Trading, cos’è il rischio e a cosa si riferisce negli investimenti

David Pascucci

22 Dicembre 2022 - 08:57

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Cos’è il rischio e a cosa si riferisce quando parliamo di trading e investimenti?

Trading, cos’è il rischio e a cosa si riferisce negli investimenti

Il concetto di rischio è sicuramente il più importante da considerare all’interno dei mercati finanziari. Non è un caso che quando vediamo dei mercati ribassisti essi vengano identificati in una fase “risk-off” e quando sono rialzisti vengono definiti in una fase “risk-on”.

Il rischio è un concetto cardine per quanto riguarda il trading e gli investimenti perché la qualità di un’operazione, le qualità di un investitore e di un trader vengono misurate proprio in base a parametri legati al rischio. Ci sono diversi tipi di rischio all’interno dei mercati finanziari e alcuni di essi sono legati strettamente agli strumenti finanziari e altri al tipo di trading che l’operatore svolge. In sostanza c’è una parte che stabilisce il rischio, ossia i mercati e l’altra parte che invece ha il compito di gestire il rischio che è appunto l’investitore/trader. In tal merito facciamo chiarezza sui rischi del mercato e su come un trader/investitore può gestirli nella sua operatività.

Cosa è il rischio

Il rischio non rappresenta nient’altro che la nostra perdita potenziale a fronte di un investimento o di un operazione di trading generica. A livello operativo possiamo definirla come quella parte di capitale destinata a essere persa qualora la nostra operazione dovesse andare male; in sostanza il nostro peggior risultato possibile. Come potete vedere abbiamo legato momentaneamente il concetto di rischio a un qualcosa di operativo, a ciò che è gestibile direttamente dall’operatore di mercato.

I rischi gestiti dagli operatori vengono però calcolati in base ad alcuni parametri di rischio che generalmente si rifanno ai movimenti di un determinato titolo o strumento finanziario. Per sintetizzare in modo estremo, un titolo o uno strumento finanziario che tende a muoversi con ampi movimenti di mercato è visto come un titolo rischioso. I movimenti ampi e veloci di un titolo ne determinano la sua pericolosità, pertanto i titoli che hanno movimenti più ampi rispetto ad altri vengono definiti come titoli più rischiosi. Questo concetto di rischio è legato quindi alla volatilità di un titolo, la volatilità è quindi un elemento che indica quanto rischio c’è da associare a un determinato mercato o strumento finanziario. Ma perché esistono strumenti finanziari più rischiosi di altri? Come fare a gestire degli strumenti così volatili, pertanto rischiosi?

Rischio e liquidità

Un mercato volatile è rischioso. Perché un mercato o uno strumento finanziario tendono a muoversi più di altri, perché compiono movimenti più volatili di altri? La risposta la si trova nella “liquidità”. La liquidità è un elemento fondamentale nello stabilire un mercato efficiente, ossia un mercato che scambia quantità e prezzi in modo sano. Tanto più un mercato è liquido, tanto più è sano e tanto meno sarà volatile. Un mercato liquido è sostanzialmente un mercato dove ci sono molti operatori, molta domanda e offerta per diversi livelli di prezzo, perciò molti scambi su diversi livelli di prezzo fanno sì che il mercato non faccia dei movimenti troppo veloci, repentini e ad ampi.

Solitamente la volatilità si associa a mercati che sono poco liquidi e mercati “piccoli”, ossia mercati che non hanno molti operatori al loro interno. Per fare un esempio molto semplice, il Forex è un mercato molto grande, molto liquido, pieno di operatori di ogni genere, da grandi banche al trader retail perciò è un mercato poco volatile che ha di fatto dei movimenti in termini percentuali molto bassi rispetto ad altri mercati. Per fare un altro esempio, il mercato azionario, il mercato di rischio per eccellenza, è un mercato più “piccolo” rispetto al mercato valutario, di conseguenza avrà una liquidità minore, un minor controvalore degli scambi e pertanto avrà una volatilità più elevata, un rischio più elevato rispetto al Forex. Attenzione, queste informazioni sono di carattere generale, ci sono dei momenti di mercato, soprattutto nel breve termine dove un mercato può essere più volatile di un altro, delle vere e proprie eccezioni che potrebbero stupire la maggior parte degli investitori. In questo contesto quindi, come posso misurare la volatilità? Semplice, basta misurare le oscillazioni medie in un determinato arco temporale.

Per fare un esempio se vediamo che un cambio sul Forex si scosta mediamente dello 0,5% al giorno e un titolo azionario fa movimenti medi giornalieri dell 1%, possiamo stabilire che il rischio del cambio è letteralmente la metà rispetto a quello del titolo azionario. Questo era ovviamente un esempio molto semplificato ma che rende l’idea del rischio associato a un determinato tipo di mercato. Per approfondire ulteriormente la questione rischio, potremmo andare ancor più a fondo all’interno di ogni mercato in quanto ad esempio sul Forex troviamo cambi più liquidi di altri, le majors, e altri cambi che invece risultano meno liquidi. Stessa cosa succede all’interno dei mercati azionari dove troviamo generalmente i titoli a più alta capitalizzazione che hanno movimenti meno volatili rispetto a titoli a più bassa capitalizzazione. Per quanto detto, l’importante è aver capito che a maggior liquidità possiamo associare meno rischio e viceversa.

Gestire il rischio

Il compito del trader/Investitore è quello di gestire il rischio della sua operatività e questo compito determina il successo nel lungo periodo. In pratica il compito del trader è quello di settare un rischio per il suo capitale e associare un rischio a un determinato strumento finanziario. Una volta calcolato questo, il compito del trader diventa quello di gestire la posizione e di conseguenza gestire il rischio in modo attivo così da preservare il capitale per nuovi investimenti/operazioni. Come si può notare, il trader associa prima un rischio al proprio capitale, trova lo strumento finanziario adatto al suo rischio e successivamente gestisce in modo attivo il rischio durante l’operatività.

Questo è sostanzialmente il lavoro del trader/investitore, come si può notare è tutt’altra cosa rispetto a quanto si vede solitamente in giro dove si pensa che il trader sia una sorta di indovino dei mercati, una sorta di veggente dei mercati azionari. Il trader gestisce il rischio, questo è il suo lavoro e ovviamente la capacità di leggere bene i mercati è un plus che sicuramente potrebbe essere molto importante ai fini del risultato finale, ma non è la parte essenziale. Un trader che legge bene l’andamento dei mercati senza avere una buona gestione del rischio, è destinato a morire nel lungo periodo, pertanto, vista la situazione, iniziate a concentrarvi di più su aspetti di questo genere che riguardano la gestione del proprio capitale e delle proprie risorse per poi operare sui mercati in modo consapevole e rilassato.

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