Mondadori -15,3 milioni di utile netto, Rcs Media group -107,1 milioni, Sole24Ore -10,4 milioni: questo il bollettino di guerra sulle perdite dei principali gruppi editoriali italiani nel primo trimestre del 2013. I tre gruppi hanno registrato perdite per 132,8 milioni di euro dall’inizio del 2013.
Questi numeri rispecchiamo perfettamente una crisi, quella dell’editoria italiana, che non accenna a placarsi, ma anzi continua a mietere vittime anche tra i grandi gruppi. Rcs può essere preso come emblema di questo disastro. Il Corriere della Sera, uno dei più autorevoli e solidi giornali italiani ha sempre registrato bilanci positivi: nel 2010 100 milioni, nel 2011 70 milioni, nel 2012 40-50 milioni fino ad arrivare al 2013 quando è finito in rosso per circa 1 milione di euro.
La crisi purtroppo interessa tutte le aziende editoriali italiane: le fortunate che sono riuscite a rimanere in territorio positivo hanno comunque subito pesanti perdite, in media del 20% circa rispetto all’anno precedente. Tra queste ad esempio il gruppo Espresso che, nonostante la forte flessione di vendite e introiti, ha comunque registrato un utile netto di 2 milioni di euro.
La causa principale di tale situazione è la pesante perdita della pubblicità, anche dal mercato pubblicitario infatti arrivano dati sconfortanti. A ciò si aggiunge il taglio al fondo per l’editoria stabilito dal consiglio dei ministri la scorso 13 maggio. In questo panorama preoccupante gli unici dati positivi provengono dall’editoria on line. Il quotidiano digitale pare essere l’unico a reggere il colpo; il mercato delle pubblicità infatti si rivolge all’editoria on line avendone percepito le potenzialità di sviluppo e di incremento d’utenza.
Gruppi in rosso
I gruppi italiani che hanno maggiormente risentito della crisi del settore editoriale sono il Gruppo Mondadori, della famiglia Berlusconi, il Gruppo Rcs che controlla il Corriere della Sera e il Gruppo del Sole24Ore. Questi gruppi hanno subito pesanti perdite e aumentato il loro grado di indebitamento, tanto da essere costretti ad effettuare tagli di costi e personale.
I conti del gruppo Mondadori ad esempio sono i peggiori di sempre. Nel primo trimestre del 2012 infatti il gruppo era in positivo di 2,6milioni, oggi un anno dopo, la Mondadori è in perdita per 15,3 milioni di euro. A preoccupare l’azienda non è solo la flessione di ricavi, ma soprattutto l’esplosione dell’indebitamento passato dai 267,6 milioni del 2012 ai 310,6 milioni di euro di fine marzo 2013. Per parlare dei dati di fine anno è ancora troppo presto, ma le previsioni danno comunque una chiusura molto negativa per questo 2013. La Mondadori infatti sta già lavorando ad un piano di diminuzione di costi per almeno 100 milioni di euro entro il 2015.
Ancora più pesanti i dati relativi ai conti di Rcs Group. La casa editrice ha registrato perdite per 107,1 milioni di euro: i quotidiani del gruppo hanno subito una flessione del 16,4%, i ricavi dei libri sono scesi di 7,3 milioni rispetto allo stesso periodo del 2012, e per i periodici l’ebitda risulta essere negativo per 35,3 milioni.
Non è andata meglio al gruppo del Sole24ore che gestisce il quotidiano di Confindustria, leader nell’informazione economica in Italia. Il Sole ha registrato infatti perdite per 10,4 milioni, il doppio rispetto al primo trimestre del 2012. I ricavi sono in calo del 13,3% e il direttore del quotidiano punta alla riduzione del costo del lavoro, attivando contratti di solidarietà e riducendo l’organico redazionale.
A picco le pubblicità e i fondi pubblici
Per tutti i gruppi interessati da così gravi perdite il problema principale è uno solo: il crollo del mercato pubblicitario. In media la discesa degli introiti da pubblicità si aggira per i quotidiani intorno al 16,5%, il Sole24Ore ha registrato invece una diminuzione del 17,4% e per i periodici del 18%.
A peggiorare la situazione è arrivata la decisione del consiglio dei ministri del 13 maggio scorso che ha stabilito il taglio di 17 milioni di euro stanziati per il fondo all’editoria.
Boom dei quotidiani online
L’eccezione in questo panorama di tagli e perdite è costituita dalla stampa digitale che sta aumentando sempre più i suoi ricavi. Il Sole24Ore ad esempio, ha deciso di puntare sul digitale visti i risultati deludenti della carta stampata. Nel mese di marzo si è aggiudicato il primato di quotidiano digitale italiano con, in media, 58.949 copie digitali vendute al mese.
I ricavi pervenuti dall’editoria digitale, quotidiano on-line, guide, e-book hanno raggiunto il 35% dei ricavi totali del gruppo. Anche il gruppo Rcs, il più colpito dalla crisi dell’editoria, può contare sui buoni risultati e sui miglioramenti delle sue attività digitali. I ricavi provenienti dal quotidiano on line e gli altri servizi e prodotti offerti via internet sono cresciuti dell’11% nel primo trimestre del 2013, arrivando così a rappresentare il 12% dei ricavi dell’intero gruppo.
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