Superbonus 110%, effetti collaterali: rincari e burocrazia interminabile

Laura Pellegrini

22 Marzo 2021 - 12:15

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Rincari a fronte di sconti: il superbonus al 110% mostra i suoi effetti collaterali. Nonostante le agevolazioni sulle ristrutturazioni, sono aumentati i costi di ponteggi e lavorazioni. Anche la burocrazia rallenta i lavori.

Superbonus 110%, effetti collaterali: rincari e burocrazia interminabile

I costi legati al superbonus 110% iniziano a lievitare: l’allarme arriva da diversi professionisti del settore dove, anche se non sono ancora stati registrati rincari, non si esclude la loro introduzione nei prossimi mesi.

A fronte degli sconti, quindi, è stato registrato un aumento di oltre il 50% del costo dei ponteggi, oltre a un innalzamento del costo delle lavorazioni. Rincari necessari a fronte dell’aumento del prezzo delle materie prime e della crescita della domanda di fruizione dell’agevolazione al 110% delle spese per interventi antisismici, per l’installazione di impianti fotovoltaici o per interventi di efficientamento energetico previsti dalla misura.

Quali sono gli effetti collaterali del superbonus al 110%? Dall’aumento dei costi dei materiali alla burocrazia: i nodi da sciogliere e le stime per i prossimi mesi.

Superbonus 110%: dietro agli sconti si nascondono i rincari

Remo Vaudano, componente del Consiglio nazionale degli ingegneri, ritiene che l’aumento dei costi di ponteggi e lavorazioni registrato nell’ultimo periodo in merito al superbonus 110% sia ancora un fenomeno di portata contenuta, ma da tenere sotto controllo.

Nei prossimi mesi le richieste di adesione alle agevolazioni sulle ristrutturazioni potrebbero aumentare e ciò comporterebbe il rischio di accumulare ritardi nella consegna di materiali e componentistica varia. Secondo Vaudano ci sarebbero anche maggiori difficoltà di reperire manodopera che possa svolgere i lavori, prevalentemente in estate.

Inoltre, la burocrazia che si nasconde dietro le agevolazioni del superbonus potrebbe costituire un macigno pesante di fronte alla prossima scadenza che - qualora non venga confermata la proroga al 2023 - è fissata al 30 giugno 2022. Qualsiasi intervento edilizio strutturale, quindi, non può essere pianificato in un orizzonte temporale così breve.

Superbonus 110%: quali costi sono in crescita?

Come hanno notato moltissimi professionisti, in molti casi i costi legati alla realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia sono aumentati da alcuni mesi. Secondo quanto riportato da ItaliaOggi Sette in base alle dichiarazioni di un architetto di Genova, il costo dei ponteggi fino a qualche mese fa era di 15 euro al metro quadrato, mentre oggi è salito a 24 euro.

Il motivo? Sono gli stessi clienti a chiedere lo sconto in fattura del 50% per tutelarsi dalle difficoltà non solo economica, ma anche burocratica, a cui vanno incontro.

In pratica è come se fosse la convenienza stessa del superbonus 110% ad aver innescato l’aumento dei prezzi.

Gli stessi rincari, nell’ordine del 30-40%, si possono ritrovare anche nei prezzi delle materie prime, come ha sottolineato Andrea Mascolini, direttore dell’Associazione delle Organizzazioni di Ingegneria e di Consulenza Tecnico Economica (Oice).

Da tenere in considerazione anche l’aumento dei tassi dei pre-finanziamenti da parte delle banche: a fronte di un credito di acquisto del 10%, viene concesso un mutuo al 6%.

Le difficoltà burocratiche del superbonus 110%

Se da un lato sono stati registrati dei rincari a fronte delle agevolazioni previste dal superbonus 110%, dall’altro lato non mancano nemmeno gli ostacoli burocratici. Secondo un’indagine di Unioncamere e VenetoCongiuntura un quinto delle aziende di costruzioni è disposto a rinunciare allo sfruttamento del bonus a causa delle sue complessità normative.

Il problema riguarda il reperimento dei progetti che permettano di verificare la regolarità degli immobili, oltre alle attese per la risposta dell’amministrazione pubblica che vanno a ricadere sulla tempistica stessa di realizzazione dei lavori.

Antonio Nucera, responsabile Centro studi di Confedilizia, sofferma l’attenzione su due criticità in particolare: la prima riguarda la necessità che l’immobile sia conforme, ovvero che non presenti abusi fatti da singoli che incidono su parti comuni, e la seconda riguarda la cessione del credito.

Le banche che offrono concedono un pre-finanziamento dei lavori, ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Massimo Miani, “non possono porre limitazioni ulteriori rispetto a quelle previste dalla legge in merito alla libera scelta da parte del cliente del soggetto che andrà ad apporre il visto di conformità”.

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