Vendite in calo nel Q2 2025 per Tesla, ma gli analisti restano fiduciosi. Attesa per la trimestrale del 23 luglio: focus su margini, FSD e ripresa della domanda.
Crollano a 384.122 le auto vendute da Tesla nel secondo trimestre del 2025, segnando un calo del 13,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando le consegne avevano toccato quota 443.956. È un dato che pesa, perché arriva in una fase tutt’altro che semplice per Tesla. La domanda globale di auto elettriche sta rallentando, e nel frattempo i rivali (su tutti il colosso cinese BYD) stanno guadagnando terreno anche in fasce di mercato che fino a poco fa sembravano un territorio sicuro per Musk.
Le consegne sono risultate leggermente sotto le aspettative degli analisti (387.000 secondo FactSet), confermando che anche questo secondo trimestre rischia di chiudersi con il freno tirato.
Eppure il mercato sembra voler dare ancora fiducia a Musk. Nella seduta di oggi il titolo è salito del 4% in apertura, sostenuto dalle aspettative legate alla svolta autonoma e alla nuova strategia robotaxi, che potrebbe aprire un nuovo fronte di business nei prossimi anni. In attesa dei conti ufficiali del 23 luglio, ci sono molte domande aperte. Cosa aspettarsi nei prossimi mesi? Ecco perché gli analisti scommettono sulla crescita.
Produzione a 410 mila unità, vendite sotto le attese
Nel dettaglio, Tesla ha comunicato di aver prodotto 410.244 veicoli nel secondo trimestre, ma ne ha consegnati 384.122, con un evidente scarto che segnala un accumulo di scorte o una domanda meno vivace del previsto. A pesare maggiormente è il dato sui modelli di punta: Model 3 e Model Y, che insieme rappresentano il cuore delle vendite del gruppo, hanno registrato 373.728 consegne contro una produzione di 396.835 unità. Gli altri modelli (Cybertruck, Model S e Model X) si fermano a 10.394 consegne su 13.409 veicoli prodotti.
Il confronto con l’anno scorso è impietoso. Nel Q2 2024 le consegne erano state 443.956. Il calo del 13,5% è un segnale chiaro, soprattutto perché arriva dopo mesi di sforzi per rilanciare l’interesse, tra restyling dei modelli, promozioni aggressive e incentivi al finanziamento. Uno sforzo che non è bastato. Tesla continua però a spingere sulla diversificazione e nel secondo trimestre ha installato 9,6 GWh di sistemi di accumulo energetico. Che si tratta di un business in crescita era già emerso nei mesi precedenti, ma ora il gruppo considera sempre più strategico per affrancarsi dall’andamento altalenante delle vendite auto.
Musk scommette su robotaxi e guida autonoma per rilanciare il titolo
Mentre i numeri sulle vendite sollevano dubbi, Musk rilancia sul lungo periodo. Il 22 giugno Tesla ha lanciato la prima versione (molto limitata) del suo servizio di robotaxi, attivo ad Austin con una flotta sperimentale di meno di 20 veicoli. È il primo passo verso quella che Musk definisce “la fase 2 della mobilità Tesla”: meno vendita di auto, più servizi di trasporto autonomo. Il veicolo simbolo di questa nuova strategia sarà il Cybercab, un due posti completamente autonomo dal design futuristico (e dorato) atteso nel 2026 con un prezzo stimato di 30.000 dollari.
Per Musk, la scommessa sull’AI e sulla robotica non è solo una strategia tecnologica, ma una leva per rilanciare la narrativa di Tesla come società visionaria. Una narrativa che negli ultimi mesi ha vacillato, anche a causa del coinvolgimento politico del CEO, che ha generato più di una perplessità tra investitori e consumatori. Ora, con Musk tornato a pieno regime alla guida del gruppo e con una call con gli investitori prevista il 23 luglio alle 23:30 ora italiana, sarà fondamentale capire se le promesse sul futuro saranno sufficienti a compensare un presente fatto di numeri in calo.
Trimestrale del 23 luglio: gli analisti scommettono sulla crescita
Dopo il report sulle consegne del secondo trimestre, Tesla ha ricevuto un rating “Perform” da parte di Oppenheimer. Nonostante la flessione complessiva, gli analisti ritengono che le vendite di Model 3 e Model Y abbiano superato le aspettative e che il restyling della Model Y sembra aver riacceso l’interesse del pubblico, sostenendo la produttività negli stabilimenti statunitensi, con circa 165.000 veicoli assemblati nel trimestre.
La view di Oppenheimer per la trimestrale in arrivo è dunque prudente ma positiva. Gli esperti prevedono che le vendite dei modelli principali aiutino a tenere i margini in equilibrio, bilanciando i numeri deludenti di Model S, X e Cybertruck.
I riflettori saranno puntati su tre elementi chiave: la tenuta dei margini lordi, che attualmente si attestano intorno al 17,66%; le prestazioni del programma Full Self-Driving (FSD), che Musk continua a indicare come pilastro futuro del business; e la capacità dell’azienda di generare cassa in modo sostenibile. Oppenheimer si aspetta che il titolo resti tonico fino ai risultati del 23 luglio, grazie anche ai segnali di ripresa della domanda in Cina, considerata un indicatore chiave per la traiettoria globale del gruppo.
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