Antonio Pennacchi: le migliori frasi per commemorarne il ricordo

Chiara Esposito

03/08/2021

22/09/2021 - 20:50

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Antonio Pennacchi si spegne a 71 anni. Ai posteri restano le parole della sua penna; le frasi più belle ne onorano il ricordo.

Antonio Pennacchi: le migliori frasi per commemorarne il ricordo

A 71 anni, nella sua casa di Latina, presumibilmente a causa di un malore improvviso, si spegne Antonio Pennacchi. Uomo di cultura e di politica nato negli anni ‘50 nonché vincitore del premio Strega, lo scrittore lascia in eredità una raccolta di opere che ripercorrono i passi salienti della storia italiana con una chiave di lettura incisiva e personale.

Ricostruire la carriera di questo autore attraverso le sue stesse parole è possibile proprio grazie alla forte umanità che Pennacchi metteva nei componimenti che portano la sua firma. Le sue frasi più belle qui di seguito.

Le frasi più belle di Antonio Pennacchi: “Canale Mussolini

Per celebrarne la sua memoria la casa editrice Mondadori scrive su Twitter:

“Quello che è stato è stato, e non c’è niente da fare. L’unica – per un uomo – è andare avanti. Tenersi il dolore nelle viscere e continuare a fare quel che s’ha da fare: fino all’ultimo istante di nostra vita”.

In questo monito a mantenere vivo il ricordo custodendolo intimamente riecheggiano alcune delle convinzioni che lo stesso autore espresse nell’opera “Canale Mussolini” che gli permise di vincere lo Strega nel 2010.

“Ciò che distrugge l’uomo non è la disgrazia in sé, ma l’incertezza e soprattutto l’attesa della disgrazia. Alla disgrazia fai pure fronte, e dopo in qualche modo ti rialzi. Ma se quella non si compie – e resta sempre appesa – quando più potrai rialzarti?”

Camminare in bilico, divisi fra domande senza risposte era uno dei capisaldi della sua letteratura che si fa strada al grande pubblico proprio grazie a quel libro che ripercorre gli eventi che si sono succeduti nel nostro paese tra gli anni dieci del Novecento fino alla seconda guerra mondiale.

Un pezzo di storia che Pennacchi non esita a definire collettiva in un’accezione dalle tinte nette:

“La storia è un fatto collettivo. Non si fa da sola, la facciamo tutti assieme. E ognuno deve fare la sua parte.”

O ancora:

“È l’alveare che conta, non la singola ape”.

Di questa “parte” ne parlerà anche attraverso la tematica della polarizzazione dell’opinione e delle inconciliabilità di pensiero che accompagna gli uomini da secoli:

“Il dramma della condizione umana è proprio questo: sei quasi perennemente condannato a vivere nel torto, pensando peraltro d’avere pure ragione.”

A questo proposito gli scontri quotidiani, politici e ideologici, erano pane per i suoi denti come testimonia il percorso di militanza in partiti e sindacati; dalle file dell’MSI a quelle del partito marxista-leninista italiano, da PSI ai sindacati della CGIL e della UIL. Una discesa in campo travagliata fatta di allontanamenti, ritorni ma anche cambiamenti di rotta.

Le frasi più belle di Antonio Pennacchi: “Il fasciocomunista

In poche parole la sua opinione Pennacchi l’ha sempre espressa e anzi, l’ha forse in parte incarnata nell’opera nota ai più come “Il fasciocomunista”, a cui è ispirato il film «Mio fratello è figlio unico».

Da quel romanzo di formazione possiamo sicuramente trarre degli insegnamenti racchiusi nelle celebri citazioni che seguono.

“Che ce ne fregava che erano di più? Non era coraggio il nostro, era tigna. Ci fregava assai, a noi, di prendere le botte, ma la figura di scappare no. La figura di abbandonare la sede? Con le botte ci convivi, dopo un po’ ti passano, guarisci. Ma la vergogna no. La vergogna ti rimane per tutta la vita.”

A questo slancio di entusiasmo però segue inevitabilmente un’amara considerazione:

“Io ci ho messo una vita a capire che la gente non dice mai quello che pensa. Dicono una cosa e ne pensano un’altra, poi la colpa è la mia che il prendo sul serio.”

La fede in un modo di fare politica molto diverso da quello del suo tempo non si era però spento neppure in questi ultimi anni e, c’è da dirlo, attraverso quel che Pennacchi ha lasciato con i propri scritti è possibile pensare che almeno lo spirito che lo animava potrà rimanere intatto a dispetto dello scorrere del tempo.

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