Sembra carta ma è più resistente del metallo. Scoperto un nuovo materiale, risolverà tanti problemi

Alessandro Nuzzo

10 Agosto 2025 - 12:51

Realizzato un nuovo materiale ecologico super resistente che potrebbe sostituire la plastica. Ecco come viene realizzato.

Sembra carta ma è più resistente del metallo. Scoperto un nuovo materiale, risolverà tanti problemi

Quando si parla di inquinamento, la plastica è uno dei principali responsabili. Negli ultimi anni, la sua produzione è aumentata vertiginosamente, così come la dispersione nell’ambiente e nei mari. La plastica impiega centinaia di anni per degradarsi, causando un inquinamento devastante per gli ecosistemi e rappresentando una minaccia diretta per flora, fauna e, indirettamente, per la salute umana. Per questo, negli ultimi tempi si sta cercando di sensibilizzare sempre di più l’opinione pubblica e il mondo industriale sul tema, con un numero crescente di aziende impegnate a ridurre al minimo l’uso della plastica, soprattutto negli imballaggi.

Una possibile soluzione potrebbe arrivare da una scoperta rivoluzionaria. Un gruppo di ricercatori della Rice University, negli Stati Uniti, ha sviluppato un nuovo materiale organico sottile come la carta, flessibile ma allo stesso tempo più resistente di metallo e vetro. Si tratta di una bioplastica innovativa che non solo eguaglia, ma in alcuni casi supera, le proprietà dei materiali tradizionali, con il vantaggio di essere ecologica e priva di sostanze chimiche nocive.

Nuova bioplastica, tutto nasce dai batteri

Il processo di creazione parte dai batteri. Gli scienziati hanno «insegnato» a specifici batteri a produrre fibre super resistenti su richiesta. Inserendoli in un contenitore rotante e controllato, i ricercatori possono determinare il modo in cui questi microrganismi producono fibre di cellulosa. Se in passato i batteri si muovevano liberamente, oggi vengono guidati in una direzione specifica. Questa tecnica, che unisce biotecnologia e ingegneria, consente di ottenere un materiale estremamente flessibile e resistente.

La resistenza del materiale aumenta ulteriormente quando viene aggiunto un nanomateriale speciale: il nitruro di boro esagonale. Questa sostanza, nota per la sua alta conducibilità termica e la straordinaria resistenza meccanica, conferisce alla bioplastica proprietà superiori. I test hanno evidenziato una resistenza di 553 megapascal, superiore persino all’acciaio a basso tenore di carbonio, comunemente impiegato in carrozzerie e strutture edilizie.

Oltre alla resistenza, questo materiale tollera temperature elevate e può essere modellato in una grande varietà di forme, aprendo la strada a molteplici applicazioni. I ricercatori sperano che possa sostituire la plastica convenzionale in diversi settori, dagli imballaggi all’elettronica, passando per componenti industriali, il tutto senza rilasciare microplastiche e senza l’uso di sostanze tossiche.

«Prevediamo che questo materiale ecologico possa sostituire la plastica in un’ampia gamma di prodotti e aiutarci a proteggere il pianeta», ha dichiarato Muhammad Maksud Rahman, responsabile della ricerca.

L’impatto di un simile materiale potrebbe essere enorme. Oggi, a livello globale, gli imballaggi in plastica monouso rappresentano quasi la metà di tutti i rifiuti plastici. La maggior parte di essi non è biodegradabile e finisce in discarica o viene incenerita, con pesanti conseguenze ambientali e sanitarie.

Limitarsi a vietare la plastica monouso non basta per affrontare un problema di questa portata: servono alternative durevoli, sostenibili e facilmente producibili su larga scala. Questa bioplastica, con le sue caratteristiche tecniche e il ridotto impatto ambientale, sembra avere tutte le carte in regola per diventare una valida e concreta alternativa alla plastica derivata dal petrolio.

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