Spid, dall’addio al rinnovo: come cambierà l’accesso ai servizi online della Pa

Stefano Rizzuti

28 Febbraio 2023 - 11:39

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Per Spid non sarà un addio: l’accesso ai servizi digitali verrà rinnovato dal governo, ma cambierà. Ecco cosa potrebbe succedere tra app unica, Cie e wallet europeo.

Spid, dall’addio al rinnovo: come cambierà l’accesso ai servizi online della Pa

Non sarà, probabilmente, un addio. Spid, il sistema per l’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione, esisterà ancora, ma diventerà qualcosa di diverso rispetto a come lo conosciamo oggi. Il rinnovo delle convenzioni per i gestori delle identità digitali sembra quasi certo, ma intanto il governo pensa a razionalizzare i sistemi di accesso ai servizi online della Pa.

A seguire il dossier per Palazzo Chigi è il sottosegretario Alessio Butti, che incontrerà in questi giorni i rappresentanti di Assocertificatori, ovvero l’organizzazione delle imprese che gestiscono Spid. L’obiettivo è trovare un accordo sulle nuove convenzioni, per rinnovare quelle in scadenza ad aprile.

Il rinnovo non sembra sia di breve durata, nonostante si attenda anche di capire come evolverà il quadro a livello europeo con la sperimentazione, attesa per i prossimi mesi, di un wallet comunitario. Il governo sta pensando comunque a un nuovo sistema per il funzionamento di Spid, un’app unica che tenga insieme anche la Carta d’identità elettronica. Come cambierà l’accesso ai servizi digitali della Pa?

La nuova app unica nazionale

Il governo Meloni vorrebbe unificare le chiavi di accesso ai servizi digitali delle amministrazioni pubbliche. Ma per farlo difficilmente si può prescindere da Spid, un sistema che conta già 33,5 milioni di utenti attivi: il più usato in Italia. Il suo utilizzo è in crescita esponenziale: pensiamo che nel 2022 le autenticazioni con Spid sono state circa un miliardo, contro le 21 milioni effettuate con la Carta d’identità elettronica. Un nuovo sistema, con un’app unica, potrebbe tenere insieme proprio Spid e Cie, con l’obiettivo di portare l’identità digitale nelle mani dello Stato, levandola dal controllo di aziende private.

Perché non si può sostituire Spid con la Cie

La Carta d’identità elettronica ha dei grossi svantaggi rispetto a Spid. Innanzitutto un sistema molto più complicato per accedere ai servizi digitali: serve inserire fisicamente una carta da far leggere allo smartphone. Quindi sicuramente è necessario modificare il sistema per fare in modo che l’uso della Cie diventi semplice come quello di Spid. La nuova carta che vorrebbe introdurre il governo potrebbe diventare uno strumento più semplice per accedere ai servizi online.

La nuova Carta d’identità elettronica

Con la nuova Carta d’identità elettronica non servirà più il documento a portata di mano e si potrà accedere ai servizi digitali della Pa con l’app e un pin. Dovrebbe essere previsto un accesso attraverso tre livelli di autenticazione, con i livelli 1, 2 e 3 per identificare diverse garanzie di sicurezza.

Non dovrebbero cambiare le modalità di emissione della Cie, che si può richiedere alla scadenza della carta d’identità o dopo smarrimento e furto. Il rilascio ha un costo fisso pari a 16,79 euro, oltre ai diritti di segreteria.

Da Spid al wallet unico in Ue?

Per il momento, quindi, il governo punta sull’app unica nazionale, in cui far confluire Spid e Cie. Intanto, però, resta in attesa dei risultati della sperimentazione Ue sull’European digital identity wallet: si tratta di un’app da utilizzare per identificarsi online e condividere certificati, documenti e altro, come anche la patente o il diploma. La sperimentazione prenderà il via a giugno del 2023 e si attende che duri un paio di anni. Troppo, probabilmente, per pensare che il governo italiano aspetti e per questo arriverà prima l’app unica.

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