Questi test genetici promettono di scoprire origini e future malattie degli esseri umani. Ma sono realmente affidabili?
È davvero possibile scoprire le proprie origini etniche o le malattie a cui potremmo essere predisposti mentre siamo seduti sul divano? Secondo le aziende che producono test genetici fai da te, la risposta è sì.
Negli ultimi anni, la moda dei test casalinghi sul DNA è esplosa in tutto il mondo. Secondo le stime più aggiornate, entro il 2025 oltre 100 milioni di persone avranno effettuato almeno un test genetico di questo tipo.
Questo settore ha subito una crescita esponenziale negli ultimi dieci anni. Nel 2025, il mercato globale dei test fai da te vale oltre 7 miliardi di dollari, con previsioni di ulteriore crescita negli anni futuri.
I fattori che alimentano il consolidamento di questo fenomeno vanno ricercati nel contesto attuale in cui viviamo. Oggi le persone mostrano una crescente curiosità verso le proprie origini e un maggiore interesse per la prevenzione sanitaria. A questo si aggiunge il ruolo determinante dei social media, che hanno contribuito a promuovere in larga scala l’utilizzo dei test per il DNA.
Cosa sono e come funzionano i test genetici fai da te
I test genetici diretti al consumatore (detti anche DTC, Direct-to-Consumer) consentono di analizzare il proprio DNA senza il consulto di un medico. Il processo è semplice: si ordina un kit online, si raccoglie un campione salivare e lo si invia al laboratorio di riferimento. Dopo alcune settimane, l’utente riceve i risultati su una piattaforma digitale.
Questa tipologia di test DNA promette di individuare le origini etniche, la predisposizione allo sviluppo di malattie, disturbi e intolleranze e la potenziale paternità di un individuo.
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Tra i numerosi marchi che producono test genetici fai da te i più popolari sono:
- 23andMe: molto apprezzata per il suo servizio su origini etniche, salute e genetica, offre test approvati anche dalla Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia statunitense che si occupa della protezione della salute pubblica;
- AncestryDNA: Si concentra principalmente sulla discendenza e i legami di parentela grazie al suo vasto database genealogico;
- MyHeritage DNA: nota per la costruzione di alberi genealogici e la ricerca di parenti in tutto il mondo, è disponibile in diverse lingue, tra cui l’italiano;
- Living DNA: offre un’analisi molto dettagliata delle origini, soprattutto in Europa, per chi vuole precisione sulle proprie radici nel continente;
- FamilyTreeDNA: è la scelta preferita dai genealogisti esperti grazie ai suoi test specifici per tracciare le linee paterne e materne tramite Y-DNA e mtDNA;
- Dante Labs: azienda italiana, si distingue per il sequenziamento completo del genoma, con cui offre dati genetici approfonditi a chi cerca informazioni più tecniche per la salute o la ricerca.
I test DNA fai da te funzionano davvero?
Nonostante sia accertato scientificamente che alcuni test fai da te aiutino a identificare la predisposizione genetica a determinate patologie, i risultati vanno comunque interpretati con cautela.
Le malattie multifattoriali, come quelle cardiache, dipendono da numerosi fattori - oltre che genetici, anche ambientali e comportamentali - che non possono essere previsti esclusivamente sulla base del proprio DNA.
Per questo motivo, l’American Heart Association ha rilasciato un comunicato in cui consiglia di non affidarsi totalmente ai test fai da te per valutare il rischio di infarto o ictus, sottolineando l’importanza di richiedere sempre una valutazione clinica esterna.
Inoltre, molti dei test commerciali si basano su tecniche di genotipizzazione che analizzano solo alcune varianti del DNA, a fronte di un genoma umano che è molto più vasto e complesso. In questo modo, i test possono fornire solamente una “fotografia” parziale del patrimonio genetico, con il rischio di creare falsi allarmi o, al contrario, false rassicurazioni.
Uno dei scopi principali che ha convinto milioni di persone a comprare un test genetico fai da te riguarda la possibilità di scoprire le proprie origini etniche. Le aziende promettono di tracciare l’albero genetico dell’utente e di stimare le percentuali di provenienza geografica.
Anche in questo caso, bisogna sottolineare che le previsioni si basano su confronti statistici con database di riferimento che, molto spesso, sono costruiti con criteri arbitrari o squilibrati. Infatti, le categorie etniche utilizzate sono stime probabilistiche, calcolate utilizzando archivi genetici che variano da un’azienda all’altra e che sono spesso incompleti o poco rappresentativi.
Dare il nostro DNA a una società privata è sicuro?
Oltre alla questione scientifica, un altro problema fondamentale riguarda la privacy. Fornire il proprio DNA a una società privata significa condividere una quantità enorme di informazioni personali non solo su sé stessi ma, potenzialmente, su interi rami familiari.
Presi dall’entusiasmo, molti consumatori non sanno che le aziende possono utilizzare i loro dati personali per feedback, analisi di marketing o, peggio ancora, per venderli a terze parti.
Mentre in Europa il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha imposto regole severe per la protezione della privacy genetica, in America le normative sono più permissive e alcune aziende genealogiche si sono già trovate coinvolte in controversie per l’utilizzo improprio dei dati personali dei loro utenti.
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