USA: falliscono le banche SVB e Signature. Cosa succede e quali rischi per le banche italiane?

Claudia Cervi

13/03/2023

13/03/2023 - 16:01

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SVB fallisce portando alla chiusura della Signature Bank. Crisi crypto e tassi minacciano il sistema finanziario mondiale. Cosa succede e quali rischi per Unicredit, Intesa, Bpm e Bper?

USA: falliscono le banche SVB e Signature. Cosa succede e quali rischi per le banche italiane?

La Silicon Valley Bank, una banca californiana specializzata nel finanziamento delle startup tech, è fallita, scatenando una crisi che ha portato alla chiusura di un’altra banca americana, la Signature Bank, e all’acquisizione della filiale inglese di SVB da parte di Hsbc.

In risposta al crollo della fiducia a Wall Street, il governo americano ha promesso di rimborsare tutti i depositi della Silicon Valley Bank, anche quelli oltre il limite di 250.000 dollari, mentre azionisti e alcuni obbligazionisti non garantiti perderanno i loro soldi. Larry Summers e Mitt Romney hanno chiesto al governo di garantire tutti i depositi, senza limiti, per salvare il salvabile.
La discesa in campo del governo americano e l’intervento immediato della Bank of England potrebbero infatti arginare il crollo di fiducia a Wall Street: in mattinata i future americani stanno tentando di reagire, ma in Europa e in Italia i mercati sono in modalità risk off. Quali sono i rischi per le banche italiane?

Fallimento delle banche SVB e Signature: cosa è successo?

Silicon Valley Bank e Signature Bank sono fallite a causa di una serie di eventi connessi alla crisi a catena che ha travolto il mondo crypto nell’ultimo anno. La prima, Silicon Valley Bank, si è trovata a corto di liquidità dopo i ritiri di depositi dei clienti a seguito del crollo di Silvergrade, uno dei gruppi di criptoasset falliti nelle ultime settimane. La banca aveva già venduto tutti gli asset facilmente cedibili per ottenere contanti e, quando ha annunciato l’intenzione di raccogliere nuovi fondi a causa di nuovi nervosismi dei mercati e nuovi prelievi dai conti, non disponeva di ulteriori margini.

Il caso Silicon Valley Bank mette a nudo le conseguenze del rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve sulla liquidità delle aziende. La Fed ha aumentato i tassi di interesse in risposta alla galoppante inflazione e questo ha contribuito alla crisi di liquidità di Silicon Valley Bank.

La crisi di fiducia nella Silicon Valley Bank ha portato alla fuga dei clienti, che hanno ritirato i loro depositi, provocando una crisi di liquidità anche per Signature Bank, che ha tentato invano di cercare un acquirente nelle ultime 48 ore, ma non è riuscita a chiudere un accordo. La banca è stata chiusa dalle autorità americane ma sembra che i clienti avranno indietro tutti i loro depositi. Signature Bank è stata fondata nel 2001 con l’obiettivo di offrire ai propri clienti un’alternativa ai grandi istituti finanziari e di fornire un servizio di assistenza personalizzato e accurato. Dopo la crisi finanziaria del 2008, la banca ha ottenuto un grande successo tra gli investitori e ha registrato una crescita rapida. Nel 2018, Signature Bank ha deciso di espandere il proprio raggio d’azione al di là del mercato immobiliare e ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo delle criptovalute, assumendo personale specializzato in questo settore in forte espansione. Questa mossa ha contribuito a consolidare la sua posizione come una delle maggiori istituzioni finanziarie sul mercato delle criptovalute, portando ad un aumento dei depositi del 27% provenienti da clienti con asset digitali e al tempo stesso diventando vulnerabile al collasso di Ftx.

Il fallimento di Signature Bank minaccia di tagliare fuori l’industria crypto dal sistema bancario regolamentato americano, il che rappresenta un grave problema per l’industria delle criptovalute, tanto più che gli azionisti non saranno tutelati e il management della banca sarà rimosso.

SVB Uk comprata da Hsbc per 1 sterlina

Il fallimento di SVB ha costretto la Bank of England a richiedere lo stato di insolvenza anche per la filiale britannica. Per proteggere i depositi dei clienti, Hsbc ha comprato SVB Uk, pagando solo 1 sterlina (circa 1,13 euro), escludendo le attività e le passività della società madre di SVB. La filiale inglese ha registrato un utile ante imposte di 88 milioni di sterline nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022, con prestiti per circa 5,5 miliardi di sterline e depositi per circa 6,7 miliardi.

I titolari di conti fino a 85.000 sterline saranno dunque imborsati dal Fscs.

Il ministro delle finanze britannico Jeremy Hunt ha affermato che l’accordo «garantisce la protezione dei depositi dei clienti», mentre la Banca d’Inghilterra ha confermato che nessun’altra banca del Regno Unito è direttamente influenzata dalle operazioni o dalla risoluzione della capogruppo statunitense di SVB Uk. Anche una serie di potenziali acquirenti, tra cui un consorzio di società di private equity, aveva presentato proposte per l’acquisto della filiale inglese di SVB, preoccupati per il futuro delle startup britanniche nel settore tecnologico e delle scienze della vita.

Hsbc ha fatto sapere in un comunicato che l’acquisizione migliora la sua capacità di servire aziende innovative e in rapida crescita, nel Regno Unito e a livello internazionale.

Banche italiane a rischio: Unicredit, Intesa, Bpm, Bper a picco. Cosa succede?

Nonostante i timori, si ritiene che non ci sarà un effetto contagio per il settore finanziario globale come nel 2008 con Lehman Brothers, poiché Silicon Valley Bank non è una banca sistemica. Tuttavia, il rialzo dei tassi di interesse ha un impatto sui bilanci delle banche che si sono caricate di bond e titoli di Stato quando i tassi erano a zero, come ha fatto SVB, e i cui valori sono scesi rapidamente con l’aumento dei rendimenti, suscitando preoccupazioni per le conseguenze sui bilanci delle banche.

Ecco spiegato l’effetto domino nel settore finanziario europeo e italiano che da venerdì registra le performance peggiori. Frasi come «corsa agli sportelli» e «fallimento bancario» spaventano comprensibilmente gli investitori.

Il risk off sui mercati è particolarmente evidente sui titoli del comparto bancario italiano come Unicredit, che cede oltre 6 punti percentuali alla Borsa di Milano, facendo temere che lo slancio dell’ultimo mese, quello successivo alla pubblicazione dei risultati 2022, sia stato una trappola per tori (bull trap).

Male anche Intesa Sanpaolo (-5,7%), che rompe violentemente la base del canale rialzista disegnato dai minimi di ottobre, testando a 2,27 circa la media mobile esponenziale a 100 giorni.

Dirimente il ribasso di Bper (-7,9%), che cancella in due sedute i rialzi di febbraio e marzo, e di Banco Bpm (-7,4%), tornato sui livelli di metà gennaio a contatto con la trend line tracciata dai minimi della scorsa estate.

Quali sono i rischi per le banche italiane?

La situazione delle banche italiane appare tuttavia diversa da quelle americane: innanzitutto SVB ha investito la maggior parte della sua liquidità in obbligazioni illiquide durante un periodo in cui i tassi di interesse erano molto bassi. Ciò ha portato a una diminuzione del valore di quegli asset a seguito dei ripetuti aumenti dei tassi della Fed. La stretta monetaria della Fed influisce negativamente sui bonds detenuti dalle banche alterando le strutture di bilancio e incidendo sul margine di interesse netto, soprattutto negli Stati Uniti.

In Europa e in Italia, il rialzo dei tassi da parte della Bce potrebbe determinare lo stesso effetto sui bilanci delle banche, che tuttavia sono reduci da risultati trimestrali e annuali record. L’effetto tassi si farà sentire margine di interesse netto, ma sarà ampiamente compensato dagli attivi di bilancio.

La conclusione è che la situazione finanziaria di SVB è ancora molto fluida e resta da vedere cosa potrebbe accadere con la banca e con le decisioni della Fed al termine della riunione di emergenza in agenda oggi alle 17:30. Ma non c’è motivo per gli investitori di altri titoli bancari di farsi prendere dal panico. Il modello di business di SVB, unico nel settore bancario, è stato il suo grande punto di forza - una settimana fa era stato citato da Forbes - ma anche la sua rovina.

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