Samsung, ondate di critiche dopo i nuovi obblighi per chi ripara i dispositivi

Luna Luciano

26 Maggio 2024 - 15:17

Samsung avrebbe violato la privacy degli utenti negli Stati Uniti. Il colosso hi-tech avrebbe chiesto alle officine di riparazione indipendenti di fornire i dati sensibili dei loro clienti.

Samsung, ondate di critiche dopo i nuovi obblighi per chi ripara i dispositivi

Una nuova ondata di critiche ha investito in pieno il colosso hi-tech sudcoreano: Samsung che avrebbe imposto obblighi “assurdi” che potrebbero ledere il diritto alla privacy dei loro clienti.

A rivelare la scandalosa notizia sarebbe stato il sito 404 Media, il quale dopo un’indagine accurata ha scoperto come la multinazionale abbia fatto delle richieste “inappropriate” ai negozi indipendenti di riparazione di dispositivi elettronici.

Le richieste di Samsung, come spiegato dai giornalisti, violerebbero la legge in diversi stati degli Stati Uniti d’America.

Proprio in tempi più recenti, la multinazionale è finita più volte al centro delle attenzioni, non solo per essere tra le aziende che producono smartphone dagli alti livelli di radiazione, ma anche per via di un aggiornamento fatale che rende inutilizzabili alcuni loro cellulari. Questa volta però, il colosso potrebbe andare incontro a diverse sanzioni. Ecco in che modo ha violato il diritto alla privacy e perché.

Nuove regole Samsung, per chi ripara i dispositivi: ecco come violano il diritto di privacy

Stando a quanto rivelato dall’inchiesta, Samsung avrebbe violato la privacy dei suoi utenti negli Stati Uniti, facendo firmare un contratto in cui si richiede che i proprietari dei negozi debbano fornire il nome, i contatti, il numero identificativo dello smartphone Samsung e i dettagli dei reclami dei clienti, in cambio della fornitura di pezzi di ricambio.

Il contratto tra la compagnia e i negozi immortalato nell’articolo di 404 Media, è al quanto “esigente”, infatti è richiesto esplicitamente ai proprietari dei negozi di “smontare immediatamente” gli smartphone che sono già stati riparati in precedenza con pezzi non originali e di comunicare immediatamente a Samsung “i dettagli e le circostanze di qualsiasi uso non autorizzato o appropriazione indebita di qualsiasi Service Part”.

Ma non è finita qui, il contratto “scandaloso” richiede il caricamento “quotidiano” dei dettagli di ogni singola riparazione effettuata da un’officina indipendente in un database denominato G-SPN, però tra i dati forniti compariranno anche:

  • l’indirizzo fisico del cliente;
  • l’indirizzo email;
  • il numero di telefono;
  • le specifiche sui problemi del dispositivo;
  • lo stato di garanzia;
  • il numero IMEI;
  • i dettagli del reclamo del suo proprietario.

In poche parole, con questo contratto Samsung richiede ai negozi di riparazione indipendenti di controllare i dispositivi composti da parti non originali e di rivelare l’identità dei proprietari. E, dato che è probabile che gli utenti non abbiano fornito il consenso per la diffusione dei dati, è abbastanza evidente che potrebbe trattarsi di una violazione della privacy, su cui le norme statunitensi sono abbastanza stringenti.

Samsung, quali leggi ha violato negli Stati Uniti

L’indagine condotta dal magazine 404 Media però non ha rivelato solo in che modo Samsung violi i dati privati dei sui clienti, ma di come la multinazionale sud-coreana abbia creato un vero e proprio monopolio e dominio illegale sulle officine di riparazione indipendenti.

Infatti, come spiegano i giornalisti, se i negozi di riparazione hi-tech si rifiutassero di firmare il nuovo contratto Samsung, non accettando le condizioni di servizio, non potrebbero più accedere e ricevere i numerosi pezzi di ricambio necessari per aggiustare i prodotti Samsung dei loro clienti, perdendo una fetta di clientela consistente.

Una clausola questa che rende i negozi di riparazione di dispositivi tecnologici tutt’altro che indipendenti. Tale dominio creato da Samsung sui negozi statunitensi , si fonda, però, su un contratto di base illegale, in quanto in diversi stati degli Stati Uniti d’America, quali ad esempio New York, Minnesota e California, vige la legge sul diritto di riparazione. Non resta che scoprire come si muoveranno questi Stati sanzionando la multinazionale.

Ancora, il “Samsung-gate” si complica se si amplia il quadro e si guarda all’Europa, dove recentemente è stata rivista la legislazione che regola il rapporto tra consumatori e grandi aziende del settore tecnologico, oltre che tra queste e le officine di riparazione di terze parti. Infatti, come dichiarato dai giornalisti, non è dato sapere se questa decisione di raccogliere i dati dei propri clienti senza consenso si stia diffondendo anche in Europa. L’Unione dovrà tener sotto d’occhio casa Samsung.

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