Si parla tanto di Open Innovation: tanta teoria, ormai presente in tutte le newsletter, pratica (quella vera), ancora troppo poca.
Il paradigma dell’innovazione aperta nasce con l’intento di rendere le imprese più competitive, flessibili e innovative. È un modello di innovazione che prevede l’apertura dell’impresa all’esterno per poter attingere strumenti e competenze tecniche principalmente da startup, università, centri di ricerca e altre realtà.
Abbiamo parlato spesso dei pilastri che compongono la teoria di Chesbrough:
- apertura alla condivisione di idee, prodotti, e servizi verso (e da) realtà esterne all’azienda;
- contaminazione di culture ed esperienze;
- mindset e cultura dell’organizzazione orientata alla condivisione;
- commitment del management per dare obiettivi strategici chiari e definiti;
- processi operativi in grado di coinvolgere la popolazione aziendale nella gestione dei flussi di innovazione.
Si tratta di concetti difficili da inserire nel day by day di ogni azienda ma, con piccoli sforzi e una serie di strumenti, è possibile integrare con pazienza quei processi operativi tali da scatenare l’innovazione.
C’è da dire che molto parte dal management: per fare in modo di stimolare innovazione che possa fluire dall’esterno o dall’interno dei propri confini aziendali, c’è bisogno di condividere con tutti i team una visione rinnovata, con obiettivi chiari che possano veramente stimolare le persone a prendere parte al progetto.
Quali strumenti possiamo usare per approcciare all’Open Innovation?
Veniamo al dunque: se non hai mai approcciato all’innovazione aperta o hai già fatto qualche tentativo sporadico e isolato, questa “guida” vuole approfondire e farti conoscere strumenti chiave per implementare dei percorsi di Open Innovation.
1 - Challenge
Si tratta di una vera e propria sfida alla quale possono partecipare tutte le aziende, i professionisti o le startup che vogliono mettersi in gioco nel conseguimento di un obiettivo di innovazione ben preciso. L’argomento della challenge può variare in funzione degli obiettivi che l’azienda vuole ottenere: tecnologie specifiche, ambiti di intervento, startup strutturate che dispongono di servizi in target, giovani talenti che hanno idee da sviluppare.
Il principale valore aggiunto di una challenge di questo tipo è senz’altro l’entità di know-how che viene condiviso tra gli attori coinvolti.
Lanciare una challenge non deve essere vista come un’attività a sé stante, ma deve essere seguita da una serie di processi che permettano di mantenere le relazioni con tutti i partecipanti e sviluppare le idee migliori con una delle attività che seguono.
2 - Incubatori e Acceleratori
Spesso generare idee non basta, perché poi ogni idea deve essere valutata, testata e portata sul mercato. L’execution è una delle fasi più importanti nella creazione di nuovi prodotti e servizi e, per questo, è utile sfruttare l’esperienza di Incubatori, Acceleratori e Innovation Hub. Queste realtà si occupano di creare dei programmi di avvio e crescita di startup con il coinvolgimento di mentor, esperti e investitori. Se all’inizio è molto utile collaborare con questo tipo di realtà, non è detto che non si possa proseguire in autonomia nel momento in cui questo tipo di competenze vengono acquisite dai propri team interni, creando un proprio percorso di accelerazione e incubazione di startup.
3 - Partnership e Joint Venture
Può essere molto produttivo impostare una collaborazione con chi si occupa di ricerca, soprattutto in campi di grande interesse. In questo senso, le partnership con Università e Centri di Ricerca possono sicuramente avere il beneficio di poter utilizzare staff ampiamente qualificato, senza pesare sui costi interni dell’organizzazione.
Una partnership può essere portata avanti anche con una startup o una realtà più piccola e innovativa. Considerata la velocità con cui cambia il mercato, è indispensabile per le aziende riuscire a rimanere sempre aggiornate sui nuovi trend e sulle tecnologie emergenti, così da lavorare in ottica preventiva per anticipare futuri bisogni dei clienti o cogliere nuove opportunità per il proprio business.
Una Joint Venture può essere instaurata anche tra aziende dello stesso livello che si impegnano a collaborare per il perseguimento di uno specifico obiettivo, condividendo rischi, risorse ed eventuali profitti.
4 - Venture Capital
Quando si parla di Venture Capital si intende un particolare tipo di investimento ad alto rischio su startup e piccole imprese che non hanno ancora un mercato affermato.
Queste operazioni di investimento possono puntare ad acquisire delle quote (di minoranza o maggioranza a seconda degli obiettivi e del capitale investito) di startup con l’obiettivo, puramente economico, di ottenere un ritorno di investimento oppure, con l’obiettivo di sostenere la startup con le proprie risorse e competenze, avendo cura anche di integrarne i servizi. In cambio dell’investimento in startup, la grande corporation apre una finestra di opportunità su tecnologie e aziende sinergiche che hanno le potenzialità per diventare partner.
Si parla, in particolare, di Corporate Venture Capital quando l’investimento è eseguito da un veicolo aziendale che può essere la stessa corporate oppure una società creata appositamente (o partecipata nel capitale) per eseguire questo tipo di operazioni.
5 - Hackathon
Spesso svolto in presenza, l’Hackathon è una competizione che mette in contatto giovani di varie esperienze e i team dell’azienda. L’evento può durare poche ore o alcuni giorni e permette ai partecipanti di misurarsi in una sfida lanciata dall’azienda che, spesso, porta allo sviluppo di soluzioni e prototipazione di prodotti e servizi.
L’evento nasce dalla voglia dell’organizzatore di entrare in contatto con giovani innovatori, con nuove prospettive potenzialmente interessanti e idee fresche. Lo scambio culturale e, a volte, generazionale che si genera durante l’evento diventa, quindi, il vero obiettivo da raggiungere.
6 - Intrapreneurship
Quando un’azienda vuole sperimentare un modo nuovo per trovare talenti innovativi all’interno della propria organizzazione si parla di Intrapreneurship.
L’intraprenditorialità (se vogliamo italianizzarlo) cerca di identificare quei dipendenti con una mentalità da startup e fornire loro il supporto, i finanziamenti e il tutoring di cui hanno bisogno per risolvere problemi difficili.
Questa idea riconosce che le aziende non devono sempre guardare al di fuori del business per innovare. A volte, le risorse sono già pronte e in attesa, basta solo stimolare le persone a tirare fuori il meglio di sé offrendo supporto, formazione, stimoli e strumenti per potersi confrontare con i team più esperti.
7 - Innovation Lab (o Co-creation Lab)
Un laboratorio di idee ha la funzione di stimolare le persone a generare idee. Le aziende possono, in questo modo, partire da idee lanciate dalle singole persone e svilupparle in progetti di startup che possono avere l’obiettivo di diversificare il business, innovare i processi interni e accelerare la crescita e il posizionamento sul mercato.
I dipendenti, che potrebbero avere anche supporti esterni, aiutano i manager a guardare i problemi da un’altra prospettiva, libera dagli schemi e dalla routine aziendale. Un laboratorio di idee può avere anche la funzione di co-creare soluzioni con player esterni o, addirittura, dei competitor diretti.
Ciò rappresenta un ulteriore livello di applicazione dei principi dell’Open Innovation, portando allo scenario in cui si possono addirittura creare accordi di revenue sharing con propri competitor o ripartire equamente i brevetti ottenuti grazie a questo processo di integrazione di idee.
A questo punto non hai più scuse! Puoi prendere spunto da questa guida per sperimentare ciò che più ti interessa, mettendo alla prova il tuo team e preparandoti a diffondere la cultura dell’innovazione aperta nella tua azienda.
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