8 lavori che nessuno vuole più fare

Daniele Sforza

21 Giugno 2013 - 10:00

8 lavori che nessuno vuole più fare

In occasione del Festival del Lavoro 2013 di Fiuggi, la Fondazione studi consulenti del lavoro ha elaborato un’indagine dalla quale emerge una serie di lavori che nessuno vuole più fare. Sono in tutto 150.000 i posti di lavoro che nessuno vuole: tra questi figurano falegnami, sarti, panettieri, ma anche baristi, camerieri, infermieri specializzati, pasticceri e installatori di infissi.

In Italia molti posti sono vacanti e soprattutto i giovani cercano sempre le stesse strade, spesso contorte a causa ovviamente della crisi, senza tuttavia dimenticare anche le amicizie lavorative e un titolo di laurea che può avere un risvolto negativo della medaglia, due elementi da prendere in considerazione quando si cerca lavoro.

Secondo la Fondazione la crisi è evidente e ha sicuramente influito negativamente sul mercato del lavoro; tuttavia il lavoro non sembra mancare, soprattutto per ciò che concerne quelle posizioni sopraccitate, tra cui spiccano in primis i lavori manuali. Spesso, dunque, sembrano pesare condizioni “poco favorevoli”, come quelle che devono subire i panettieri, abituati a lavorare nella tarda notte o alla mattina presto. 1.040 posti vacanti in questo settore.

Un altro lavoro duro è sicuramente quello del falegname, che però potrebbe compensare le difficoltà con elevate possibilità di retribuzione.

Tra le professioni più richieste e meno evase, figurano anche gli infermieri specializzati, per i quali l’anno scorso c’è stata una richiesta di circa 22mila nuove unità, ma si faticano a trovare anche tecnici informatici, la cui domanda è molto alta.

Quello degli infissi è un altro mercato che langue: 1.500 posti disponibili, di cui l’83% non è stato ancora coperto.

Difficoltà a trovare personale anche nel settore ristorazione, soprattutto in bar e ristoranti, dove spesso le posizioni lavorative vengono ricoperte da quegli studenti (principalmente fuori sede) che intendono pagarsi gli studi universitari.
Nel campo, un altro ruolo tra i più richiesti e con meno risposte è quello del pasticcere: anche qui pesano condizioni di lavoro che non sono equiparabili a quelle di un semplice impiegato.

Insomma, secondo la Fondazione il lavoro c’è: basta tirarsi su le maniche e sapersi sporcare le mani.

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