Il secondo atleta più ricco del mondo è rumeno. E il 99% di voi non ne ha mai sentito parlare

Alessandro Nuzzo

10 Giugno 2025 - 22:47

Al primo posto tra gli sportivi più ricchi di sempre troviamo Michael Jordan ma non indovinerete mai chi c’è al secondo posto con un patrimonio da 2,2 miliardi.

Il secondo atleta più ricco del mondo è rumeno. E il 99% di voi non ne ha mai sentito parlare

Quando si analizzano le classifiche degli sportivi più ricchi di sempre, al primo posto svetta Michael Jordan con un patrimonio stimato di 3,5 miliardi di dollari. L’ex campione di basket è una vera icona globale, non solo per i suoi successi sportivi, ma anche per l’impero economico e l’immagine costruita dopo il ritiro dal campo.

Tuttavia, al secondo posto, con un patrimonio di 2,2 miliardi di dollari, c’è un nome che potrebbe sorprendere molti: Ion Tiriac. Sebbene meno noto al grande pubblico rispetto a Jordan, questo ex tennista rumeno è stato una figura di spicco nel suo sport e, soprattutto, un imprenditore di enorme successo. Oggi 86enne, Tiriac è il tennista più ricco del mondo e il secondo sportivo più facoltoso in assoluto. Ecco la sua storia.

Il secondo atleta più ricco del mondo: la storia di Ion Tiriac

La vita di Ion Tiriac è davvero straordinaria. Con un patrimonio di 2,2 miliardi di dollari, è il tennista più ricco di sempre e il secondo sportivo più facoltoso al mondo. Soprannominato «il conte Dracula» per le sue origini a Brașov, in Transilvania, Tiriac ha iniziato il suo percorso sportivo fin da bambino. Cresciuto vicino a un centro sportivo locale, si appassionò all’hockey su ghiaccio, intraprendendo una carriera che lo portò a vincere il titolo nazionale con il CCA Bucarest nel 1961. Nel 1964, a 25 anni, fu convocato per le Olimpiadi invernali di Innsbruck, dove si classificò dodicesimo.

Poco dopo, però, decise di abbandonare l’hockey per dedicarsi al tennis, diventando professionista in soli quattro anni. Si affermò come specialista del doppio, formando un sodalizio inscindibile con il connazionale Ilie Năstase, autentico artista del tennis tra gli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Insieme, collezionarono una serie impressionante di successi, conquistando anche l’Open di Francia nel 1970 e imponendosi come la coppia più temuta e iconica del circuito.

Tra il 1969 e il 1972, disputò tre finali di Coppa Davis, tutte perse contro gli Stati Uniti. L’occasione più significativa fu nell’ottobre del 1972, quando la sfida si giocò a Bucarest. Non fu solo un confronto sportivo tra una nazione occidentale e una comunista, ma anche uno dei primi grandi eventi internazionali dopo la tragedia degli attentati alle Olimpiadi di Monaco. Durante le sue stagioni da professionista, Tiriac sfondò anche la top 10 del ranking mondiale di doppio, raggiungendo l’ottavo posto nel 1968.

Non fu il tennis, a suo dire, a renderlo ricco, ma lo aiutò a diventarlo in seguito. Dopo aver annunciato il ritiro, in Germania sfruttò la sua notorietà per vendere se stesso e le conoscenze tennistiche accumulate, diventando allenatore e manager. Scommise su talenti del calibro di Steffi Graf, Goran Ivanišević, Boris Becker e Marat Safin, contribuendo in modo decisivo alla loro crescita fino a trasformarli in fuoriclasse di risonanza mondiale.

Successivamente, avviò un fiorente business parallelo, approfittando del crollo del regime comunista in Romania per investire massicciamente nel suo Paese. Nel 1990, fondò la Banca Tiriac, il primo istituto bancario privato della Romania post-comunista. Diversificò poi le sue attività nei settori assicurativo, automobilistico - dove costruì un vasto impero di concessionarie - e perfino in quello dell’aviazione, arrivando a possedere una compagnia aerea.

Nonostante l’ascesa economica, Tiriac non si allontanò mai davvero dal mondo del tennis. Rimase una figura di primo piano nel panorama internazionale, impegnandosi nella costruzione di impianti, nella promozione e nella sponsorizzazione di tornei di rilievo. Nel 2013, venne ufficialmente inserito nella Hall of Fame del Tennis Internazionale.

La sua passione più grande sono le auto: ne possiede circa 400, alcune appartenute a personaggi celebri come Al Capone, Elton John e Sammy Davis Jr.

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