Il governo Renzi punta sull’incremento delle rendite finanziarie per recuperare le risorse richieste. In particolare previsti incrementi dal 20 al 26 % per le tasse su dividendi.
Il decreto Renzi conferma l’incremento della tassazione sui redditi di natura finanziaria, aumento necessario per finanziarie le recenti misure varate dall’attuale esecutivo (tra cui anche l’incremento di 80 euro in busta paga per alcune fasce di reddito).
A partire dal 1° luglio 2014 pertanto le aliquote attuali del 20 % saliranno al 26 %, mentre resteranno invariate le aliquote del 12,5 % su interessi su titoli di Stato ed equiparati (Bei, Birs, ecc.)e sui fondi pensione (aliquota sostitutiva dell’11 %).
Possibili problemi - Fra i problemi che potrebbero generarsi c’è il fatto che l’applicazione dell’aliquota del 26 % sui dividendi e capital gain derivanti da partecipazioni non qualificate possedute dai residenti oltre che sui dividendi che provengono da partecipazioni non qualificate di enti o persone fisiche non residenti genera una doppia imposizione. Infatti il reddito lordo che sarà imputabile al socio sarà gravato da Irap e Ires oltre che dalla ritenuta del 26 %. A tali tributi occorrerà sommare anche la tassa di bollo (recentemente rivisitata nei contenuti) e la tassa sulle transazioni finanziarie. Al fine di evitare quindi una disparità di trattamento tra persone fisiche non residenti e persone fisiche residenti si dovrà pertanto rimodulare l’aliquota dell’imposta ( che dovrebbe scendere al 22,4 % in questo caso).
Temi da rivedere - Tuttavia la rivisitazione delle aliquote non è stata accompagnata da una regolamentazione della materia che in alcuni casi non appare del tutto logica. Ad esempio vi è una sostanziale disparità tra dividendi corrisposti a Oicr situati in Stati White list e dividendi corrisposti a Oicr italiani: i primi infatti sono soggetti alla ritenuta del 26 % mentre i secondi sono considerati esenti. Inoltre per tutte le forme di gestione del risparmio, sia individuali che collettivi, i proventi sono assoggettati a ritenuta mentre, secondo gli addetti ai lavori, sarebbe più corretto che i proventi rientrassero nel risultato di gestione.
Differenze significative si riscontrano anche nella determinazione del costo dei titoli visto che si opta per il regime “amministrato” si applica il costo medio, mentre qualora si scelga il “regime dichiarativo” il costo viene determinato attraverso il lifo continuo. Anche le plusvalenze valutarie sono trattate in maniera differente dovendo comparire all’interno della dichiarazione dei redditi.
Inoltre occorrerebbe anche rivisitare la disciplina in tema di polizze assicurative estere collocate in Italia, fondi immobiliari italiani ed esteri e fondi non immobiliari esteri. Infatti qualora non si documenti il costo di acquisto da dedurre dal provento lordo. In questo caso non vi è unicità di vedute in quanto non è chiaro se si debba sospendere la corresponsione del provento o occorre applicare la ritenuta su tutto l’importo.
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