Argentina a 24 ore dal default. Ecco quali saranno le conseguenze per Buenos Aires

Vittoria Patanè

30 Luglio 2014 - 12:19

Tra 24 ore l’Argentina sarà di nuovo in default e le conseguenze potrebbero essere pesantissime

Argentina a 24 ore dal default. Ecco quali saranno le conseguenze per Buenos Aires

Non ci crede più nessuno, nemmeno loro. Tra 24 ore l’Argentina sarà in default. Di nuovo.

Nonostante i ripetuti tentativi infatti il Governo di Buenos Aires e i creditori, che hanno vinto la battaglia legale davanti alla Giustizia Americana, non sono riusciti a trovare un accordo sul rimborso degli 1,33 miliardi di dollari (più interessi) che il paese sudamericano deve a questi ultimi.

Alxel Kicillof, ministro dell’Economia, al termine del meeting col mediatore Daniel Pollack, ha affermato che anche oggi farà di tutto per cercare un’intesa in extremis.

Ora dopo ora dunque, si sgonfiano le speranze e l’Argentina si avvicina al secondo fallimento in 13 anni.

Le conseguenze del default
I mercati internazionali continuano ad attendere notizie e guardano verso Buenos Aires con molta attenzione anche se, Christine Lagarde, direttore generale del Gondo Monetario internazionale, ha dichiarato che:
“per quanto sempre spiacevole, il default dell’Argentina non avrà stavolta ripercussioni sull’esterno”.

Oggi scade il periodo di grazia concesso 30 giorni fa. Il 30 giugno scorso infatti, nel momento in cui l’Argentina non ha onorato la scadenza di pagamento di 539 milioni per il bond 2033, si decise di concedere al Governo altri 30 giorni di tempo. Ma, dato il mancato rimborso ai creditori non ristrutturati, il Governo non potrà ripagare neanche i creditori che hanno accettato i termini della ristrutturazione del debito del 2005 e del 2010. Perché? Perché vige il principio di parità di trattamento tra tutti gli obbligazionisti.

Sono in molti però a sostenere che l’Argentina non abbia fatto tutto ciò che era in suo potere per evitare questa situazione, anzi. Kirchner & Co. hanno irritato il Giudice che aveva in mano il loro destino, diffondendo la voce che convertiranno i titoli emessi sotto la giurisdizione statunitense in titoli sotto la giurisdizione argentina, facendo sì che essi non siano soggetti all’esecutività della sentenza. Negli ultimi 30 giorni si sono più volte recati a New York senza un piano reale, limitandosi a chiedere sospensioni e rinvii.

Insomma, è opinione condivisa che questo default l’Argentina se lo sia un po’ cercato, allo scopo di avviare trattative con i fondi non ristrutturati a condizioni meno onerose.

Domani, il Governo potrebbe spingere i ristrutturati a seguire la legge locale, cosa che consentirebbe il rimborso del debito.

L’economia argentina potrebbe però uscirne con le ossa rotte. Due default in 13 anni non saranno facili da affrontare. Buenos Aires sarà nuovamente esclusa dai mercati finanziari, senza contare le ripercussioni sulla credibilità e sulla fiducia nel Paese. Il peso potrebbe dover affrontare una nuova svalutazione per il prosciugamento delle riserve valutarie, data la probabile assenza di dollari in entrata.

Una maxi-svalutazione del peso incrementerebbe un’inflazione già vicina al 40%.
Inoltre, tagliata fuori dai mercati e impossibilitata a ricevere aiuti diretti, l’Argentira rischia di non rifinanziare il suo debito.

Insomma, per gli argentini sta per cominciare un periodo, l’ennesimo, molto duro.

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