisione della Corte invia un messaggio forte a Google e ad altri colossi tech: le grandi aziende non devono fuorviare i propri clienti”.

Mentre dai vertici Google hanno sottolineato il completo disaccordo con la sentenza e le intenzioni di un ricorso in appello:

“Non siamo d’accordo con quanto sentenziato e stiamo attualmente esaminando le nostre opzioni, incluso un possibile appello”.

In seguito ai procedimenti legali dell’ACCC, Google ha intanto già avviato un processo di miglioramento delle procedure di trasparenza e controllo utente, inclusa una funzione di eliminazione automatica per la cronologia delle posizioni e una modalità di navigazione in incognito nel suo Maps.

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