Un titolo crollato di oltre il 200% dai massimi eppure con un dividendo da capogiro: tra segnali di forza e rischi nascosti, la sua storia non smette di sorprendere.
Detto così suona molto bene, vero? Come uno di quei titoli che sembrano da non lasciarsi scappare: alto dividendo, capitalizzazione robusta e quotazione molto distante dai massimi storici.
Stiamo parlando di colosso con una capitalizzazione di circa 37 miliardi di euro, tra i giganti del listino FTSE MIB. Negli ultimi mesi, la società ha garantito una distribuzione media dell’8% annuo in dividendi. In pratica, significa che per registrare un rendimento negativo, un investitore dovrebbe subire una perdita in conto capitale superiore a quella percentuale: una soglia non banale, soprattutto per chi cerca stabilità in un portafoglio.
Non basta: il titolo oggi si trova ben al di sotto dei propri massimi, con un drawdown che sfiora il -220% rispetto ai picchi precedenti. Eppure, nonostante queste caratteristiche, il mercato sembra non avere grande interesse all’acquisto. Anzi, anche nel 2025 è stato fortemente venduto. Ma allora perché nessuno la vuole comprare? Beh ci sono stati dei validi motivi. [...]
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