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di Glauco Maggi

Aumenta il crimine negli USA e i DEM sono contro la polizia

Glauco Maggi

29 giugno 2021

Aumenta il crimine negli USA e i DEM sono contro la polizia

Il movimento «tagliate i fondi alla polizia» è nato sulla scia delle proteste dei gruppi Black Lives Matter e Antifa dopo l’uccisione di George Floyd. Adesso i Democratici sono contro la polizia.

Il movimento “defund the police”, “tagliate i fondi alla polizia”, è nato sulla spinta dei gruppi radicali di sinistra Black Lives Matter e Antifa dopo l’assassinio del nero George Floyd per mano di un agente bianco di Minneapolis un anno fa.

Da allora è diventato uno slogan abbracciato anche dal partito Democratico in generale, a sua volta sulla spinta della corrente interna, in crescita organizzativa e d’influenza, di Bernie Sanders al Senato e Alexandria Ocasio Cortez alla Camera.

Questa degenerazione di linea politica in una direzione sostanzialmente anti Law & Order nel partito di Joe Biden a livello federale, e dei governatori e sindaci Democratici a livello periferico, è maturata in contemporanea con l’esplosione del crimine nelle maggiori metropoli in tutto il paese, da San Francisco e Los Angeles ad ovest, a New York e Chicago ad est.

Cosa sta succedendo alla polizia americana?

Naturalmente ciò non è avvenuto per caso. Le misure di riduzione nel finanziamento delle attività repressive sono un male di per sé, se tolgono risorse in uomini e mezzi. Ma le campagne “ideologiche” a favore delle cosiddette riforme del modo di contrastare la criminalità di strada minano il morale degli agenti, e li rendono inefficaci: se il focus dei capi politici che dirigono le forze dell’ordine urbane, e soprattutto dei procuratori giudiziari, è sbilanciato nella punizione degli errori di condotta dei poliziotti, questi ultimi si difendono limitando gli interventi, guardando dall’altra parte.

A Portland, in Oregon, nota per i disordini violenti di piazza degli estremisti di sinistra, recentemente si è dimesso in massa l’intero team di volontari dell’Ufficio di Polizia per il Pronto Intervento, quello che ha la responsabilità di controllare le proteste.

Il capo dei sindacati degli agenti ha rilasciato una denuncia molto dura. “I membri della squadra non fanno i volontari per essere bersagliati da bombe Molotov, petardi, fuochi artificiali, esplosivi, pietre, bottiglie, urine, escrementi e altri pericolosi oggetti. E neppure” continua il comunicato, “per essere oggetto di critiche ingiustificate e false accuse da parte di ufficiali eletti. E tanto meno per sopportare lamentele senza fondamento e prolungate indagini condotte senza il rispetto del giusto processo”.

Quanto sta accadendo a Portland è solo un esempio, il più clamoroso, di un trend comune in molte altre municipalità.

Secondo un sondaggio condotto dal Forum per la Ricerca degli Ufficiali delle Polizie, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso le dimissioni dei poliziotti sono in crescita del 45% e le richieste di pensionamenti anticipate del 18%, mentre le assunzioni sono in rallentamento.

La situazione a Chicago dopo l’elezione di Lightfoot

Due anni fa a Chicago i cittadini hanno eletto un sindaco progressista, Lori Lightfoot, che ha messo nel suo mirino la polizia, non i criminali. E la città paga ancora le conseguenze. Nel fine settimana scorso, Festa del papà negli USA, 65 persone sono state colpite da armi da fuoco, e 10 sono state uccise.

Una donna, che vive in città ad Humboldt Park, ha detto alla televisione locale del network ABC parole disperate: “Sono terrorizzata. Io ho deciso di andar via da Chicago. Mi sento intrappolata. Me ne vado”. Ma per il sindaco Lightfoot la colpa è del razzismo, “una crisi della salute pubblica che deruba i residenti dell’opportunità di condurre una vita piena, sana e felice”.

Il muro di incomprensione tra i liberal e la gente normale si alza sempre di più: i politici di sinistra hanno una agenda sorda ai bisogni di sicurezza dei cittadini, di qualsiasi colore siano.

In vista delle elezioni per il sindaco di New York

Il prossimo novembre si terranno le elezioni per il sindaco di New York, e un altro Democratico prenderà il posto di de Blasio che non può ripresentarsi dopo due mandati.

La qualità della vita in città è precipitata nell’ultimo biennio per due fattori, figli delle politiche fallimentari della amministrazione: la crescente criminalità nei quartieri-ghetto, abitati da neri e ispanici, e l’esplosione dei casi di attacchi ai cittadini da parte di derelitti senza casa, per lo più malati di mente e drogati.
A centinaia, questi ultimi sono abbandonati nelle strade a se stessi, per una precisa e deleteria scelta dell’amministrazione progressista, contraria a una seria politica di contenimento del fenomeno, che dovrebbe basarsi su una assistenza individuale, umanitaria, medica, e, quando necessario, forzosa.

La repressione dei criminali e il controllo degli homeless, così, sono diventati il tema centrale della campagna elettorale in corso. Alle primarie tra gli otto Democratici in lizza, è senza dubbio significativo che il solo candidato che si è presentato come il difensore senza se e senza ma della legge e dell’ordine sia un ex poliziotto, Eric Adams, afro-americano e attualmente presidente del borough di Brooklyn.

Ma ancora più importante è che al primo spoglio delle schede votate in persona martedì scorso Adams, che aveva avuto l’endorsement del quotidiano conservatore New York Post, sia uscito nettamente in testa nelle prime preferenze, con il 31%.

La candidata favorita dalla Ocasio Cortez, Maya Wiley, ha avuto circa il 22 per cento, e appena sotto si è piazzata la candidata sponsorizzata dal liberal New York Times, Kathryn Garcia, che era assessore alla Nettezza Urbana con de Blasio. Ora vanno però spogliate le oltre 200mila schede mandate per posta, e il verdetto potrebbe cambiare.

Intanto, che Adams abbia vinto nei 4 borough “proletari”, dominati dalle minorities e piùcolpiti dalla delinquenza (The Bronx, Staten Island, Queens e Brooklyn), significa che la sua promessa di salvare la città dal declino e dalla criminalità, e di eliminare la prospettiva del “defund the police” piace ai newyorkesi. Soprattutto a quelli che hanno più bisogno di essere protetti.

Se Adams sarà eletto, ancorché da Democratico, sarà la vittoria della gente comune e la sconfitta della distopia delle élite, ossia della sinistra liberal e dei Democratici.

Glauco Maggi

Giornalista dal 1978, vive a New York dal 2000 ed è l'occhio e la penna italiana in fatto di politica, finanza ed economia americana per varie testate nazionali

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