Superbonus, proroga per la Cila in arrivo? Così il 110% si allarga al 2023

Rosaria Imparato

2 Dicembre 2022 - 08:46

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Un emendamento al dl Aiuti quater a firma Fratelli d’Italia vuole prorogare la Cila al 31 dicembre, così allargare la platea che usa il superbonus 110% nel 2023. Le ultime novità.

Superbonus, proroga per la Cila in arrivo? Così il 110% si allarga al 2023

Superbonus e cessione del credito, ci sono novità che potrebbero cambiare le regole del gioco per il 2023. A dare qualche spiraglio sono due emendamenti firmati da Fratelli d’Italia al dl Aiuti quater, il provvedimento che attualmente sta passando attraverso l’iter di conversione in legge.

Il primo emendamento punta a prorogare il tempo di consegna della Cila per garantire il superbonus 110% a una platea più ampia di beneficiari anche nel 2023. Il secondo emendamento prova a sbloccare la cessione del credito usando gli F24 per smuovere il mercato.

Superbonus, proroga della Cila al 31 dicembre per avere il 110% fino al 2023

il 25 novembre era l’ultimo giorno per poter presentare la Cila, comunicazione di inizio lavori, per poter usare il superbonus 110% anche nel 2023. Il primo emendamento al dl Aiuti quater punta a prorogare la scadenza al 31 dicembre 2022.

Il risultato, vista la strettissima finestra temporale, i professionisti sono stati costretti a presentare Cilas a decine e uffici comunali sommersi dalle pratiche. Posticipando il deposito delle Cilas almeno al 31 dicembre si allargherebbe l’area dei lavori protetti dal taglio.

Tra le altre novità contenute nel provvedimento circa il superbonus ci sono l’abbassamento dell’aliquota di detrazione al 90% nel 2023, i nuovi requisiti di reddito per le villette, il calcolo del reddito sul quoziente familiare e non più sull’Isee

Superbonus e cessione del credito: la proposta dell’Ance e dell’Abi

Il secondo emendamento firmato Fratelli d’Italia prova a sbloccare la cessione del credito, quantomeno di quelli già maturati e rimasti fermi. Come? Attraverso i modelli F24 presi in carico dalle banche per conto dei loro clienti: verrebbero pagati, almeno in parte, dai crediti fiscali già acquisiti dagli istituti. Non cambia niente per il contribuente che paga i lavori, ma è una modifica che consentirebbe di liberare la capienza fiscale delle banche.

Attualmente, secondo le cifre riportate dal Sole24Ore, li F24 pesano tra i 400 e i 500 miliardi ogni anno. Ogni punto percentuale di questa operazione consentirebbe di liberare, allora, capienza per 4-5 miliardi. Questa è la proposta di Ance e Abi, presentata nei giorni scorsi, in alternativa a quella (stralciata) della cessione del credito spalmata in 10 anni.

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