730 precompilato con dati non utilizzati, cosa fare?

Patrizia Del Pidio

22 Maggio 2024 - 11:36

Quando i dati a disposizione non sono utilizzati per la compilazione del 730 precompilato, cosa può fare il contribuente? Perché l’Agenzia delle Entrate non utilizza tutti i dati? Scopriamolo.

730 precompilato con dati non utilizzati, cosa fare?

Cosa fare se nel 730 precompilato ci sono dati non utilizzati? Il modello precompilato è sicuramente molto più facile da gestire per i non addetti ai lavori, ma in alcuni casi la possibilità di apportare modifiche non proprio lineari lascia delle zone di ombra in cui sorgono dei dubbi per chi non è proprio esperto di questa materia.

Nella dichiarazione precompilata, infatti, non è raro trovare dati segnalati nella maschera della dichiarazione accompagnati dalla postilla “dato non utilizzato”. I dati che l’Agenzia delle Entrate sceglie di non utilizzare possono essere inseriti in autonomia dal contribuente? Vediamo cosa prevede la normativa di riferimento.

730 precompilato, quando i dati non sono utilizzati?

Il 730 precompilato è stato messo a disposizione dei contribuenti, per la sola consultazione, il 30 aprile 2024. Dal 20 maggio è possibile, invece, apportare modifiche e inviare la dichiarazione precompilata. Può capitare che degli oneri sostenuti dai contribuenti, però, pur essendo riportati (e quindi rinvenuti dall’amministrazione fiscale) nel riassunto dei dati della dichiarazione, ma con accanto una postilla che chiarisce che non sono stati utilizzati.

Il dato in questione, quindi, non è stato utilizzato dall’Agenzia delle Entrate nell’elaborazione della dichiarazione precompilata. Perché questi dati non vengono utilizzati? Quando un dato pur essendo a disposizione dell’amministrazione fiscale, non viene utilizzato nella predisposizione della dichiarazione precompilata è perché non c’è la certezza che lo stesso possa essere utilizzato.

Magari per alcuni dati, come ad esempio alcune detrazioni, è necessario avere i giusti requisiti per poter fruire dello sconto (un caso classico può essere rappresentato dalla spesa sostenuta per la casa in affitto la cui detrazione spetta solo a determinate condizioni).

Il dato, quindi, è a disposizione dell’Agenzia delle Entrate che, nell’incertezza non lo utilizza per determinare l’imposta. Si tratta però, di un modello precompilato sul quale il contribuente può agire per apportare modifiche prima dell’invio.

Cosa fare con i dati non utilizzati?

I dati che appaiono con la postilla «non utilizzati», sono oneri e spese sostenute dal contribuente, ma dei quali l’Agenzia delle Entrate non ha certezza del diritto alla detrazione. A questo punto il contribuente deve verificare se è in possesso dei requisiti per aver diritto alla detrazione (ad esempio, per spese sostenute per familiare a carico è necessario verificare l’effettivo carico fiscale del familiare).

Se il diritto alla detrazione sussiste e se il contribuente è in possesso della documentazione che attesti la spesa sostenuta. La documentazione è un passo fondamentale: considerando in alcuni casi le detrazioni come casi non sicuri, il contribuente o il professionista abilitato a cui si rivolge, hanno un solo modo per verificare il diritto alla detrazione, ovvero i documenti. Se non si è in possesso della documentazione che attesti la spesa, il consiglio è quello di non utilizzare il dato perché andando a modificare il 730 precompilato ci si espone a rischio di controlli preventivi.

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