Asset management: il 2019 è l’anno delle gestioni attive

Alessio Trappolini

21 Febbraio 2019 - 14:23

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La volatilità, protagonista anche nel 2019, farà emergere le capacità di una gestione attiva di qualità. T. Rowe Price giudica attraenti gli asset di questi 4 Mercati Emergenti, anche grazie a un dollaro in indebolimento

Asset management: il 2019 è l’anno delle gestioni attive

“Per vincere la volatilità che riteniamo sarà protagonista anche nel 2019 gli investitori torneranno a premiare le capacità di una gestione attiva di qualità”, è la summa del pensiero espresso da Donato Savatteri, Country Head Italy di T. Rowe Price nel corso della presentazione dell’outlook della casa di gestione per il 2019.

Secondo alcune elaborazioni interne di T. Rowe Price il 2019 sarà l’anno in cui “il ciclo dell’alfa” tornerà a premiare le gestioni attive, in particolare quelle di qualità.

“Se, come è il caso di T. Rowe Price, le gestioni attive hanno saputo navigare anche in condizioni di ampia liquidità e bassa volatilità – fattori che tipicamente giocano a vantaggio della gestione passiva – a maggior ragione un contesto come quello di quest’anno – caratterizzato da politiche monetarie meno accomodanti, volatilità più accentuata e maggiore dispersione dei rendimenti – non potrà che favorire una gestione strategicamente attiva, che include consistenza e affidabilità tra i suoi obiettivi per la generazione di valore”, ha spiegato Savatteri.

Banche centrali rallentano il ciclo dei rialzi

Fonte: T. Rowe Price

Nel 2019 l’attività di rialzo dei tassi delle Banche centrali sarà più lenta, ma proseguirà. “Negli Stati Uniti il 2019 vedrà un proseguimento del rialzo dei tassi, mentre l’Europa affronterà il primo anno senza il supporto del quantitative easing”, ha spiegato Peter Botoucharov, Sovereign Analyst Fixed Income di T- Rowe Price.

Anche le guerre commerciali e gli sviluppi della Brexit continueranno a catalizzare l’attenzione degli operatori. Per l’economista “tutti questi elementi alimenteranno l’incertezza sui mercati e favoriranno una maggiore volatilità. In questo contesto globale, risulteranno attraenti gli asset dei Mercati Emergenti, anche grazie a un dollaro in indebolimento. Saranno quattro in particolare gli osservati speciali per il 2019 tra gli emergenti: Cina, Brasile, Messico e Turchia”.

Di particolare rilievo in tal senso saranno gli sviluppi politici in ognuno dei quattro Paesi: Botoucharov ritiene essenziali l’esito dei negoziati sulla guerra commerciale Cina-USA, le decisioni di politica monetaria del nuovo Governo brasiliano, gli sviluppi dell’Amministrazione guidata da Andrés Manuel López Obrador in Messico e il potenziale ritorno di rischi politici e geopolitici in Turchia.

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