Stop nucleare a pochi chilometri dall’Italia. Sta per arrivare il via libera

Andrea Fabbri

18 Agosto 2025 - 17:01

La Svizzera sta valutando la possibilità di revocare il divieto di costruire nuove centrali nucleari. Vediamo perché e cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi

Stop nucleare a pochi chilometri dall’Italia. Sta per arrivare il via libera

La questione dell’energia nucleare è una delle più sentite a livello globale. A maggior ragione in un’epoca in cui è aumentata la consapevolezza dell’impossibilità di continuare a sfruttare a lungo le risorse del pianeta e i combustibili fossili.

E se in Italia il tema “nucleare” resta ancora tabù, a due passi dai nostri confini la Svizzera sta pensando di revocare il decreto del 2018 che imponeva il divieto di costruire nuove centrali nucleari.

L’iniziativa “Stop the Blackout”

La proposta di revocare lo stop alla costruzione di nuove centrali nucleari arriva direttamente dal Governo Svizzero come controproposta all’iniziativa popolare «Stop the Blackout» che, con 130mila firme, richiede approvvigionamenti elettrici sicuri e a impatto 0 per la Svizzera.

Il progetto governativo permetterebbe alle aziende di richiedere licenze per costruire nuovi reattori in caso di approvazione da parte del Parlamento e in caso di esito positivo di un eventuale referendum successivo.

Il dibattito sul nucleare in Svizzera

I sostenitori della proposta sostengono che l’energia nucleare sia necessaria, in abbinamento alla fonti rinnovabili, per garantire un approvvigionamento energetico stabile e a basse emissioni.

I critici, invece, puntano il dito contro gli elevati costi di investimento per la costruzione di nuovi reattori, sui problemi di smaltimento dei rifiuti e sulla potenziale resistenza dell’opinione pubblica.

Nel frattempo il governo sta intervenendo attivamente nel dibattito, spingendo gli elettori a respingere l’iniziativa popolare e proponendo la modifica legislativa come strumento più rapido e flessibile rispetto a un emendamento costituzionale.

Per avere un quadro più chiaro della situazione e per capire come si muoverà la Svizzera dovremmo aspettare fino alla prossima estate. I deputati hanno tempo fino ad agosto 2026 per valutare le due opzioni sul tavolo. Il tutto ben sapendo che, se l’iniziativa non verrà ufficialmente ritirata, l’ultima parola spetterà ai cittadini tramite referendum.

Pro e contro del nucleare

L’energia nucleare è tornata prepotentemente al centro del dibattito in questi anni di scarse risorse. Basti pensare che secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), ben 40 Paesi sparsi per il mondo hanno in progetto di aumentare la propria capacità nucleare fino a raddoppiare quella globale entro il 2050.

A mettere in guardia i sostenitori del nucleare come fonte seconda solo all’idroelettricità a livello di contenimento delle emissioni, sono alcuni dei principali esperti mondiali. Tra questi c’è il biologo e professore universitario americano Doug Brugge che ha sottolineato i rischi legati all’estrazione dell’uranio, alle contaminazioni e alla salute pubblica di lungo termine.

Sulla stessa linea l’ingegnere francese Bruno Charpeyron che ha sottolineato come la gestione sicura del combustibile esaurito e la protezione da eventuali incidenti siano sfide ancora da risolvere.

E a questi pareri va aggiunto il fatto che anche le centrali nucleari devono fare i conti con i cambiamenti climatici. Le temperature dell’acqua più elevate, le lunghe ondate di siccità degli ultimi anni e i fenomeni meteorologici sempre più estremi, possono mettere a repentaglio la sicurezza dei reattori.

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