Vendere in Ticino, quali vantaggi: intervista ad Alessandro Pallara, AP4Legal

Sara Bracchetti

12 Aprile 2023 - 10:16

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L’avvocato Alessandro Pallara di AP4Legal sarà relatore al convegno di Money.it «Come vendere in Ticino» l’8 maggio a Monza. Ci spiega i pro e i contro di un’operazione di internazionalizzazione.

Vendere in Ticino, quali vantaggi: intervista ad Alessandro Pallara, AP4Legal

Alessandro Pallara, founder dello studio AP4legal, è tra i relatori che prenderanno parte all’evento Come vendere in Ticino, organizzato da Money.it, in programma l’8 maggio a Monza nella sede di Confcommercio.

Profondo conoscitore dell’apparato normativo elvetico, spetterà a lui il compito di spiegare alle imprese lombarde che prenderanno parte all’incontro, i pro (tanti) e i contro (pochi) di un’operazione di internazionalizzazione nel Cantone svizzero di lingua italiana.

I vantaggi di vendere in Ticino secondo AP4legal

Perché un’azienda italiana dovrebbe vendere in Ticino? Primo: perché la Svizzera «offre qualità elevata, sia per quel che riguarda i prodotti, sia per quanto concerne i servizi». Secondo, ma non in ordine di importanza: perché la Svizzera è anzitutto un punto di partenza, in un eventuale «processo di internazionalizzazione» al quale un’impresa potrebbe manifestare saggio interesse.

Semplice, eppure al contempo complessa; unica, ma di fatto duplice: la ragione che dovrebbe spingere una tipica azienda della Brianza a guardare appena poco più in là di se stessa, a pochi chilometri di distanza ma già là dove tutto è differente, sta qui. Nelle parole dell’avvocato Alessandro Pallara, fondatore dello Studio AP4legal, che l’8 maggio spiegherà alle Pmi locali i dettagli meno evidenti di “Come vendere in Ticino”.

In collaborazione con

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Come vendere in Ticino

Guida pratica per le PMI lombarde

8 maggio 2023

Sede Confcommercio, Via Edmondo de Amicis, 9 (Monza)

Alessandro Pallara: «Un’opportunità non così scontata»

Il sottotitolo esplicativo dell’evento Come vendere in Ticino è “Guida pratica per le Pmi lombarde”, aziende, cioè, che potenzialmente sono attratte dalle opportunità commerciali della Svizzera, così vicina eppure ancora troppo estranea. Un eccellente «Paese target», nella definizione di Pallara; ricco anzitutto, attento ai dettagli, carico di valore aggiunto.

Per chi fa impresa in Italia è un’opportunità da non sprecare: a patto di saper coglierla, comprendere le sue sfaccettature non sempre scontate, affrontare con gli strumenti giusti le difficoltà che a volte pone.

I vantaggi sono la parte forse più evidente del processo: «la Svizzera ha una legislazione snella ed efficiente che le consente di semplificare i rapporti di lavoro. Ha un cuneo fiscale ridotto rispetto all’Italia».

Vendere in Ticino: l’equivoco del paradiso fiscale

«Dal punto di vista fiscale - ha spiegato Alessandro Pallara - il vantaggio riguarda l’ammontare delle imposte e i meccanismi che regolano la tassazione delle società e dei lavoratori, ivi incluso un ottimo sistema previdenziale che può contribuire alla pianificazione fiscale. Il carico fiscale è variabile a seconda dei Cantoni e delle aliquote applicate, comunque al di sotto delle soglie italiane, fin di dieci punti».

Attenzione però a non fraintendere, mette in guardia l’avvocato Alessandro Pallara: «la Svizzera non è un paradiso fiscale», inteso nel senso deteriore di una definizione abusata.

«Questa è un’immagine che appartiene al passato: da tempo sono stati aboliti i regimi che consentivano vantaggi di tal sorta. Resta però una nazione dove vige la certezza del diritto delle imposte e dove è assicurato un rapporto con l’amministrazione finanziaria, anche in ottica di semplificazione».

Non resta dunque, a una impresa lombarda, che tentare. Volgere con interesse lo sguardo verso quel Paese così familiare, ma ancora non abbastanza praticato, caratterizzato da indiscutibile efficienza. «Di questo, paradossalmente, un imprenditore della Brianza potrebbe essere spaventato. La sfida è riuscire a cogliere ciò che la Svizzera può offrire in un’ottica di ottimizzazione. La Svizzera ha flessibilità del lavoro, che si traduce in due concetti chiave: quello di meritocrazia e quello di efficienza. A trarre guadagno, da un processo di internazionalizzazione che passa dalla Svizzera, sarebbe anche la figura del frontaliere, che guadagnerebbe nuove opportunità».

Vendere in Ticino: per molti, ma non per tutti

A frenare gli entusiasmi potrebbe restare però una perplessità legata alle dimensioni modeste del mercato. «Certo, la Svizzera è piccola, non può essere un mercato di sbocco per una grande impresa. L’opportunità di una scelta in tal senso dipende dai settori e dagli obiettivi. La Svizzera non è per tutti, ma per chi può ricavarne vero beneficio, traendo profitto dalla qualità del prodotto, dal valore aggiunto e dalla disponibilità economica dei consumatori. Uno svantaggio potrebbe arrivare anche dalle normative anti elusive, Esiste un pregiudizio secondo cui si pensa che chi dall’Italia arriva in Svizzera abbia l’obiettivo di eludere il fisco».

Difficoltà che meritano però di essere aggirate, in vista delle imperdibili occasioni che il Paese offre a chi voglia vendere il proprio prodotto.
Qui dove tecnologia e finanza, patrimonio naturale e capacità di gestione delle risorse sono di tale rilievo, manca magari «quella creatività e capacità di innovare che invece è più specifica della tradizione italiana».

In Ticino la creatività italiana sposa l’efficienza

Ecco dove si dovrebbe dunque creare un connubio favorevole a due nazioni che sono chiamate a guardarsi l’un l’altra con interesse. «L’imprenditoria italiana è ai primi posti per abilità innovativa, ma spesso la volontà si scontra con una impossibilità che nasce dalle inefficienze del sistema. In Svizzera, questo aspetto può invece trovare soddisfazione. Nel settore medicale, nelle tecnologie di micro precisione, ma non solo: unire le due bandiere potrebbe essere molto vantaggioso».

C’è una tipologia di azienda più favorita rispetto ad altre?
La risposta, a conti fatti, è no. Quantomeno, non sta nella forma, ma nella sostanza. «La modalità di lavoro in Svizzera si basa sul concetto di stabilità. Le società di persone sono poco utilizzate e i professionisti si organizzano in genere come società di capitali. Detto questo, non c’è una predilezione di tipo fiscale per una forma o l’altra. Ogni stabile organizzazione è benvenuta».

Vendere in Ticino: il ruolo (marginale) delle banche

Meglio però sgomberare il campo da un equivoco facile: le rinomate banche elvetiche hanno un ruolo defilato nel supportare economicamente l’imprenditoria. L’assunzione del rischio è modesta: «Bisogna essere consapevoli che in Svizzera si fa impresa se si hanno mezzi propri. Non ci si rifà al denaro dei clienti o delle banche, che sono solide proprio perché non si assumono rischi grossi. Chi pensa di arrivare in Svizzera e venire accompagnato dalle banche nella sua progettualità, sbaglia. Va però rilevato anche come vi siano diversi interlocutori interessati a finanziare nuovi progetti. Non c’è quel corporativismo che fa sì che venga lasciato fuori dai confini qualcosa di buono».

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Guida pratica per le PMI lombarde

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