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Amazon Italia in carcere: detenuti a lavoro per il colosso

Matteo Novelli

23 Maggio 2019 - 11:12

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Amazon in carcere: assunti i detenuti di Rebibbia a Roma e Le Vallette a Torino per lavorare all’interno del settore logistica. I dettagli dell’iniziativa in partenza dal 30 maggio.

Amazon Italia in carcere: detenuti a lavoro per il colosso

Amazon Italia arriva in carcere con un’iniziativa speciale destinata a far discutere: dare lavoro ai detenuti, operandoli nel settore Logistica del colosso dell’e-commerce e dello shopping online. Ad annunciarlo i direttori dei penitenziari di Torino, Le Vallette, e Roma, Rebibbia che hanno dichiarato di aver sottoscritto un accordo per impiegare alcuni detenuti all’interno della rete di magazzini presenti nel nostro Paese.

Il lavoro in Amazon è stato spesso al centro di inchieste e indagini, per via della presunte condizioni lavorative non esattamente favorevoli. “Lavorare per Amazon è come stare in carcere”: una battuta spesso ricorrente quando si pensa a una carriera all’interno dei magazzini del gigante di Jeff Bezos che dai prossimi giorni suonerà in modo decisamente diverso.

Mentre Amazon si prepara ad automatizzare sempre più la propria filiera, inserendo robot addetti all’imballaggio al posto dei tradizionali impiegati, ora anche alcuni detenuti di due dei penitenziari più noti in Italia si aggiungono all’interno dei giganteschi magazzini dell’amazzone, o quasi.

Amazon: i detenuti di Roma e Torino a lavoro nei magazzini

L’accordo definitivo, che prevede l’utilizzo dei detenuti in supporto alla logistica di Amazon, sarà approvato e firmato il 30 maggio dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria.

I detenuti saranno impiegato all’interno di un mini centro che per quanto riguarda Torino sarà realizzato tra le mura della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno. Si parla di supporto alla logistica di Amazon, ma non è chiaro in quale tipo di mansioni
saranno impiegati gli addetti selezionati.

I quesiti sono ancora molti, dalla precisa paga oraria al tipo di contratto che toccherà i detenuti coinvolti, così come l’eventuale selezione degli stessi e quanto rilievo ricoprirà il progetto e come sarà gestita invece la situazione di Rebibbia. È probabile che ulteriori precisazioni siano destinate ad arrivare successivamente alla firma dell’accordo che avverrà giovedì prossimo.

Il direttore del penitenziario di Torino Domenico Minervini non ha dubbi in merito all’operazione, definendo Amazon come un’azienda internazionale seria. Vi terremo aggiornati.

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