Arriverà sul tavolo del Consiglio dei Ministri a Febbraio la riforma della scuola, il decreto legge che prevedrà tra le altre misure anche l’assunzione di 140000 nuovi insegnanti.
Rilasciata ieri, al Sole 24 Ore, un’intervista di Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, che ha confermato l’intenzione del Governo di varare in tempi brevi la riforma della scuola e di procedere all’assunzione di 140000 insegnanti precari dal prossimo 1 Settembre 2015.
Il tema dell’assunzione dei precari della scuola era già stato affrontato dalla Legge di Stabilità 2015 che aveva individuato le risorse utili al finanziamento di un piano straordinario di assunzioni che, già a decorrere dall’anno 2015-2016, avrebbe interessato i precari iscritti nelle graduatorie ad esaurimento (aggiornate a luglio 2014) e i vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso bandito nel 2012.
Nell’intervista rilasciata ieri dal sottosegretario Faraone, è stata poi confermata la volontà del Governo di mettere in campo quella riforma della Buona Scuola che oltre a sbloccare le assunzioni di molti precari dovrebbe anche ridisegnare profondamente il funzionamento dell’istruzione pubblica italiana. Secondo la road map indicata, alla fine di Febbraio dovrebbe essere presentato a fine Febbraio, in Consiglio dei Ministri, il decreto che si cercherà di attuare in tempo molto brevi, al fine rendere pronti entro luglio tutti gli adempimenti necessari per rendere operativa la riforma dal prossimo anno scolastico.
"Il nocciolo della Riforma Renziana è comunque la ridefinizione dello status giuridico dell’insegnante e i cosiddetti scatti di competenza (...) Nella buona scuola ci saranno risorse per far crescere le loro busta paga, risorse che saranno assegnate per almeno due terzi in base al merito. Gli insegnanti potranno aspirare a svolgere due nuove funzioni come l’insegnante «mentor», specializzato nella didattica, e quello «quadro-intermedio», più finalizzato al supporto organizzativo".
La figura dell’insegnante sarà, quindi ridefinita profondamente perché sarà sottoposta a processi di valutazione che permetteranno di metterne in luce le caratteristiche specifiche e che ne consentiranno la differenziazione sul posto di lavoro. L’obiettivo sarebbe quello di costruire dei percorsi professionali, con degli scatti di competenze, che fanno dell’insegnante un professionista in grado di progrettare percorsi formativi. In ogni istituto ci sarà inoltre un quota del personale (20%-30%) che, oltre agli scatti di valutazione, potrà accedere a due percorsi di carriera, uno con funzioni di mentorship che potrà assistere i neossunti nel loro inserimento, perché specializzato in didattica, e uno con ruoli maggiormente organizzativi.
Oltre alla valorizzazione delle competenze dei singoli docenti e ai piani di valutazione, il decreto della buona scuola dovrebbe rafforzare anche il ruolo dei presidi ai quali sarà concessa maggiore autonomia decisionale. Saranno individuati anche i fondi per il miglioramento dell’offerta formativa e per lo sviluppo di nuove competenze dei ragazzi e le procedure per attuare i progetti di alternanza scuola lavoro saranno rese più semplici. Sul piano amministrativo previsto l’avvio di un processo di revisione delle procedure amministrative, attraverso un utilizzo maggiore di strumenti digitali negli uffici e nelle segreterie.
Per quanto riguarda il capitolo dedicato agli insegnanti sarà prevista una nuova procedura di abilitazione dei docenti e si cercherà di superare la "piaga" delle supplenze brevi sia attraverso l’allargamento dell’organico di diritto sia attraverso l’istituzione di una compagine di professori senza cattedra (organico funzionale) che resteranno a disposizione di una serie di scuole vicine tra loro, per coprire posti vacanti e altri buchi che, così, non saranno più assegnati a un docente ogni volta diverso. A tal proposito saranno anche ridefinite le regole per la mobilità geografica dei docenti e per ampliare le classi di concorso.
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