Armando Siri, le ombre del caso politico che imbarazza la Lega

Mario D’Angelo

13 Maggio 2019 - 23:43

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L’ideologo della flat tax è indagato per corruzione insieme all’imprenditore Paolo Arata, legato a doppio filo con il re dell’eolico siciliano Vito Nicastri

Armando Siri, le ombre del caso politico che imbarazza la Lega

Un mutuo decennale erogato senza alcuna garanzia, ottenuto bypassando il comitato crediti di una banca di San Marino. La trasmissione Report di Rai 3 è tornata a delineare il personaggio di Armando Siri, sottosegretario leghista indagato per corruzione, e i suoi rapporti con Paolo Arata, che gli avrebbe promesso o consegnato una tangente da 30.000 euro per far passare un emendamento sull’eolico.

Per gli inquirenti, Arata sarebbe socio del re dell’eolico Vito Nicastri, a sua volta ritenuto uomo chiave della latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Nicastri avrebbe infatti acquistato all’asta un terreno di 60 ettari di vigneto. Il terreno, secondo i magistrati, è stato poi venduto a prezzo maggiorato a uomini riconducibili alla cosca di San Giuseppe Jato. Con quei soldi Nicastri avrebbe quindi finanziato il super-latitante.

Armando Siri e quel mutuo a San Marino

La settimana scorsa la troupe di Sigfrido Ranucci aveva rivelato l’acquisto da parte di Siri (e grazie a un mutuo sammarinese) di una palazzina a Bresso, nel milanese. L’immobile è stato acquistato da Siri per 585.000 euro, ovvero 175.000 euro in meno rispetto al prezzo dell’annuncio, e l’ha poi intestata alla figlia. I dubbi della giornalista Claudia Di Pasquale, che ha condotto l’inchiesta, concernono le modalità con cui il mutuo decennale è stato erogato, dato che non solo non sono state fornite garanzie, ma pare sia stato completamente saltato il vaglio del comitato crediti di Banca Agricola Commerciale (BAC).

L’operazione sospetta era stata segnalata dallo stesso notaio che aveva gestito la trattativa, Paolo De Martinis, a causa della dubbia provenienza dei fondi. Il notaio è attualmente sospeso dall’ordine per “eccesso di lavoro”, e il suo caso è al vaglio del Consiglio d’Europa e della Corte Costituzionale.

Fatto sta che anche per l’AIF, agenzia d’informazione finanziaria sammarinese ci sono diverse “anomalie” nell’operazione. L’AIF dichiara alle telecamere di Report di aver raccolto i dettagli e di averli spediti alle autorità italiane già prima dell’acquisto dell’immobile da parte di Siri.

Ma a collegare il Carroccio alla BAC c’è anche Gianluca Pini, punto di riferimento del partito in Emilia Romagna, che ha ottimi rapporti con Emanuele Rossini, vicepresidente dell’istituto di credito. Intervistato, Pini nega qualsiasi coinvolgimento e anzi afferma che, se fosse stato a conoscenza del mutuo, avrebbe spinto affinché non venisse erogato. A stringere il filo, comunque, è il fatto che Pini ha fondato una società, la Saints Group, di cui è socio al 32% Giancarlo Giorgetti.

Il figlio di Arata fotografato assieme al re dell’eolico trapanese

Il nome del potente sottosegretario leghista rispunta nell’inchiesta di Report per via dell’assunzione a Palazzo Chigi del figlio di Paolo Arata, Federico, l’artefice dell’incontro fra Matteo Salvini e il sovranista e co-fondatore di Cambridge Analytica Steve Bannon.

L’altro figlio di Arata, Francesco, è invece indagato assieme a Manlio Nicastri, figlio di Vito, per intestazione fittizia. I due sono anche stati fotografati insieme mentre parlano con Vito Nicastri, al balcone nonostante gli arresti domiciliari.

In ogni caso, ci si chiede perché la Lega abbia affidato a Siri una riforma finanziaria importante come quella della flat tax e un ministero di spessore come quello dei Trasporti.

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