Il ѕесоndо gіасіmеntо dі urаnіо ріù grаndе dеl mоndо è in questo Paese (che voleva chiudere le centrali nucleari)

Ilena D’Errico

18 Maggio 2025 - 00:23

Anziché chiudere tutte le centrali nucleari pensa di costruirne nuove. Il Paese cambia idea con la scoperta del secondo giacimento di uranio più grande del mondo.

Il ѕесоndо gіасіmеntо dі urаnіо ріù grаndе dеl mоndо è in questo Paese (che voleva chiudere le centrali nucleari)

Il ѕесоndо gіасіmеntо dі urаnіо ріù grаndе dеl mоndо si trova nel Paese più combattuto sull’energia nucleare. Si tratta proprio della Svezia, che ospita a Viken risorse di uranio da far invidia a (quasi) tutto il mondo. Secondo le stime aggiornate di District Metals, società canadese di esplorazione mineraria, il contenuto di uranio del sito ammonta infatti a 4,33 tonnellate. Una cifra impressionante, seconda soltanto alla miniera della diga olimpica australiana. Una valutazione che può decisamente contribuire alla nuova politica energetica del Paese, che negli ultimi anni sta tornando su suoi passi.

La Svezia, con un referendum del 1980, aveva vietato la costruzione di nuove centrali nucleari e addirittura ordinato di chiudere le centrali esistenti. Una decisione controversa per uno degli Stati pionieri dell’energia atomica, che ora si ritrova a cambiare posizione per ottimizzare le risorse sul territorio, assicurarsi l’indipendenza energetica e completare la transizione ecologica. Così, sembra avvicinarsi una nuova era per Stoccolma, da capitale fermamente contraria al nucleare a rinnovata autorità nel campo, per quanto la strada da percorrere sia ancora lunga.

Il Paese che voleva chiudere le centrali nucleari...

Il potenziamento del nucleare è un percorso che richiede tempo e sforzi (non soltanto economici ma anche politici e sociali) non indifferenti. Per la Svezia risulta ancora più complesso, vista la linea dura perseguita dal governo fino a non molto tempo addietro. Basti pensare che l’ultimo freno all’energia nucleare svedese risale soltanto al 2018, quando sono state vietate anche le esplorazioni e le estrazioni di uranio. Il governo di Stoccolma ha dunque provveduto a modificare la normativa di riferimento, con cambiamenti legislativi che dovrebbero entrare in vigore a gennaio 2026 salvo imprevisti.

A questo punto sarà possibile procedere con l’esplorazione e l’estrazione di uranio nel territorio nazionale, sfruttando finalmente tutte le risorse del sottosuolo. Il giacimento di Viken potrebbe rappresentare la spinta necessaria ad accelerare il processo, modificare l’economia svedese e riflettersi sull’approvvigionamento di uranio anche dall’estero. Nonostante si tratti di una risorsa abbondante nel nostro pianeta, infatti, non è possibile avere delle stime accurate sulle quantità e sulla posizione dei giacimenti più interessanti. Oltretutto, soltanto una parte dell’uranio nascosto nel sottosuolo deve effettivamente essere calcolata, corrispondente al metallo che si presta a un’estrazione conveniente e sostenibile a seconda del sito in cui si trova.

Secondo le indagini geologiche locali, comunque, la Svezia dovrebbe detenere circa il 27% dell’uranio di tutta l’Europa, ponendosi così in un ruolo decisamente invidiabile. Negli ultimi tempi, infatti, la domanda di uranio è in continua crescita, incentivata dalla nuova sensibilità ambientale e dai tentativi di ridurre le emissioni di carbonio senza sacrificare l’approvvigionamento energetico.

Il secondo giacimento di uranio più grande del mondo cambia le carte in tavola

Nel 2025 la Svezia ha quindi cambiato radicalmente l’indirizzo da seguire sui giacimenti di uranio e sulle centrali nucleari. Anziché chiudere tutte le centrali nucleari esistenti sul territorio, come rischiava di accadere, il Paese pensa ora di costruirne altre, inclusi due nuovi reattori convenzionali entro il 2035. Secondo i piani del governo svedese dovrebbero poi arrivare anche i reattori Smr (modulari e di piccola taglia) da usare in combinazione per aumentare la capacità di produzione e la flessibilità. Puntando al nucleare per far fronte alle sfide energetiche e ambientali la Svezia deve anche sopportare inevitabilmente il mutamento delle dinamiche internazionali e dei legami perdurati finora.

Il tema dell’energia nucleare è dibattuto fortemente in Europa, pertanto potrebbe essere complesso anche ottenere i finanziamenti necessari a realizzare questi ambiziosi progetti. Pare che ci siano già alcune società interessate, come la tedesca Uniper, ma prima di arrivare alla concretizzazione di un accordo sarà interessante seguire lo sviluppo dei rapporti con la Germania. Quest’ultima è stata fortemente colpevolizzata da Stoccolma proprio per la scelta di abbandonare il nucleare, viste le ripercussioni sui prezzi dell’energia. Non che la Svezia fosse contraria di principio all’abolizione del nucleare, che ha sostenuto fermamente fino a pochi anni addietro, ma bisogna riconoscerle di aver sempre considerato irrealistico un passaggio immediato e improvviso.

L’energia nucleare è importante per la crescita e il sostentamento del Paese, ma ovviamente la sua gestione può influire su tutto il resto d’Europa.

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