Al termine della campagna dichiarativa sono stati oltre 20 milioni 730 inviati, ma poco più di un milione di italiani ha optato per l’invio “fai da te”.
Il modello 730 precompilato, la prima “rivoluzione fiscale” introdotta dal Governo Renzi, ha ufficialmente concluso il suo primo anno di sperimentazione lo scorso 23 luglio, dopo un’ennesima finestra di proroga. I numeri diffusi dall’Agenzia delle Entrate tracciano un quadro positivo sull’utilizzo della dichiarazione precompilata, ma le cose stanno davvero così? Analizzando i numeri, il bilancio non sembra poi così positivo.
L’obiettivo annunciato dal Governo con l’introduzione del 730 precompilato era quello di permettere ai contribuenti di predisporre e inviare autonomamente la propria dichiarazione dei redditi, attraverso l’utilizzo di un modello precompilato, che sarebbe potuto essere confermato o modificato direttamente online, grazie a delle password di accesso fornite dall’Agenzia delle Entrate, in modo da rendere più facile e veloce la trasmissione dei propri redditi al Fisco. Le cose saranno andate davvero cosi? Proviamo a verificarlo andando ad analizzare i numeri messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Il “fai da te” solo per 1,4 milioni di contribuenti
I numeri diffusi dall’Agenzia delle Entrate confermano che di oltre 20 milioni di italiani hanno usufruito del modello 730 precompilato, per la loro dichiarazione dei redditi, ma oltre 19 milioni di queste dichiarazioni sono state inviate tramite l’utilizzo di intermediari (Caf o dottori commercialisti). In pratica, sono stati soltanto 1,4 milioni i contribuenti ha scelto di inviare il modello 730 “fai da te”, collegandosi con il proprio codice di accesso alla piattaforma online messa a disposizione dalle Entrate. Un po’ poco anche pensando che si tratta del primo anno di sperimentazione. I contribuenti hanno deciso di sfruttare il nuovo modello 730, ma non si sono sentiti abbastanza sicuri di accettare i dati messi a disposizione dalle Entrate, spesso carenti o non corretti, per affidarsi ai calcoli più sicuri del proprio consulente fiscale di fiducia.
Password di accesso cresciute più degli invii
Le password di accesso alla piattaforma delle Entrate “Fisconline”, che permette l’invio del modello 730 precompilato, sono cresciute esponenzialmente: passando da 2,5 milioni a inizio 2015 rispetto alle attuali 4,5 milioni. Oltre a questi devono tenersi in considerazione anche i 4,8 milioni di contribuenti in possesso del Pin dispositivo rilasciato dall’Inps, che hanno potuto prendere visione del 730 precompilato. Se confrontiamo questi dati con i soli 1,4 milioni di contribuenti che hanno scelto l’invio “fai da te”, appare subito chiaro come nella maggior parte dei casi, la visione del 730 precompilato non abbia portato al suo effettivo invio.
C’è ancora molto da fare
L’operazione 730 precompilato, iniziata lo scorso 15 aprile, con l’apertura dei canali telematici sul sito delle Entrate per il momento è servita soltanto per familiarizzare milioni di contribuenti con la propria dichiarazione dei redditi, ma per il momento nulla più di questo, visti gli oltre 19 milioni di invii effettuati ancora da Caf e intermediari. Forse, per il primo anno questi dati possono essere un buon inizio, ma sicuramente non sono sufficienti ad affermare che la “rivoluzione fiscale” sia sulla buona strada per essere attuata.
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