Sportivi e premi vinti all’estero: come funziona la tassazione?

Caterina Gastaldi

10 Ottobre 2022 - 18:30

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Come vanno dichiarati i premi vinti all’estero dagli sportivi professionisti italiani, evitando anche il rischio delle doppie imposizioni.

Sportivi e premi vinti all’estero: come funziona la tassazione?

Nel momento in cui uno sportivo compete e vince premi in denaro fuori dal territorio nazionale italiano, può sorgere il problema legato alle modalità da utilizzare per dichiarare la vincita senza così dover incorrere in problemi di alcun genere.

In Italia la regola generale prevede che coloro che vi hanno la residenza fiscale vedano tassati qui i propri ricavi, indipendentemente che questi siano stati acquisiti all’estero o sul territorio nazionale. Sarà quindi necessario comprendere dove si trovi la propria residenza fiscale e, di conseguenza, quali tipo di ricavi sono sottoposti a imposte italiane e quali no. Trattandosi di una materia complessa, che richiede anche conoscenza in campo fiscale delle leggi degli altri Stati interessati, è importante poter contare su un dottore commercialista esperto in fiscalità internazionale.

I criteri generali

L’Italia è uno di quegli Stati in cui vige la regola della worldwide taxation. Rientrano in questa categoria la maggioranza dei Paesi, e, brevemente, prevede che:

  • coloro che sono residenti fiscalmente nel Paese in questione (come l’Italia, in questo caso) siano assoggettati al pagamento delle imposte nel Paese di residenza fiscale per ogni introito previsto dalla legge del Paese in questione, anche per i ricavi provenienti dall’estero;
  • coloro che hanno dei guadagni in Italia, ma risultano essere fiscalmente residenti in un altro Paese, dovranno pagare le imposte solo sui ricavi italiani, seguendo la regola prevista dall’imposizione delle imposte alla fonte.

La regola generale prevede quindi che uno sportivo fiscalmente residente in Italia debba pagare qui le tasse relative ai premi vinti all’estero. Siccome è possibile, a seconda delle regole vigenti nel Paese estero in questione, che questi ricavi vengano tassati anche alla fonte, vengono utilizzate le convenzioni contro le doppie imposte, quando previste.

Sportivi professionisti e non

Per quanto il reddito prodotto dagli sportivi non risulti essere una categoria reddituale distinta, questa è comunque assoggettata a tassazione nel momento in cui viene “prestata” o “esercitata”, a prescindere dalla presenza o meno dello sportivo sul territorio nazionale.

Le regole relative alla tassazione dei professionisti risultano essere particolari anche sul territorio italiano e sono legate anche alla suddivisione tra professionisti e non professionisti. Questo vale anche per quel che riguarda i premi vinti all’estero dalle due diverse categorie.

Le due definizioni si possono riassumere in:

  • le federazioni riconosciute in Italia relative allo sport professionistico sono: calcio, ciclismo, basket, e golf. Coloro che ne fanno parte (atleti, gli allenatori, i direttori tecnico-sportivi, e i preparatori atletici), avendo qualifiche conseguite dalle federazioni sportive nazionali ed esercitando le proprie attività a titolo oneroso con carattere di continuità nell’ambito delle discipline regolamentate dal Coni, sono considerati sportivi professionisti;
  • si possono considerare sportivi dilettantistici tutti coloro che, esercitando le proprie attività a titolo oneroso o meno, non fanno parte di una delle federazioni riconosciute come professionistiche. Ai fini della tassazione, un’attività sportiva, anche esercitata con continuità e a titolo oneroso, se non rientra nelle categorie precedenti è da considerarsi dilettantistica.

Tassazione dei premi

A seconda che si sia sportivi professionisti o meno, con residenza fiscale in Italia, la tassazione dei premi come regola generale si svolgerà in questo modo:

  • sportivi professionisti: le somme vengono considerate un corrispettivo a fronte dell’attività professionale, venendo così assoggettate a ritenuta, a seconda se lo sportivo risulti essere dipendente o autonomo;
  • sportivi non professionisti: questi redditi vengono considerati “redditi diversi” e, nello specifico, i premi in questione sono assoggettati a una disciplina specifica che prevede un’esenzione fiscale fino ai 10.000 euro e l’applicazione di una ritenuta a titolo di imposta del 23% fino alla soglia dei 20.658,28 euro. In seguito, la ritenuta viene maggiorata seguendo quanto previsto dagli scaglioni Irpef.

Residenza fiscale

Per comprendere come pagare le tasse è necessario sciogliere il nodo della residenza fiscale, che non è da confondere con la residenza civile e il domicilio. Modificare la propria residenza fiscale è un processo complesso che richiede il possesso di diversi requisiti che possano permettere l’identificazione della persona in questione come qualcuno di interessato a rimanere per lungo periodo (anche tutta la vita) nel Paese estero in cui soggiorna.

Con lo spostamento della propria residenza fiscale si potranno pagare le tasse nel nuovo Paese, e solo i ricavi provenienti dall’Italia saranno assoggettati all’imposizione alla fonte. In generale, se non ci si è mai mossi per modificare la propria residenza fiscale, questa risulterà essere in Italia.

Il problema delle doppie imposte

Uno dei problemi di fronte a cui si può trovare di frequente è quello delle doppie imposizioni, dove il proprio reddito, i premi in questo caso, subiscono una tassazione sia da parte dell’Italia (seguendo la regola della worldwide taxation), sia dallo Stato in cui sono stati vinti, trovandosi così a pagare le tasse due volte sullo stesso reddito. Per risolvere questa situazione sussistono con diversi Stati delle apposite convenzioni, che permettono di sfruttare il meccanismo del credito per le imposte estere, attraverso la compilazione del quadro CE della dichiarazione dei redditi e la conservazione e l’invio di tutta la documentazione richiesta.

Se invece i ricavi esteri provenissero da Stati definiti “non collaborativi”, e con cui quindi non sono state stipulate convenzioni contro le doppie imposte, la situazione può rivelarsi molto più complessa, e sarà fondamentale affidarsi a un fiscalista estero esperto. Gli Stati parte dell’Unione Europea sono tutti convenzionati.

La situazione, essendo quindi particolarmente complessa, richiede generalmente l’intervento di un commercialista esperto in questo settore specifico. Conoscere le regole generali è importante per poter comprendere meglio i vari passaggi necessari, così da sapere anche quando sia necessario risolgersi a un professionista.

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