Sintomi, trasmissione e vaccino per il vaiolo delle scimmie, dichiarato ora dall’Oms un’emergenza mondiale: primo caso riscontrato in Europa, dobbiamo avere paura di questa malattia?
Cos’è il vaiolo delle scimmie? Una domanda questa purtroppo di grande attualità visto che è stata dichiarata dall’Oms un’emergenza sanitaria internazionale. Come se non bastasse l’influenza aviaria, la dengue e la febbre oropouche, ora che ci siamo messi alle spalle la pandemia da Covid è questa malattia a preoccupare la comunità scientifica.
“Oggi il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale - ha reso noto nei giorni scorsi Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità -. Ho accettato questo consiglio”.
Le preoccupazioni riguardano soprattutto quello che sta succedendo nella Repubblica Democratica del Congo, dove da inizio anno ci sono stati circa 14.000 casi di vaiolo delle scimmie con oltre 500 morti.
Un tasso di mortalità che spaventa soprattutto perché nella parte orientale del Paese africano è stato identificato un nuovo ceppo del vaiolo delle scimmie che, come dimostra anche il primo caso riscontrato in Europa e più precisamente in Svezia, si starebbe rapidamente diffondendo.
Cerchiamo allora di capire perché c’è grande attenzione in merito al vaiolo delle scimmie, quali sono i suoi sintomi, come si trasmette e se esistono cure efficaci o vaccini contro questa malattia.
Cos’è il vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva virale che da anni è nota alla comunità internazionale. Finora è stata riscontrata soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo e, più in generale, nella zona tropicale dell’Africa Centrale e Orientale.
In inglese chiamato monkeypox, la sua abbreviazione invece è MPX, il vaiolo delle scimmie è salito all’attenzione generale per la prima volta nel 2022 quando, anche in quel caso, l’Oms è stata costretta a dichiarare l’emergenza sanitaria internazionale poi cessata l’anno dopo.
In quel periodo sono stati riscontrati quattro casi di vaiolo delle scimmie anche in Italia, mentre adesso a preoccupare l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbe il nuovo ceppo 1b che, dalla Repubblica Democratica del Congo, si starebbe rapidamente espandendo non solo in Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda, ma anche in Asia fino ad arrivare al primo caso individuato in Europa.
Sintomi e trasmissione del vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie è chiamato così in quanto si manifesta in maniera simile al vaiolo e ha anche sintomi sostanzialmente identici. A caratterizzare queste due malattie infatti è l’eruzione cutanea che inizialmente compare sul viso, estendendosi poi in tutto il corpo con delle vescicole che poi cadono dopo aver fatto una crosta.
I sintomi del vaiolo delle scimmie sono febbre, cefalea, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi. La malattia si manifesta generalmente dodici giorni dopo il contagio con l’eruzione cutanea che compare un paio di giorni dopo l’inizio della febbre.
Il tasso di mortalità del vaiolo delle scimmie è del 10% - alto ma comunque inferiore ad altre forme di vaiolo -, con la trasmissione che secondo il nostro Istituto Superiore di Sanità non avviene facilmente da persona a persona, mentre tra gli animali il contagio avviene tramite morsi o sangue.
“La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori) - ha scritto l’Iss durantenel 2022 -. Nell’epidemia in corso, i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi”.
Cure e vaccini
Il vaiolo delle scimmie solitamente si risolve spontaneamente in meno di un mese, ma può verificarsi una malattia più grave specie nei bambini, nelle donne in gravidanza e nelle persone immunodepresse.
Durante l’epidemia del 2022 l’Ema ha autorizzato l’utilizzo del tecovirimat - un farmaco antivirale - per i casi di vaiolo delle scimmie. Al momento è disponibile un vaccino anti-MPX, inoltre si ritiene che le persone che in passato siano state vaccinate contro il vaiolo siano a minor rischio di infezione.
Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie è prodotto da Bavarian Nordic, con l’Europa che ha acquistato 175 mila dosi da inviare in Africa. L’azienda poi ne donerà altre 40 mila, ma adesso è stata richiesta un’accelerazione nella produzione.
L’obiettivo infatti è quello di avere a disposizione altre 2 milioni di dosi del vaccino entro la fine di quest’anno e 10 milioni nel 2025, nella speranza così facendo di poter far rientrare l’emergenza sanitaria dichiarata dall’Oms.
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