Aumento canone Rai in vista? Dal testo della legge di Stabilità in esame al Senato emerge concretamente questa possibilità, vediamo insieme di che si tratta.
Aumento canone Rai sì o no? A leggere alcune proposte emendative contenute nella legge di Stabilità sembrerebbe proprio di sì: il taglio ai finanziamenti alle emittenti locali, denunciato per primo dall’organizzazione di categoria AERANTI-CORALLO, ha infatti messo da tempo in risalto le problematiche di un settore, quello radiotelevisivo locale, che rischia di essere messo ulteriormente in crisi dalla mancanza di sostegno statale. Tuttavia, come ci viene ripetuto quotidianamente dalla politica, “la coperta è corta”, e allora è caccia aperta alle coperture finanziarie per assicurare le risorse alle emittenti radio tv locali, e , almeno per il momento, l’aumento del canone Rai sembra l’ipotesi più gettonata dai vari partiti politici.
Aumento canone Rai, una scelta bipartisan
Andando a scartabellare tra le numerosissime proposte emendative alla legge di Stabilità, infatti, la volontà di incrementare il canone rai sembra mettere d’accordo – caso più unico che raro – sia i senatori del Partito democratico che del Popolo della Libertà. Troviamo infatti emendamenti sia da una parte che dall’altra che ricalcano lo stesso tipo di proposta:
Aumentare il canone della Rai di 6 euro a partire dal primo Gennaio del 2014 al fine di assicurare le risorse spettanti all
eminenza radiotelevisiva locale.</quote> Tutto questo allo scopo di reperire risorse da destinare a: <quote>un apposito Fondo di sostegno economico allemittenza televisiva locale costituito presso il ministero dello Sviluppo economico, nel quale sono riversate le somme già previste a bilancio
Il precedente del Governo Monti
Un aumento piuttosto consistente quindi, soprattutto se paragonato al modesto – ma comunque criticatissimo – incremento imposto il 27 dicembre 2012 dall’allora Governo Monti: da 112 a 113,5 euro. E sempre dall’area politica del Professore proviene un emendamento ancora più punitivo di tutti quelli targati Pd e Pdl: su Libero oggi in edicola si mette infatti in evidenza la proposta del senatore Aldo Di Biagio di Scelta Civica, che sembra proprio aver deciso di puntare più in alto dei suoi colleghi prevedendo un aumento di ben 11 euro, sempre al fine di garantire i 180 milioni di euro che servono all’emittenza radio televisiva locale per il servizio pubblico che svolge in ambito territoriale.
Il canone Rai in Italia
Pur riconoscendo l’indubbia importanza delle emittenti radio tv locali, pietra angolare dell’ intero sistema dell’ informazione nazionale e autentico volano per i prodotti delle piccole e medie imprese, è inutile dire che queste proposte sono destinate a impattare proprio su quei cittadini italiani onesti che continuano a pagare il canone Rai. Parliamo infatti di un’imposta ad oggi facilmente eludibile e che trova sempre meno riscontri a livello europeo, dove la si sta progressivamente abbandonando in favore di un’imposta generale sui media, che peserebbe su tutti quanti e non su chi “sceglie” di pagare o meno. Intanto, in Italia i furbetti sono sempre di più: secondo i dati dell’Associazione Contribuenti Italiani, infatti, tra il 2005 e il 2012 gli evasori sono raddoppiati e, in alcune Regioni del Sud, raggiungono l’assurda percentuale del 90%
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