Legge di Bilancio 2023: servono almeno 40 miliardi di euro. E il deficit salirà

Violetta Silvestri

29/10/2022

29/10/2022 - 12:07

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Il primo test del Governo Meloni è la Legge di Bilancio 2023: si stima un valore di almeno 40 miliardi di euro, come trovarli? I conti pubblici già prevedono un deficit in aumento.

Legge di Bilancio 2023: servono almeno 40 miliardi di euro. E il deficit salirà

Si stringono i tempi per la Legge di Bilancio 2023 e per il Governo Meloni la definizione della manovra, soprattutto per quanto riguarda l’equilibrio tra risorse necessarie e stime sui conti pubblici, è attesa come il primo grande test da superare.

L’emergenza è condivisa da tutto l’esecutivo: aiutare famiglie e imprese a fronteggiare l’impennata dei costi energetici, considerando anche l’ultimo e allarmante dato che ieri è giunto da Istat. A ottobre il carrello della spesa è schizzato al 12% e i prezzi al consumo corrono a ritmo record, come mai accaduto dagli anni ’80.

Il ministro dell’Economia Giorgetti sarà impegnato innanzitutto a mettere a punto il quadro programmatico con l’integrazione alla Nadef lasciata dal precedente esecutivo. Poi, sarà la volta della Relazione sull’aggiustamento di bilancio, con l’approvazione a maggioranza in Parlamento anche per avere l’autorizzazione a utilizzare il tesoretto da 10 miliardi di euro lasciato da Draghi. Infine, ci si concentrerà sulla Legge di Bilancio 2023.

Si parla di risorse necessarie per almeno 40 miliardi di euro: come reperirle? Il deficit aumenterà, con l’osservazione attenta dell’Europa sui nostri conti.

Legge di Bilancio 2023 del Governo Meloni da 40 miliardi: deficit in rialzo

La manovra entra nel vivo, in quello che sarà un mese decisivo per far quadrare i conti dello Stato e definire in modo più dettagliato priorità e programma del Governo Meloni.

L’unica certezza finora emersa è che i tre quarti del valore della Legge di Bilancio saranno dirottati a limitare il caro bollette e l’impatto dei prezzi energetici e non solo su consumi e produzione di imprese. Sicuramente si prorogheranno i crediti di imposta per le aziende e gli sconti sulla benzina, ma potrebbero essere rafforzate anche altre misure come il bonus da 150 euro da riproporre oppure creare uno scudo di almeno sei mesi per chi è moroso con le bollette a causa dei rincari eccezionali.

La lotta al caro energia, voce primaria della manovra, sarà affiancata da altre misure necessarie e facenti parte del programma di coalizione. Tra di esse si ricordano la flat tax, la riforma del reddito di cittadinanza, il ridimensionamento del cuneo fiscale, il Superbonus 110%, la riforma delle pensioni.

Il punto è: con quali risorse? Il cosiddetto tesoretto del precedente Governo è di circa 10 miliardi, ne serviranno molti altri per coprire le spese della manovra. La svolta dovrebbe arrivare dalla previsione di deficit: dal 3,9% del Pil stimato in Nadef per l’anno prossimo si arriverebbe al disavanzo al 4,5% del Pil, ovvero un’aggiunta di 1,1 punti sul target. Questo spostamento un avanti del disavanzo libererebbe fino a circa 20 miliardi di euro.

La soglia è, comunque, ai limiti poiché un deficit al 5% è nel mirino di Ue e investitori. Serviranno, ovviamente, altre coperture sulle quali il MEF sta lavorando. L’allerta conti e risorse c’è. Qualche settimana fa Fazzolari, senatore Fratelli d’Italia, non aveva nascosto preoccupazione: “Dovremo vedere che cosa inventarci sull’energia. A seconda se va bene o male sul fronte europeo potremmo rischiare di dover trovare 60 miliardi nel 2023 o averne bisogno di 20 o 30; vuol dire una o due finanziarie”.

In attesa dei dati Istat sul Pil del terso trimestre, la Nadef da rivedere dovrebbe anche il Prodotto interno lordo per l’anno prossimo. Lo scenario è di una flessione o, comunque, di una crescita non esaltante.

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