L’analisi di Goldman Sachs firmata da Filippo Taddei. Tre motivi per cui vale la pena essere costruttivi verso i BTP.
Sono ben tre i motivi che giustificano la fiducia di Goldman Sachs verso i BTP e il debito italiano.
Parola di Filippo Taddei, autore del rapporto “European Daily: Italy—Three Reasons to Be Constructive About Italian Debt in 2025”.
Goldman Sachs: spread a valori minimi da quasi 5 anni
Il report presenta e analizza i tre motivi per cui è possibile mantenere un approccio costruttivo verso il debito sovrano italiano nel 2025, facendo notare alcuni dati di fatto.
Intanto, “ gli spread sovrani italiani si sono mantenuti stabili per un po’ di tempo, stringendosi gradualmente dall’autunno 2022”.
Goldman Sachs riconosce i progressi compiuti dallo spread BTP-Bund a 10 anni , facendo notare che il suo valore, capitolato anche nelle ultime sedute più volte sotto la soglia di 100 punti base, è il più contenuto “ da quasi cinque anni ”.
Detto questo, la situazione è tale che “ alcuni operatori di mercato ritengono che questa valutazione favorevole non sia destinata a durare, dato che si prevede un aumento del rapporto debito/PIL” dell’Italia.
Tra gli altri fattori che spiegano lo scetticismo degli operatori, Goldman Sachs menziona “ l’aumento dei tassi reali sovrani e le previsioni per un aumento della spesa per la difesa , attesa salire dell’1% del PIL entro il 2027 a causa delle sfide geopolitiche europee”.
Goldman Sachs positiva sui BTP, anche con sfida aumento tassi reali. I 3 motivi
Detto questo, vengono individuati da Goldman Sachs tre motivi per cui vale la pena essere costruttivi verso i BTP e, in generale, la carta italiana:
Il primo è che “ il sostegno del Recovery Fund è destinato a continuare fino al 2026, fornendo uno spazio fiscale di circa l’1,5% del PIL all’anno ”. Questo, in una situazione in cui “il saldo fiscale italiano sta migliorando al ritmo più rapido tra i Paesi EMU4, raggiungendo il divario più basso rispetto alla media dell’area euro dal 2016 ”, e a fronte di un governo italiano, quello di Meloni, che ha ribadito il proprio impegno a mantenere questa tendenza.
A tal proposito, la view di Goldman Sachs è di un ulteriore miglioramento del saldo fiscale italiano.
Il secondo motivo è che, sebbene “i tassi reali stiano aumentando a causa della disinflazione, dei dazi statunitensi e dell’aumento dei rendimenti a lunga scadenza, tuttavia i tassi reali italiani sono circa 100 punti base inferiori alla media prima della pandemia ”.
Ancora, in questo primo motivo va considerato il fatto che “la domanda di spazio fiscale derivante dall’aumento della spesa per la difesa sarà assorbita dall’emissione di debito dell’UE” e che, di conseguenza, pur se tale fenomeno si tradurrà in “un aumento del deficit e del debito, è improbabile che crescano le emissioni di BTP e la scadenza media dovrebbe allungarsi”.
Infine, terzo motivo, indica l’esperto di Goldman Sachs, “ tutti gli episodi che hanno portato a un allargamento degli spread negli ultimi 10 anni, con un’unica eccezione, sono stati causati da instabilità politica ”.
Ma, “attualmente, tale rischio sembra basso in Italia ”.
Più di un punto a favore della stabilità del governo Meloni
Taddei cita il risultato dei sondaggi, da cui emerge che “l’attuale governo è l’unico esecutivo italiano degli ultimi 20 anni ad aver guadagnato in popolarità nei 30 mesi successivi al suo insediamento ”.
Di conseguenza, “ prevediamo che questa condizione si manterrà almeno fino al prossimo anno , data l’assenza di catalizzatori politici rilevanti”.
Detto questo, l’esperto di Goldman Sachs ricorda anche quelle che sono le vulnerabilità dell’Italia, in particolar modo il fatto che, “sebbene i venti favorevoli temporanei probabilmente sosterranno le prospettive del debito italiano quest’anno, l’Italia è l’unico Paese dell’EMU4 ad aver registrato una crescita della produttività negativa negli ultimi due anni, nonostante l’ampio sostegno fiscale agli investimenti offerto dal Recovery Fund”.
Taddei snocciola così il seguente avvertimento: “un miglioramento duraturo del debito italiano richiederà un progresso strutturale dell’economia ”.
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