Austerity: è l’inizio di una nuova era? Lavoro, la nuova priorità di Bruxelles

Federica Agostini

29/05/2013

Austerity: è l’inizio di una nuova era? Lavoro, la nuova priorità di Bruxelles

Quella di oggi sarà una giornata particolarmente importante per Bruxelles che darà il chiaro segnale di un cambiamento di strategia contro la crisi: a tre grandi economie dell’Unione Europea, infatti, sarà concessa la possibilità di allungare i termini temporali per raggiungere i target sul deficit. La nuova era dell’austerity inizia da qui.

Al verdetto annuale sulle finanze dei 27 membri dell’UE, a Francia, Spagna e Paesi Bassi sarà concessa una proroga per raggiungere il target del 3% del deficit. Inoltre, Bruxelles finirà col liberare l’Italia dal monitoraggio, nonostante la decisione del governo di ridurre alcune tasse imposte dai suoi predecessori.

Perché l’austerity non crea posti di lavoro

La Commissione Europea allenta la morsa sull’austerity, ma a condizione che i paesi coinvolti avvino un programma di riforme sul mercato del lavoro, priorità assoluta di questo momento.

"Ci sono limiti a ciò che può essere raggiunto con l’austerity" ha detto uno degli economisti della Commissione, e il significato dell’allentamento sull’austerità è esattamente questo: dare più tempo alle nazioni perché possano intervenire sulla crisi occupazionale che interessa tutta la regione economica.

Non si tratta di un abbandono della disciplina fiscale, spiegano gli ufficiali della Commissione che sottolineano la necessità di continuare a mantenere i bilanci sotto controllo, nonostante le concessioni temporali.

Ma ci saranno anche moniti: Bruxelles tirerà le orecchie a quei governi che hanno mostrato eccessiva lentezza nel portare avanti le riforme strutturali e chiederà a questi azioni decise e puntuali. L’Europa rischia la stagnazione economica.

La crisi del lavoro sta spezzando le ali all’Europa

Enrico Giovannini, ministro del lavoro in Italia ha detto:

"Dobbiamo salvare un’intera generazione di giovani spaventati. Abbiamo preso la generazione più istruita e l’abbiamo messa in pausa. Questo è inaccettabile."

Ad ogni modo, le alte cariche della Germania terranno un’occhio vigile sulle raccomandazioni di Olli Rehn alla Francia. Alcuni ritengono infatti che l’agenda di Rehn chieda molto di più di quanto Hollande sia disposto a fare.

Hollande ha detto più volte che la disoccupazione giovanile dev’essere una delle priorità d’Europa, ma le riforme tardano ad arrivare secondo Bruxelles. Anche a livello nazionale, Hollande è sotto pressione da Christian Noyer, capo della Banca di Francia, che insiste perché Parigi non faccia affidamento soltanto sull’aumento delle tasse per il risanamento dell’economia. Servono riforme al sistema pensionistico e a quello lavorativo.

L’austerity non funziona e l’allentamento dei termini con Bruxelles ne è una prova, ma sarà sufficiente ad evitare la crisi del lavoro, figlia della crisi dell’Euro?

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