L’Argentina, un paese con una lunga storia di fallimenti alle spalle, è nuovamente in default tecnico ma la borsa di Buenos Aires guadagna il 116% da inizio anno
I mercati globali ci hanno spesso abituato a movimenti paradossali, in particolare quando al boom dei prezzi degli asset finanziari non viene accompagnata un’adeguata crescita economica o un netto incremento degli utili societari in grado di giustificare quel rialzo. Ma c’è di più. La finanza moderna è in grado di partorire paradossi ancor più incredibili, come ad esempio il rally spettacolare della borsa e la contestuale caduta economico-finanziaria del paese di appartenenza.
E’ quanto successo di recente all’Argentina, tornata come al solito a far parlare di sé per problemi legati all’iperinflazione, alla svalutazione della moneta e al rischio default. Eppure la borsa di Buenos Aires è la migliore al mondo! Negli ultimi dodici mesi l’indice della borsa argentina ha registrato un rialzo del 160%, secondo quanto emerge dai dati presenti nei terminali Bloomberg.
Da inizio anno l’indice Merval segna un progresso superiore al 116%, mentre lo scorso 30 luglio – alla vigilia della sentenza del Tribunale di New York - che di fatto ha condannato Casa Rosada a uno stato di default tecnico per il mancato rimborso di alcuni bond in scadenza, l’indice della borsa di Buenos Aires mise a segno un boom del 7% circa. Questo straordinario rialzo della piazza finanziaria argentina viene motivato da molti esperti anche come conseguenza della maxi-svalutazione del peso, che ha toccato nuovi record negativi a 8,54 sul dollaro americano.
Il forte deprezzamento della valuta argentina, che quattro anni fa veniva scambiata a un cambio inferiore a 4 sul biglietto verde, rende comunque le valutazioni “reali”, ovvero al netto della svalutazione della moneta e dell’inflazione (tra l’altro su valori monstre in Argentina), decisamente meno sontuose. Ad ogni modo balza sicuramente agli occhi degli investitori questo straordinario rally della borsa di un paese che vanta una lunga serie di fallimenti: dal 1816 ad oggi ha dichiarato bancarotta per ben 7 volte, uno dei tassi di default più alti al mondo.
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