Astaldi: giapponese IHI si ritira. E ora?

C. G.

11 Febbraio 2019 - 07:52

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Il salvataggio di Astaldi entra nel vivo dopo la ritirata della giapponese IHI. Cosa accadrà adesso?

Astaldi: giapponese IHI si ritira. E ora?

Corsa contro il tempo per il salvataggio di Astaldi.

Un portavoce della società giapponese IHI, inizialmente interessata al general contractor romano, ha confermato l’intenzione di non investire, né partecipare in alcun modo alle operazioni.

L’obiettivo intanto sarà sempre lo stesso, quello di salvare Astaldi dall’amministrazione straordinaria, che scatterà nel momento in cui la società non presenterà un piano di ristrutturazione efficace entro giovedì 14 febbraio. La corsa contro il tempo è iniziata.

Salvataggio Astaldi: perché IHI si è ritirata

Nel mese di settembre la romana delle costruzioni schiacciata dai debiti ha presentato un’istanza di protezione giudiziaria dai creditori. Da quel momento in poi il futuro di Astaldi è stato ripetutamente collegato a Salini Impregilo e IHI, unici gruppi a presentare manifestazioni di interesse non vincolanti.

Dopo mesi di speculazioni, però, i giapponesi si sono tirati indietro poiché a loro detta la società di Pietro Astaldi non avrebbe soddisfatto le condizioni basilari poste per la firma di un’intesa. Il passo indietro di IHI, hanno tenuto a precisare dall’azienda, non escluderà forme di cooperazione future.

Ora è corsa contro il tempo

Cosa accadrà ora che i giapponesi di IHI si sono ritirati dalla corsa per il salvataggio di Astaldi? Innanzitutto la quotata romana dovrà procedere alla firma dell’accordo con Fortress avente ad oggetto un finanziamento da 75 milioni. La ratifica dell’intesa, secondo indiscrezioni di stampa, dovrebbe avvenire nella giornata di oggi, lunedì 11 febbraio, mentre per l’erogazione bisognerà attendere martedì.

La liquidità derivante dal finanziamento (ottenuta con un tasso monstre del 17%) permetterà ad Astaldi di continuare a lavorare su alcuni appalti.

Sempre tra martedì 12 e mercoledì 13 dovrebbe poi arrivare l’offerta dell’unico pretendente rimasto, Salini Impregilo, che dovrebbe prevedere un aumento da 300 milioni. Prevista anche la partecipazione delle banche che potrebbero convertire parzialmente il debito in equity.

Fondamentale sarà capire se anche Cassa Depositi e Prestiti parteciperà al salvataggio di Astaldi. L’ipotesi ha già suscitato diverse discussioni dato che le operazioni avverrebbero con il fine ultimo di salvare un’azienda del settore privato.

Giovedì, comunque, scadrà il termine ultimo per la presentazione del progetto di ristrutturazione. Se il piano di salvataggio di Astaldi fallirà per la società si spalancheranno le porte dell’amministrazione straordinaria, cosa che potrebbe mettere i bastoni fra le ruote a tutte le opere in cui l’azienda è oggi impegnata.

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