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Analisi tecnica S&P 500: reazione forzata o flag di continuazione del movimento ribassista?
venerdì 16 marzo 2018, di
L’indice S&P 500 ha aperto la seduta odierna in territorio positivo, tentando il riscatto rispetto alle precedenti 4 sedute, tutte chiuse in rosso. Dal punto di vista prettamente tecnico le quotazioni del basket hanno trovato un’adeguata sponda nel supporto statico e psicologico collocato a 2.750 punti.
Allargando l’orizzonte d’analisi del quadro tecnico dell’indice notiamo che nell’ultimo mese di contrattazioni l’S&P 500 ha messo le basi per un recupero duraturo rispetto alla brusca e veloce correzione grafica avvenuta in seguito all’esplosione di volatilità avvenuta a cavallo fra il 30 gennaio e il 9 febbraio.
In quel lasso temporale di 9 sedute il listino azionario statunitense ha generato segnali di cedimento della struttura tecnica significativi. In primo luogo è stato rotta al ribasso la trendline di medio-breve periodo descritta dai minimi del 15 novembre e 29 dicembre 2017. Successivamente l’S&P 500 ha violato anche il supporto dinamico espresso dalla media mobile a 50 periodi.
Le prospettive di medio e lungo termine dell’S&P 500
Analizzando con perizia le prospettive di medio e lungo le implicazioni tecniche dell’S&P 500 non appaiono del tutto negative. L’indice di Wall Street è riuscito a contenere le spinte ribassiste menzionate ad inizio analisi grazie alla tenuta di due importanti supporti di matrice dinamica. Il primo di essi espresso dalla trendline che unisce i low del 13 aprile e 21 agosto 2017, il secondo dalla media mobile a 200 periodi.
È utile considerare che entrambi questi supporti dinamici il 9 febbraio si trovavano in transito presso area 2.530 punti (i minimi dall’S&P 500 in tale seduta sono stati battuti a 2.533,69 punti), un livello strategico importante in quanto corrisponde al 61,8% del ritracciamento di Fibonacci sul movimento che va dal 13 aprile 2017 ai top assoluti del 26 gennaio 2018.
L’insieme di questi elementi ha consentito al mercato di scaricare le pressioni in acquisto sull’indice. Ad esempio, l’oscillatore RSI è sceso sotto 70 punti, livello che rileva lo stato di Ipercomprato. Oggi l’oscillatore veleggia fra i 50 e i 70 punti. In questo quadro un eventuale segnale negativo arriverebbe solo qualora l’RSI dovesse incrociare dall’alto verso il basso i 50 punti.
Ora il tentativo di recupero dell’S&P 500 ha già affrontato, senza successo, un duro ostacolo a 2.800 punti. Il superamento di questo ostico livello è condizione necessaria affinché il rimbalzo visto fino ad oggi venga finalizzato con una proiezione verso i precedenti massimi assoluti a 2.872 punti.
In caso di prolungata debolezza tuttavia le quotazioni potrebbero arretrare sotto i supporti a 2.700 punti. Questo eventuale breakout vanificherebbe gli sforzi profusi dall’indice a cavallo fra il 9 febbraio ed oggi, sostenuti dal punto di vista tecnico dalla trendline tracciata con i low del 9 e 2 marzo.
In questo caso potrebbe materializzarsi una classica “flag” o “bandiera”, tipico pattern di continuazione che, in questo caso, deporrebbe a favore di una prosecuzione del movimento ribassista iniziato il 30 gennaio scorso.
Possibili strategie con il Future SPX E-Mini scadenza giugno 2018
Un segnale di allerta scatterebbe con un close sotto 2.750 punti in quanto andrebbe a dar conferma al segnale generato con la chiusura di ieri. Contestualmente il prezzo tornerebbe sotto la media mobile a 50 periodi. Un movimento in questa direzione potrebbe avere un primo livello di approdo a 2.738 punti, area presso la quale verrebbe chiuso il piccolo gap rialzista lasciato aperto il 9 marzo.
In questo contesto un investitore con visione ribassista sull’S&P 500 potrebbe intraprendere strategie short con ingressi a 2.765 punti e stop loss su rialzi superiori a 2.777 punti. Target intermedio di questa strategia a 2.738 e finale a 2.700 punti.
Se, al contrario, il vigore mostrato oggi in apertura di seduta dovesse trovare conferme anche in chiusura di seduta allora si potrebbero considerare ingressi long a partire da 2.750 punti. Questa strategia potrebbe avere punto d’uscita a 2.740 e target potenziali a 2.780 e 2.800 punti.
