Argentina chiede più tempo sui tango-bond, altrimenti sarà ancora default

Nicola D’Antuono

26 Giugno 2014 - 09:44

Per l’Argentina torna lo spettro del default: gli hedge fund americani vogliono essere rimborsati integralmente sui tango-bond, non parzialmente e nemmeno a rate

Argentina chiede più tempo sui tango-bond, altrimenti sarà ancora default

Tra quattro giorni scadrà il termine ultimo per l’Argentina per rimborsare ai creditori internazionali i cosiddetti “tango bond”, ovvero quelle obbligazioni ristrutturate dopo l’ultimo default di fine 2001 ma che non furono accettate da alcuni hedge fund americani. La recente sentenza del giudice Thomas Griesa della Corte Suprema USA favorevole ai fondi “avvoltoio” ha messo Buenos Aires in una condizione di grande difficoltà, in quanto entro pochi giorni dovrebbe rimborsare diversi miliardi di dollari di debiti. Da Casa Rosada hanno fatto sapere di aver bisogno di tempo per organizzare un piano di rimborso, che sia conforme alle attuali disponibilità di cassa del paese sudamericano. L’intento del governo argentino sarebbe quello di pagare i debiti a rate.

Il ministro dell’Economia Axel Kicillof ha dichiarato che l’Argentina rischia di dover rimborsare debiti fino a 120 miliardi di dollari, una cifra che il paese non è in grado di pagare avendo in cassa riserve in valuta estera pari ad appena 28,5 miliardi di dollari. Il ministro economico del governo guidato da Cristina Kirchner ha sottolineato che la sentenza del giudice americano Griesa “sta portando l’Argentina verso il rischio di una crisi economica”. Inoltre, se non saranno accettate le condizioni finanziarie di Buenos Aires sulle modalità di rimborso, il paese sudamericano rischia concretamente di finire in uno stato di “default tecnico”. Nelle ultime ore sono in corse frenetiche trattative tra gli avvocati di entrambe le parti per tentare un accordo al fotofinish.

I legali sono riuniti a New York, ma al momento la distanze tra le parti appare decisamente significativa. L’accordo sembra difficile, in quanto i fondi “avvoltoio” pretendono di essere rimborsati al 100% e non hanno alcuna intenzione di accettare una transazione per uno swap sul debito. Il ministro argentino Kiciloff ha sottolineato che il rifiuto di questi fondi di essere rimborsati parzialmente o a rate spingerebbe anche altri creditori a non accettare più la proposta di ristrutturazione del debito. Per l’Argentina non ci sarebbe scampo, considerando le esigue disponibilità finanziarie, per cui scatterebbe un nuovo default dopo quello da 95 miliardi di fine 2001.

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